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Unità: Statali verso lo sciopero, non accettano le mance di Brunetta

Provocatoria, pericolosa la norma sugli anticipi, che cancella in modo unilaterale gli accordi del ‘93

26/09/2008
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l'Unità

PROTESTE Pubblico impiego in subbuglio per le misure previste dalla Finanziaria approvata martedì. Per gli statali, già in mobilitazione, l’appuntamento con lo
sciopero generale sembra farsi più vicino. Cgil, Cisl e Uil, giudicano insufficienti i 2,8 miliardi previsti per il rinnovo del contratto. Mentre bocciano come «demagogica», «provocatoria» e «pericolosa», la norma che prevede la possibilità per il ministro della Funzione pubblica di elargire anticipi sugli aumenti contrattuali. L’importo non potrà andare oltre il 90 per cento dell’inflazione programmata e al momento del rinnovo del contratto verrà corrisposto un conguaglio.
In sostanza i dipendenti statali riceveranno, con la busta paga di gennaio 2009, cinquanta euro come anticipo sugli aumenti definitivi in attesa del rinnovo contrattuale. Il motivo di tanta indisposizione rispetto all’ultima pensata del ministro Brunetta è che in questo modo non ci sarà più bisogno di un accordo sindacale per erogare quote economiche ai lavoratori. Brunetta rievoca così le mosse dell’ad di Fiat Sergio Marchionne, che nel 2007 propose ai dipendenti del Lingotto trenta euro in busta paga come anticipo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Anche allora il manager venne accusato di voler scavalcare i rappresentanti dei lavoratori. Il segretario generale per la funzione pubblica della Cgil, Carlo Podda, ha avvertito il ministro che disattendere gli accordi del 23 luglio del 1993 (che definirono l’attuale modello contrattuale) svincolerebbe anche il sindacato dagli accordi medesimi, e ciò potrà significare che il conflitto potrebbe «presentarsi in modi nuovi e diversi del passato». «Deve essere chiaro - sostiene Podda - che, se il modello della proposta è questo, il sindacato è a questo punto svincolato dall’accordo del 23 luglio e certamente non si limiterà a contrattare sul 10 per cento residuo, ma ridefinirà liberamente le sue piattaforme rivendicative. Si deve sapere anche che le forme e la durata del conflitto, salvaguardando sempre i diritti fondamenti dei cittadini, potranno presentarsi in modi nuovi e diversi del passato». Per Rino Tarelli, segretario della Cisl-Fp, quella di Brunetta è «solo un’operazione demagogica di facciata». L’anticipo del 90 per cento degli aumenti mensili «corrisponde in realtà al 90 per cento dell’inflazione programmata, cioè l’1,7%: quella reale, invece, viaggerà (secondo le stime per il biennio 2008-09) all’8%». Il risultato per Tarelli è « una decurtazione pesante dei fondi di produttività, e il potere d’acquisto delle buste paga dei lavoratori pubblici sarà drammaticamente falcidiato».