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Unità: Tagli alla scuola?I sindacati: siamo pronti allo scontro

«Sciopero se il governo riduce le risorse» Prodi assicura: riesamineremo il capitolo

27/09/2006
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

MENO INSEGNANTI e più alunni per classe. La Finanziaria al vaglio del governo taglia la scuola, divide la maggioranza e fa insorgere i sindacati che minacciano lo sciopero generale. Un putiferio ieri al termine dell’incontro che Cgil, Cisl, Uil e Snals scuola
hanno avuto con il premier e con il ministro Giuseppe Fioroni. Il vertice era stato convocato per discutere delle assunzioni dei precari e del rinnovo del contratto. Questi almeno erano i desiderata del sindacato. È finito con i sindacalisti che gridavano alla «macelleria sociale». Toni barricaderi, rabbia e delusione soprattutto tra chi - la Cgil, ma non solo - non ha fatto mancare consenso e appoggio alla coalizione che poi ha vinto le elezioni. Pesantissima anche la minaccia di proclamare lo sciopero generale, la prima esplicita da quando si va discutendo della Finanziaria.
In serata Romano Prodi ha assicurato un «riesame del capitolo scuola, vedremo che cosa si può fare per riarmonizzarlo», «è mio dovere quando ci sono posizioni diverse», ha detto il presidente del Consiglio, «ho visto i sindacati, ho parlato con il ministro dell’Istruzione, parlerò con Padoa-Schioppa». E proprio il Tesoro disconosce la bozza circolata: «È superata e inattendibile».
Di quella bozza i sindacati contestano tre articoli in cui si prevede, tra l’altro, l’innalzamento del numero di alunni per classe e del rapporto alunni-insegnanti. Sotto accusa anche il dimezzamento degli scatti di anzianità e la prevista riduzione del 6% nel prossimo anno del personale Ata (i collaboratori scolastici e assistenti amministrativi) mentre aumenta il numero di alunni disabili per ogni insegnante. Più precisamente, il rapporto complessivo docenti alunni viene innalzato dell’0,25% ogni anno scolastico a partire dal 2007-2008 con l’obiettivo di arrivare 11,5 alunni per insegnante nell’anno scolastico 2012-2013. Viene anche soppresso l’organico funzionale relativo alla scuola d’infanzia e alle elementari, ad esempio per il tempo pieno. E non ci saranno deroghe neanche per assumere insegnanti di sostegno in caso di alunni con handicap grave. Gli insegnanti di sostegno che attualmente sono uno per 138 alunni, saranno 1 per 168 bimbi.
«Così non va, Prodi cambi rotta» è l’ultimatum dei sindacati. «O arrivano risposte alle nostre richieste, oppure ci opporemo a questa politica dissennata del governo sulla scuola con lo sciopero». Ovviamente per dare fuoco alle micce si attende l’ultima stesura della Finanziaria, con la speranza che nel frattempo tanto rigore venga mitigato e che vada a buon fine il pressing di moltissimi esponenti dei partiti della sinistra che ieri hanno solidarizzato con il sindacato. E dopo la presa di posizione del ministro dell’Istruzione che si è smarcato dal titolare dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa non concordando sui tagli.
«Più che a una proposta di legge Finanziaria siamo di fronte - dichiara il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini - a un chiaro esempio di come si può far impallidire anche un concetto come quello di macelleria sociale. Abbiamo chiesto al premier di fermare subito queste indegne proposte, di impegnarsi a una netta discontinuità sul versante del precariato docente e Ata, degli investimenti per la scuola statale, dei rinnovi contrattuali, dell’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 almeno. O riceviamo risposte urgenti, nette e inequivocabili che disconoscano quel testo oppure apriremo unitariamente una grande stagione di lotta con scioperi, manifestazioni, presidi e altro ancora».
Anche la Cisl-scuola, con il segretario Francesco Scrima chiede al governo di coerenza con il programma elettorale e di governo e gli impegni assunti, «finalizzati a una netta discontinuità politica rispetto al passato, con investimenti tesi alla valorizzazione della scuola e del suo personale» ha aggiunto il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima sottolineando che con i tagli sono a rischio 7-8 mila plessi scolastici, «comunque Romano Prodi ha assunto personalmente l’impegno di affrontare con il ministro dell’Economia le questioni sollevate, a partire da contratto e precariato». «Deve mettere mano al portafoglio e dare certezza in materia di contratto e di precari - incalza Giuseppe Di Menna della Uil scuola -. La sciagurata politica dei tagli va bloccata, se non arriveranno risposte e risorse, sciopereremo». Sulla stessa lunghezza d’onda Snals, Gilda e Cub