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Unità: Torna «l’ordine» tra i banchi Tanti 5 in condotta e insufficienze

Effetti del clima di rigore che si respira nelle scuole italiane o studenti somari? Si vedrà a fine anno quando, giura qualcuno, con i corsi di recupero da organizzare e i pochi fondi a disposizione, le insufficienze e i 5 in condotta, si potrebbero miracolosamente trasformare in sei.

02/03/2009
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l'Unità

Cinque in condotta e insufficienze? Una valanga alla fine del primo quadrimestre nelle superiori, peggio dello scorso anno. Maglia nera in entrambe le voci agli studenti di professionali e tecnici, mentre gli iscritti al liceo linguistico superano quelli del classico nei voti. Il 5 in condotta, già contestato dai docenti, si è stampato senza appello sulle pagelle di 34.311 studenti, dei quali 8.151 con la sola insufficienza in comportamento (i più indisciplinati agli istituti professionali, seguono i tecnici). Effetti del clima di rigore che si respira nelle scuole italiane o studenti somari? Si vedrà a fine anno quando, giura qualcuno, con i corsi di recupero da organizzare e i pochi fondi a disposizione, le insufficienze e i 5 in condotta, si potrebbero miracolosamente trasformare in sei.

boom DI INSUFFICIENZE

Per ora il 2 per cento in più degli studenti della scuola secondaria (le superiori), rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno, ha riportato almeno una insufficienza (72 % a fronte del 70,3%). In quali materie? A parimerito gli ostacoli sono sulle lingue straniere e la matematica ognuna col 16 % del totale di brutti voti), al secondo posto ci sono le scienze. Segno che ci si trascinano dietro le difficoltà delle medie. I fratelli più piccoli, infatti, hanno preso il 59,7 % delle insufficienze in matematica e il 54 % in inglese. In quali scuole? Ai professionali l’80 % dei ragazzi è sotto al sei, al linguistico il 60, meno di uno su due.

Segno che, con l’Unione europea più forte e la prospettiva di andare all’estero per lavoro, al linguistico sempre più spesso si iscrivono studenti volenterosi? Probabile, ma non per tutti i dirigenti i dati sono affidabili e il boom di cinque in condotta, desta allarme.

preoccupa il 5 in condotta

Per Orietta Felici, dirigente dell’istituto tecnico Alberti di Roma, il brutto voto in condotta è la via più breve ma serve a intimorire e non a recuperare. «Agitare spauracchi - dice la preside - non serve. Sono preoccupata del clima rigorista che si sta diffondendo nelle scuole dell’era Gelmini - spiega la dirigente - Io ho indicato la cautela rispetto al 5 in condotta e nella mia scuola nessuno l’ha messo». Capire perché i ragazzi si meritano l’insufficienza, e poi operare con regole condivise, capire le cause di un cattivo comportamento e poi proporre una soluzione: «Il 5 sanziona ma non cura. Bisogna chiedersi, poi, perché la cattiva condotta spopola negli istituti tecnici e professionali. Sono scuole che richiedono attenzione, fondi e impegno. Di certo i tagli del 5 per cento al funzionamento e il tetto troppo alto di 31 alunni per classe, non ci aiuta. Soprattutto quando si tratta di classi che somigliano a caserme, dove spesso non c’è neppure una presenza femminile a frenare comportamenti non buoni che è indubbio possano esserci». Non a caso la scuola Alberti è capofila di progetti contro il bullismo e l’omofobia.

la soglia di sopportabilità

Il ministero, poi, non ha indicato criteri univoci di valutazione del comportamento, che mancano come i regolamenti applicativi del 5 in condotta. Per questo qualche dirigente si è espresso contro: «Bisogna, poi, considerare anche la soglia di sopportabilità del professore - continua la dirigente - Certe volte i ragazzi sfiancano e i docenti fanno piovere note. Il 5 in condotta non è detto che sia il metodo che più spinge alla riflessione i prof». Certo è che in molti hanno preso il 5 soprattutto ai professionali e soprattutto al Sud, proprio là dove servirebbe un lavoro più complesso da parte di tutti.

G.S.

ROMA

gsalvatori@unita.it