Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Tracce di libertà per una scuola malconcia

Unità-Tracce di libertà per una scuola malconcia

TEMI D'ITALIA Belle le prove d'Italiano, Ma intanto si continua a scavare la fossa per l'istruzione Tracce di libertà per una scuola malconcia Marina Boscaino dietro i banchi ...

23/06/2005
Decrease text size Increase text size
l'Unità

TEMI D'ITALIA Belle le prove d'Italiano, Ma intanto si continua a scavare la fossa per l'istruzione

Tracce di libertà per una scuola malconcia

Marina Boscaino

dietro i banchi

Bisogna riconoscerlo. Due anni fa gli esperti del Ministero pensarono bene di selezionare una frase del nostro esimio premier tra le fonti per la scrittura del saggio breve; quello stesso anno, ancora, il tema storico sui totalitarismi imponeva una lettura smaccatamente di parte a chi avesse voluto svolgerlo; da allora, però, la prima prova dell'Esame di Stato, la prova di Italiano, ha smesso di rappresentare un momento, uno dei tanti momenti, di sofisticata campagna autopromozionale che il governo Berlusconi ci ha incessantemente proposto. Nelle sedi più imprevedibili; e anche in quelle più inopportune. Ieri mattina però il ministro Moratti - il tono materno e pacato di sempre - imperversava già alle 9 a Radio Anch'io. Con la scusa dell'Esame di Stato si sono celebrati per l'ennesima volta i fasti della riforma che non c'è. O meglio. Di quella che loro chiamano riforma perché - taumaturgicamente - affidano alle parole il potere di vivificare concetti che sono lontanissimi dalla realtà. Ma che non è altro che una messinscena scomposta e sgangherata alla quale chi lavora nelle scuole sta assistendo.
Belli anche i temi di quest'anno. Una sorpresa vera e propria - in luogo del consueto e atteso Novecento - il significativo colloquio tra Dante e Cacciaguida, tratto dal XVII canto del Paradiso, con l'antenato che indica a Dante il dovere di perseguire la via della verità, anche se scomoda; l'aspirazione alla libertà nella tradizione e nell'immaginario artistico-letterarario, con documenti da Omero a Paul Eluard; il viaggio come metafora della vita; il processo di integrazione europea come frutto del crollo dei regimi nazionalistici, della "guerra fredda" e di concause economiche; le catastrofi naturali, infine, come stimolo alla riflessione sulle possibilità degli strumenti umani rispetto alla potenza della natura. Troppo ampio e generale il tema di argomento storico, un confronto tra Europa e Usa, componenti fondamentali della civiltà occidentale. 2005 anno della fisica e, con essa, di Einstein; sulla sua opera e, soprattutto, sui suoi valori, gli studenti che hanno affrontato il tema di ordine generale sono stati invitati a riflettere. A parte l'implicito e attuale richiamo alla tragedia dello tsunami - uno dei temi più ricorrenti nel toto scommesse del giorno prima - nessuno degli argomenti ha rispettato i pronostici. A dimostrazione dell'inutilità - pur necessaria, significativa, rituale - del frenetico inseguimento di voci che caratterizza le giornate degli studenti nei giorni precedenti alla prova. Ognuno degli argomenti era alla portata di chi abbia seguito con ragionevole serietà un corso di studi di scuola superiore. Indipendentemente dalla felicità della scelta e dall'efficacia delle formulazioni delle tracce, è curioso rilevare come i temi più fortemente connotati da un punto di vista etico abbiano insistito su alcuni dei motivi di maggiore criticità che caratterizzano l'azione del governo Berlusconi: la verità, la libertà, il processo di integrazione europea; il rispetto per l'altro e l'egualitarismo che costituiscono un punto di contatto tra il tema del viaggio e i principi ispiratori dell'opera di Einstein. La minaccia del referendum su lira e euro, i proclami forcaioli, improntati ad una giustizia "fai da te", al rifiuto, alla non integrazione che vengono concepiti da alcuni ministri della Repubblica mal si compenetrano con quei principi, con quei valori. La verità è la grande assente di questi tristi anni berlusconiani; l'apirazione dantesca ad un riconoscimento da parte dei posteri della sua capacità di dire la verità, il vibrante incitamento di Cacciaguida - e il conseguente affidare alla verità stessa un fondamentale valore morale - appaiono oggi principi teorici totalmente privi di applicazione pratica.
L'idea che i temi possano rappresentare una sorta di percorso di autocoscienza da parte del governo e del ministro Moratti attraverso i propri "luoghi erronei" è un'opzione ottimistica e irreale. Loro fanno finta di crederci veramente. Di essere quelli che suggeriscono principi alle nuove generazioni. A coloro per i quali hanno preparato con impegno e abilità un vuoto siderale di occupazione, ricerca e opportunità. Sotto gli occhi dei quali stanno cercando di smontare, pezzo dopo pezzo, una scuola pubblica che, pur malconcia, tentava di funzionare e soprattutto di non venir meno ai principi che la nostra Costituzione le ha affidato; e che, in nome appunto di una presunta libertà, sono stati allegramente ignorati. I destinatari di quelle indicazioni validissime ma disattese sono i ragazzi che continuano a passarci sotto gli occhi, anno dopo anno; sono quei giovani, oggetto di sofisticate indagini sociologiche e psicologiche, che affrontano lo stanco rituale di un esame che, per il secondo anno consecutivo, ha perso l'ultimo barlume di credibilità, annullando i membri esterni in commissione, per favorire sempre più quelle macchine da soldi e da analfabetismo di ritorno che sono i diplomifici.