Unità: Tutti in classe: flop del maestro unico della Gelmini
L’imposizione della maestra unica per decreto è stata scelto solo dall’11% delle famiglie italiane. Ma anche di meno, a conti fatti
Maristella Iervasi
Riaprono le scuole con il flop assoluto del maestro unico della Gelmini. Basta fare un giro negli istituti che hanno già cominciato le lezioni per accorgersene. L’imposizione della maestra unica per decreto è stata scelto solo dall’11% delle famiglie italiane. Ma anche di meno, a conti fatti. Proprio il ritorno del maestro unico, fiore all’occhiello della riforma della Gelmini alle elementari, è stato bandito dal (ri)salire in cattedra. Un successo dell’Onda anti-Gelmini. Ma lei, il ministro dell’Istruzione, alla vigilia del nuovo anno scolastico “gira” i numeri a suo favore: “Il 69,6% ha preferito il maestro unico di riferimento” ha detto candidamente in conferenza stampa a Palazzo Chigi dove si è “rifugiata” per non guardare i docenti precari e la Flc-Cgil incatenati sotto le finestre di viale Trastevere.
Circondata dai dirigenti ministeriali, Mariastella Gelmini confonde il tempo scuola che le famiglie potevano scegliere all’atto dell’iscrizione dei figli alle prime classi delle elementari, con il maestro unico. Poi prosegue con la distorsione nella comunicazione: “Il 58,6% delle famiglie ha scelto le 30 ore; l’11% le 24 e le 27 ore” - ha precisato. E il flop salta agli occhi. Quell’11% rappresenta nient’altro che una conferma che le famiglie oltre al maestro unico hanno bocciato la politica dei tagli del governo sulla scuola. Infatti proprio le 27 ore sono state garantite in termini di posti-docenti per le prime classi di questo anno. Di conseguenza, i genitori hanno scartato la rincorsa per l’insegnante pressoché unico. Le scuole, forti dell’autonomia, hanno organizzato le risorse mantendo almeno la presenza di due o più insegnanti nelle classi, anche nelle prime. E la Corte dei Conti quest’estate ha fatto il resto, ha spiegato che “il modello del maestro unico introdotto dalla norma 169 del 2008, non può essere obbligatorio per le scuole ma una opzione in più per le famiglie”.
Beata Ignoranza. La Gelmini emanerà al più presto l’atto di indirizzo sul primo ciclo. Ma il ministero nell’indicare l’organizzazione della didattica dall’infanzia alle medie non potrà imporre il maestro unico di riferimento.
Mascherata la prima bugia, eccone un’altra: il tempo pieno.”Cinquantamila bambini in più avranno il tempo pieno, con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Nella scuola elementare - si legge nella cartellina stampa diffusa ai giornalisti - sono state attivate 2191 classi di tempo pieno in più rispetto all’anno precedente. 1505 solo in prima elementare, grazie all’introduzione del maestro unico e all’eliminazione delle compresenze”. E la Gelmini subito sentenzia: “Gli scenari catastrofici alimentati dalla sinistra sono stati ampiamente smentiti dai fatti: con il maestro unico il tempo pieno è aumentato”. Altra mistificazione.
La richiesta del tempo pieno è aumentata grazie al movimento anti-Gelmini che dalla Lombardia alla Sardegna ha tenuto il governo sotto scacco fin dall’autunno scorso. Il ministero della Gelmini ha dovuto mantenere l’impegno preso in campagna elettorale: “Il tempo pieno non sarà cancellato, anzi verrà aumentato”. Lo promise anche Silvio Belusconi. E così è. Non senza imbarazzo per la Gelmini. Basta andare a rileggersi l’audizione al Senato del 21 aprile scorso per carpirne l’irritazione. La Gelmini manifesta stupore per il notevole incremento della domanda di tempo pieno del 20-30%, manifestando il sospetto che tale aumento “sia stato influenzato da informazioni strumentali, volutamente distore e spesso condizionate da posizioni ideologiche”. Ad irritare il ministro, la domanda di tempo pieno proveniente anche da istituti privi dei requisiti necessari.
Infatti, in Sicilia, Puglia e Sardegna, regioni dove il modello orario delle 40 ore è una realtà meno diffusa rispetto alla Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna, è scattata la “riconrsa” al tempo pieno.
Immediate le reazioni. "Il minsitro insiste a raccontar favole e autoincensa. Venga invece in Parlamento a riferire i dati reali su quanti studenti ci sono in ogni classe, quante sezioni a tempo pieno non sono state autorizzate rispetto alle richieste delle famiglie, quante richieste di tempo prolungato alle medie", dicono le parlamentari del Pd Manuela Ghizzoni e Maria Coscia. Mentre l'ex minsitro Bebbe Fioroni dichiara: "Basta bugie. A scuola il tempo pieno non esiste più. E' iniziata l'era del doposcuola".