Unità: Un dramma di tutti
Non è mai successo che lo Stato lasciasse senza lavoro migliaia di persone. I lavoratori della scuola ai tempi della Gelmini sono anche protagonisti di questa «prima volta». Fuori. Per sempre
Fabio Luppino
Un
dramma
di tutti
DIETRO
LA LAVAGNA
Non è mai successo che lo Stato lasciasse senza lavoro migliaia di persone. I lavoratori della scuola ai tempi della Gelmini sono anche protagonisti di questa «prima volta». Fuori. Per sempre. Venticinquemila professori e migliaia di bidelli da questo anno scolastico stanno fuori. Non sono operai, non salgono sulle gru. Sono donne, soprattutto. Ed è anche per questo che l’attenzione è bassa. Sono persone dalle mani nude, non callose, ma nude. Senza stipendio, senza ammortizzatori sociali. Senza più niente. In molti a trent’anni, in molti altri a quaranta-cinquanta anni. Precari per sempre. Una dramma sociale enorme.
I docenti protestano. Si incatenano, si mettono in mutande. Cercano un espediente mediatico. Il 15 luglio la scuola aveva già avvertito l’opinione pubblica con una manifestazione nazionale. Ma sembrano invisibili, lo sono certamente per il modo in cui le televisioni strettamente controllate dal potere, con rare eccezioni, riproducono quanto sta accadendo. La gente, le famiglie toccheranno con mano solo tra qualche giorno. E allora quello che è il dramma di migliaia di persone, e dei loro familiari, che sanno già oggi di non avere più un reddito, sarà un problema di tutti. Quando si scoprirà che il tempo pieno non esiste quasi più; quando con le prime supplenze brevi gli alunni verranno ammassati in altre classi causa mancanza fondi; quando si capirà bene che raggruppare trenta alunni per classe non è fare scuola e formazione.
Il governo è stato di parola. Aveva annunciato questo scempio un anno fa: una scuola di tagli e basta. Ieri Franceschini è andato a Benevento e ha fatto bene. Ne dovrebbe parlare ogni giorno. Con lui anche tutti quelli che vogliono dire cose di sinistra.
Se non ora, quando?