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Unità-Una sfida alla cultura delle tre "i"

Una sfida alla cultura delle tre "i" Nicola Angerame Tremila persone in Piazza Grande ad ascoltare i filosofi. È il ritratto del Festival Filosofia di Modena, un evento unico nel s...

19/09/2004
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l'Unità

Una sfida alla cultura delle tre "i"

Nicola Angerame

Tremila persone in Piazza Grande ad ascoltare i filosofi. È il ritratto del Festival Filosofia di Modena, un evento unico nel suo genere, un modo nuovo di vivere la filosofia che si fa tentativo partecipato di dare risposta alle inquietudini del nostro tempo segnato dalla difficoltà di rappresentarsi, in modo esauriente ed unitario, il mondo in cui viviamo. Un luogo in cui il dialogo diventa urgenza primaria ed in cui la globalizzazione dei diritti non può pensarsi soltanto come esportazione forzata della democrazia.
Di fronte all'avvento della tecnica ed all'imprevedibilità della storia, i filosofi si sentono chiamati ad pensare nuovi modelli analitici che possano guidare l'azione politica e l'incontro pacifico tra civiltà: come l'arcipelago di sistemi incommensurabili, teorizzato da Cacciari, o il ritorno ad un patriottismo che Maurizio Viroli vuole a difesa della res pubblica contro le nuove oligarchie che governano per interesse personale.
La miniaturizzazione del mondo ad opera del progresso tecnologico ci dice che ormai abbiamo a disposizione la totalità dell'esistente, ma la filosofia ricorda che ne siamo responsabili e che dobbiamo ricercare i modi con cui mantenere aperto lo spazio ideale di una polis mondiale in cui le identità non siano barriere ossificate e la contraddizione non generi violenza.
Questo Festival mostra il volto attualissimo della filosofia e si presenta come sfida alla cultura delle tre "i", al nuovo modello di scuola che estromette una disciplina capace di contrastare le soporifere influenze dell'informazione omologata e lo fa anche in modo divertente, con le cene pensate da Tullio Gregory, spiritosi incontri tra la cucina romagnola ed i grandi filosofi, i concerti aperti alle musiche del mondo, mostre come quelle sulla psichedelica o sull'Atlante concettuale ironico del fotografo romagnolo Luigi Ghirri. Anche Carpi e Sassuolo sono coinvolte in questa tre giorni di grande riflessione collettiva, nella convinzione che la ragione umana, in quanto organo della comprensione, possa medicare quel dolore che il nostro essere al mondo comporta. L'auspicio di tutti è raggiungere quella pace perpetua, nel riconoscimento di tutte le diversità, di cui scrisse Immanuel Kant e che ispirò la nascita delle Nazioni Unite. Oggi, che con gli effetti della globalizzazione il cosmopolitismo semplice è osteggiato in quanto irrapresentabile (idea regolativa ed illusione necessaria, la definisce Cacciari) una riflessione condotta come apertura verso l'esterno, verso l'alterità di un pubblico di non addetti ai lavori, indica l'esistenza di una mobilitazione spontanea verso la cultura senza mediatori ed un bisogno di scendere in piazza per ascoltare chi ha delle idee ed è estromesso dallo spazio mercantile della televisione. Auspicando che le buone iniziative possano proliferare più velocemente delle cattive leggi, si chiude domani, con gran soddisfazione anche del Collegio San Carlo, che organizza, e Remo Bodei che dirige: gli interventi attesi sono quelli di Franco Farinelli, Jonathan Friedman, Umberto Galimberti, Aldo G. Gargani, Peter Greenaway, Michel Maffesoli, Gianni Vattimo e Maurizio Viroli.