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Unità: Veltroni: sulla scuola governo arrogante La finanziaria cambia? «È un nostro successo»

Il segretario insiste: devono ritirare il decreto Gelmini

29/10/2008
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l'Unità

«L’esecutivo non si occupi solo dei potenti ma anche delle fasce deboli». Al coordinamento

il leader attacca: «Basta divisioni, la gente ci ha chiesto unità». «Andare avanti col decreto Gelmini è un atto di arroganza, insisto nel chiedere che venga ritirato». Ovviamente il governo tira dritto, su tutto, ma Veltroni, mentre al Senato è bagarre, ci tiene a ribadirlo. In una conferenza stampa presenta le proposte per l’università e annuncia: sul tema istruzione il Pd darà battaglia con tutti gli strumenti che ha. Il governo, dice il segretario, sbaglia a non tener conto degli studenti, «un movimento che non ha matrice politica», e dimostra grande arroganza e poca lungimiranza «approvando il decreto prima dello sciopero proclamato dai sindacati». Berlusconi tira dritto, cancella ogni ipotesi di confronto, ma ora il Pd è più forte. E infatti se sulla scuola e la legge elettorale il governo è orientato allo scontro, sull’altro fronte su cui Veltroni intende capitalizzare il successo del Circo Massimo, ossia la richiesta di misure economiche urgenti per i redditi e le piccole e medie imprese, l’esecutivo potrebbe muoversi con più circospezione. Se non altro perchè alcune delle proposte del Pd coincidono con quelle che vengono da Confindustria e associazioni di categoria. «Prima il governo si occuperà dei problemi veri della gente reale e non solo di quelli dei potenti - dice Veltroni - e meglio sarà». Naturalmente Berlusconi, se farà interventi per aiutare le fasce deboli, non ammetterà mai che l’ha fatto perchè le richieste del Pd sono ormai ineludibili, ma per Veltroni questa sarà la battaglia d’autunno. Il Pd ha presentato sul punto fin dall’estate non generiche richieste ma proposte mirate e compatibili con il bilancio, solo che i media e il governo le hanno ignorate. «La questione centrale del nostro paese - dice Veltroni - è il progressivo impoverimento del paese, il governo se ne deve occupare al più presto a partire dalla prossima tredicesima». Veltroni ufficialmente non commenta la disponibilità del governo a cambiare un po’ la finanziaria, però coi suoi ha mostrato soddisfazione: «Finalmente iniziano a capire, lo consideriamo un nostro successo». «Del resto - commenta Cesare Damiano - è evidente che la finanziaria va rivista poichè era già sbagliata in una situazione ordinaria, ed è del tutto inadeguata di fronte alla nuova situazione di crisi».

Il Pd si sente rinfrancato dal sabato del Circo Massimo e ieri, nella riunione del coordinamento, Veltroni ha preso la parola per lanciare un messaggio anche all’interno: «La gente ci ha chiesto unità, basta con le divisioni e i distinguo, lavoriamo per dare battaglia con le nostre proposte». Una sorta di avvertimento preventivo a evitare «di farci del male da soli», ora che Berlusconi inizia a mostrare i primi segni di difficoltà, e che è stato accolto senza obiezioni nelle due ore di discussione. Non è che i problemi siano tutti risolti. Tanto per dire i ripetuti accenni di Veltroni al rinnovamento, per alcuni non devono significare «purghe o epurazioni». Nel Lazio è aperta la partita del segretario regionale a cui concorrono Morassut e il dalemiano Cuperlo: non è chiaro come andrà a finire, ma la soluzione sarà una cartina di tornasole degli equilibri interni. Dopo il Circo Massimo i sondaggi segnalano notizie positive per il Pd (un paio di punti percentuali in più secondo Piepoli, dal 30 al 32%), ma tutti insistono sull’iniziativa politica. Battaglia quindi sui temi sociali, sulla legge elettorale, dove - dice Veltroni - tutti i retroscena di questi giorni, che vogliono un Pd veltroniano segretamente d’accordo su sbarramento alto e niente preferenza, sono destituiti di fondamento. Non a caso dal Nazareno è arrivato subito il plauso alle parole del presidente Napolitano. Fermezza anche sul nodo della Vigilanza: si continua a sostenere Orlando, tanto più che dopo l’accordo per l’Abruzzo, i rapporti con l’Idv sembrato meno burrascosi di qualche tempo fa. In fondo, sul tema delle alleanze, la linea è sempre la stessa: unire tutte le opposizioni, poi si vedrà sulla base di un programma riformista con chi andare alle elezioni. La stessa vicenda abruzzese, dove l’Udc andrà probabilemtne da sola, dimostra che assi privilegiati o esclusivi con Casini sono al momento prematuri.

Soprattutto il Pd vuole far valere le sue proposte: sull’economia sta per vincere una battaglia, sull’università ha presentato ieri dieci punti per una riforma. «Non difendiamo affatto i baroni e lo status quo - hanno spiegato Garavaglia, Modica e Piecierno - sono state scritte tante fandonie, noi proponiamo una riforma radicale». Purchè sia chiaro che per l’università la spesa non va diminuita, visto che è al di sotto della media europea.

BRUNO MISERENDINO

ROMA

bmiserendino@unita.it