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Università, contro i tagli la protesta sale sui tetti. Occupazioni in tutta Italia. Oggi sit-in a Roma

Sul ddl accordo tra governo e finiani che si asterranno o voteranno a favore

24/11/2010
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la Repubblica

 

CORRADO ZUNINO


 

ROMA - Il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini accelera sulla riforma universitaria, forzando tempi e regolamenti parlamentari. E nell´Italia attorno a Montecitorio, negli atenei ma anche nelle scuole medie superiori, la protesta si fa valanga: ricercatori sui tetti del rettorato di Salerno fra i pannelli fotovoltaici, sui ballatoi della Statale milanese, i terrazzi di Architettura a Roma. E, più in basso, nelle aule, ecco l´onda tardoautunnale di occupazioni, autogestioni, lezioni notturne. Sono studenti universitari e dei licei, sono ricercatori precari, molti professori. I rettori di Cagliari e Sassari producono documenti congiunti e diversi "prof" raccolgono firme contro da portare a Napolitano.
L´opposizione alla riforma Gelmini si mostra potente e trasversale, ma l´accordo politico tra finiani e governo di ieri mattina potrebbe portare - nella giornata di domani - all´approvazione del ddl universitario nonostante i 400 emendamenti contro. Già si annuncia il terzo e definitivo passaggio, al Senato, il 9 dicembre.
Sui tetti, in tarda mattina, ci sono andati gruppi di ricercatori e precari del campus Fisciano di Salerno. Sotto la pioggia, con il rettore che minacciava di chiamare la Digos. E in Fontanella Borghese, a Roma, universitari hanno montato tende e srotolato striscioni: «La legge non si può emendare, occuperemo a oltranza». Alla Sapienza è passato il voto della presa di cinque facoltà. Torino si è confermata la guida di questa terza fase di protesta: l´assemblea con settecento studenti decide l´occupazione di aule e tetti di Palazzo nuovo (facoltà umanistiche). Poi si replica il blocco dei binari a Porta Nuova, con un pericoloso tentativo di fermare un Frecciarossa in movimento. È bastata mezz´ora per il caos: quattro treni soppressi. «Oggi fermeremo tutte le lezioni».
Dei sessantasei atenei pubblici, quarantaquattro sono stati paralizzati. A Bari i laureandi hanno deciso di presentarsi alla discussione della tesi con una coccarda nera al braccio. A Pavia, elmetti gialli in testa, si è costruita l´Altrariforma di cartone. Il rettore ha indossato il caschetto. Occupazioni a raffica a Pisa e Firenze, dove si sono organizzate maratone di lezioni notturne con i docenti a fare i docenti. E, scendendo, blocchi a Palermo, a Catania. In provincia, a Macerata. Per osmosi, e solidarietà sui tagli subiti e la paura del futuro precario, hanno occupato anche i medi superiori: dieci scuole a corrente alternata a Roma, sei a Milano, nove a Palermo dove nacque la Pantera nei Novanta, nove a Torino centro del ‘68. Anche i riferimenti hanno un peso e anche i "ragazzi" annunciano ascese ai tetti.
Questa mattina si torna a manifestare davanti a Montecitorio. All´interno, si riparte dalla discussione sull´articolo 2 (su 25). La Gelmini, convinta di aver già vinto, così liquida la grande protesta: «Nulla di nuovo

 


Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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