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Università, il diritto allo studio non è più per tutti i meritevoli

La spending .review si abbatte anche sulla formazione. Meno risorse ad atenei e regioni

04/08/2014
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Il Sole 24 Ore

 BENEDETTA PACELLI

Fondi per il diritto allo studio ridotti all'osso. E tra l'aumento delle tasse universitarie cui molti atenei hanno dovuto metter mano per risollevare i bilanci in rosso, a rimetterci sempre di più sono le famiglie. Basti pensare che, per esempio, far studiare un figlio al Politecnico di Milano può costare circa 1.700 euro solo di tasse e oltre 1.200 se è iscritto all'università di Torino. Una cifra che, specie per i fuori sede, va sommata a tutte le spese aggiuntive per un alloggio o per una semplice mensa. Perché il punto è che gli studenti che possono usufruire di tutti quei sussidi che vengono erogati da aziende o enti regionali per il diritto allo studio universitario presenti nei diversi contesti universitari, sono sempre di meno. Un dato su tutti: dopo il picco dell'anno 2009, dovuto a stanziamenti aggiuntivi, e la contrazione negli anni 2010 e 2011, nel 2012 l'ammontare delle risorse statali ripartite tra le regioni è risalito a 163 milioni di euro. Nel 2013 si sono attestate a circa 150 milioni, mentre per il prossimo triennio, nonostante l'integrazione di 100 milioni dei recenti interventi normativi, lo stanziamento complessivo del fondo integrativo sarà di soli 112 milioni l'anno. Fondi al lumicino per garantire la copertura a tutti gli idonei. Il meccanismo sulla carta sarebbe semplice: le borse di studio sono concesse dalle regioni e attribuite per concorso bandito annualmente. Tutti gli studenti che in base ai requisiti sono collocati nelle graduatorie degli enti regionali sono considerati idonei ed hanno diritto all'esonero totale dal pagamento dei contributi universitari. Il punto è che idonei, cioè quegli studenti che rispettano i parametri reddituali e sono in linea con gli esami, non risultano pure beneficiari. E data la riduzione delle risorse, nazionali e locali, tra il 2009 e il 2012 si è passati da un tasso di copertura dell'86% a uno del 69%. Le regioni del Mezzogiorno, dove maggiore è l'incidenza degli aventi diritto, presentano tassi di copertura inferiori alla media. Se a livello nazionale circa 16 studenti su 100 risultano idonei a beneficiare della borsa, dal dettaglio regionale emerge una situazione molto diversificata. Le regioni con la minore percentuale di idonei rispetto agli studenti regolari sono la Lombardia (8,1%) e il Lazio (12,9%), mentre tra quelle che non riescono a soddisfare neanche la metà degli aventi diritto compare il Piemonte con il 30% (5 anni fa copriva il 100% degli idonei) e la Calabria con il 35% (nel 2008 era il 55%). Stesso discorso per i posti negli alloggi universitari e per i contributi erogati per ammortizzare le spese per la casa. Nel 2007, le regioni investivano ben 10 milioni di euro, che nel 2012 si sono assottigliati a 4,8 milioni. E se i postialloggio si sono leggermente incrementati la percentuale di studenti che ne ha fatto richiesta è aumentato.