Università, Manfredi: rientro in aula al 50% nel secondo semestre
Il ministro auspica una ripresa delle lezioni come a settembre e così il rettore di Bologna. E sulla ricerca annuncia il nuovo piano: 20-25 miliardi per 5 anni. L'occasione è l'arrivo del filosofo Luciano Floridi all'Alma Mater
Ilaria Venturi
Come sulla scuola, il dibattito sul rientro nelle aule è aperto anche nelle università. Nella prima metà di febbraio è prevista la ripresa delle lezioni del secondo semestre. "Ho sollecitato i rettori con una lettera di predisporre, nei prossimi giorni, i piani per la riapertura dell'attività didattica. Le condizioni del nuovo Dpcm consentono di poter ritornare nello schema di settembre quindi di poter fare una didattica mista con la presenza del 50% in aula". A parlare il ministro dell'Università e della ricerca, Gaetano Manfredi, intervenuto in streaming alla presentazione dell'arrivo di Luciano Floridi, considerato il padre della filosofia dell'informazione, come professore dell'Alma Mater.
"Ovviamente va fatta una valutazione insieme ai comitati regionali perché l'università impatta molto sul sistema dei trasporti", ha concluso il ministro da sempre per la linea "aperturista". Dunque anche per le università il rischio è che si proceda in ordine sparso e molto dipenderà dall'andamento dei contagi. "Nostro orientamento è ripartire come a settembre", dice il rettore di Bologna Francesco Ubertini.
L'ateneo di Ferrara, per esempio, ha già deciso di continuare con il modello del primo semestre: tutte le lezioni da remoto e un giorno solo a settimana in cui ai ragazzi viene offerto un approfondimento in aula sui contenuti spiegati online. "Abbiamo trasformato una situazione di disagio in una sperimentazione didattica che può essere una formula utile in futuro. È un'idea da società chiusa aspettare l'arrivo dei vaccini e pensare che tutto tornerà alla normalità – spiega il rettore Giorgio Zauli – La vera difficoltà, che abbiamo tutti, è sugli esami scritti a distanza: bisogna cercare di evitare che gli studenti copino. E quello che mi preoccupa di più è aiutarli ad affrontare il senso di estraniamento che stanno vivendo".
Il bilancio presentato da Manfredi sulla didattica online è positivo: "Stiamo raccogliendo in maniera dettagliata i dati del 2020 e questi ci dicono che il numero di crediti acquisiti dagli studenti e il numero di laureati sono in linea con il 2019 che è stato l'anno pre-pandemico. Quindi malgrado le grandissime difficoltà che abbiamo vissuto non potendo essere presenti in aula, dal punto di vista del risultato non ci sono stati arretramenti". Il ministero si è detto poi disponibile a concedere anche quest'anno la proroga dell'anno accademico come richiesto a più voci dagli studenti, l'ultimo appello ieri è stato dell'Udu. "Se ci sarà una richiesta da parte della Crui di operare una proroga, questo sarà sicuramente preso nell'attenzione del Ministero e quindi provvederemo di conseguenza. Credo che sarà una decisione dei prossimi giorni", precisa Manfredi.
Infine, la ricerca. A breve sarà presentato il nuovo piano nazionale della ricerca. Intanto il ministro conferma i finanziamenti: su un piano settennale che si sta costruendo nel Recovery plan, nei primi 5 anni, spiega, sono ipotizzabili 20-25 miliardi, tra risorse esistenti e nuove. Il recovery infatti destina 9,1 miliardi alla missione “Dalla ricerca all’impresa” a cui si aggiunge il programma nazionale della ricerca (Pnr) 2021/27 da oltre 14 miliardi e i cui contenuti, dopo il via libera del Cipe, erano usciti prima di Natale. Almeno a grandi linee: la rimodulazione delle procedure di assegnazione dei fondi, un piano ad hoc per la "scienza aperta" (condivisione risultati, sistemi integrati tra ricerca di base e applicata), ricercatori "manager della ricerca".
Nei prossimi giorni Manfredi presenterà il Piano nei dettagli. Intanto dice: "Un'occasione molto rilevante che dobbiampo essere in grado di saper cogliere, abbiamo bisogno di fare un salto di scala nella capacità di organizzazione e di spesa, cosa che faremo".
Sulla crisi di governo Manfredi non si sbilancia: "Da un lato bisogna lavorare sulla continuità: siamo in una fase molto complessa del Paese, quindi c'è necessità di garantire una continuità dell'azione politica e amministrativa. Dall'altro c'è sempre una possibilità di migliorare" e "credo che sia all'attenzione del presidente del Consiglio e della maggioranza una valutazione sel poter rafforzare il Governo, ovviamente nell'interesse del raggiungimento degli obiettivi e nell'interesse dei cittadini".
Da Oxford a Bologna: arriva Floridi
"Questa giornata è significativa di questo grande processo in atto che non definirei di ritorno dei cervelli ma di attrazione dei cervelli". Così Gaetano Manfredi ha dato il benvenuto al filosofo Luciano Floridi come nuovo docente e ricercatore a Bologna. "Negli ultimi anni ci sono state migliaia di ricercatori che operavano all'estero che sono rientrati in Italia - sottolinea il ministro - con procedure di chiamata diretta che noi abbiamo rafforzato, anche con benefici fiscali inseriti in manovra. Questo è un segnale molto importante, perché una grande comunità scientifica, un grande Paese, deve essere un Paese attrattivo. Per far questo noi dobbiamo avere circolazione di cervelli, attrazione di talenti, capacità di essere al centro delle dinamiche internazionali guardando alle grandi sfide globali".
"Le sue idee e la sua leadership - aggiunge il rettore Ubertini - saranno un valore per l'Ateneo e per l'intero Paese". Dall'inizio del mandato di Ubertini all'Università di Bologna sono stati chiamati dall'estero un centinaio di docenti e ricercatori, sia italiani che hanno fatto ritorno al loro Paese di origine, sia internazionali desiderosi di proseguire la loro carriera all'Alma Mater.
"Che i filosofi tornino a fare il loro mestiere: costruire un apparato filosofico che elabori nuove strategie. In questo senso definisco la filosofia design concettuale", il pensiero guida di Luciano Floridi, (suo il saggio Pensare l'infosfera, Raffaello Cortina). A Bologna il filosofo guiderà la ricerca sui temi dell'intelligenza artificiale e dei social media. "Come mi sento? - dice - Provo immensa gratitudine, non so come ringraziare Bologna e il sistema Italia. Il mio non è solo orgoglio, ma riconoscere che c'è dietro un progetto in tempi lunghi, c'è voglia di eccellere e di vincere".