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Università Mediterranea di Reggio Calabria: indietro tutta

ora il Rettore, che si è reso protagonista di tale vicenda, viene chiamato da alcune organizzazioni sindacali (RSU di Ateneo, USB P.I., SNALS CISAPUNI, UIL RUA) a render conto dei “gravi errori politici commessi in questa vicenda”

26/05/2017
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ROARS

Francesco Coniglione

Ogni tanto sembra che la ragionevolezza possa trovare cittadinanza nel mondo universitario. Qualche tempo fa avevamo denunciato su queste pagine come all’Università Mediterranea di Reggio Calabria si stesse procedendo spediti alla creazione – a seguito di delibera unanime del Comitato Regionale Universitario della Calabria (che comprende quattro università: Catanzaro, Cosenza e le due di Reggio Calabria) – il Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione primaria (Classe LM 85bis) a ciclo unico di 5 anni, che dovrebbe essere istituito appunto nella “Mediterranea”. Questo in un ateneo in cui mancano proprio i dipartimenti nei quali di solito viene incardinato tale corso di laurea (Scienze della Formazione, o di Studi Umanistici o di Scienze Umane), che, infatti, era stato assegnato a quello di Giurisprudenza. Non solo, ma ciò sarebbe dovuto avvenire anche in assenza dei docenti di quei settori scientifico-disciplinari che possono coprire gli insegnamenti di base e caratterizzanti, a dispetto della norma (DM 30-01-2013, e successive modifiche) per la quale, affinché un corso di laurea di nuova istituzione possa essere accreditato dal Miur, esso deve esibire il requisito indispensabile di possedere un certo numero minimo di docenti strutturati.

Ma a quanto pare, a seguito delle vibrate proteste da più parte elevate (specie da parte di molti docenti dell’ateneo Unical, di Cosenza, che già possiede tale CdS, e forse un po’ anche grazie alla nostra denunzia, oltre che ad altre prese di posizioni sulla stampa nazionale) tale proposta è stata ritirata dall’ateneo proponente, in quanto l’ANVUR non sarebbe potuta neanche entrare nel merito, proprio a causa della mancanza del prerequisito fondamentale nel nostro articolo indicato: il numero dei docenti. E ora il Rettore, che si è reso protagonista di tale vicenda, viene chiamato da alcune organizzazioni sindacali (RSU di Ateneo, USB P.I., SNALS CISAPUNI, UIL RUA) a render conto dei “gravi errori politici commessi in questa vicenda”, nonché a rendersi conto che “la fallimentare e inadeguata offerta formativa della Mediterranea non può essere rilanciata attraverso corsi insostenibili, privi dei docenti nei settori scientifico-disciplinari fondamentali”, addirittura invocandone le dimissioni. Ma non potrà non risentirne negativamente anche il rettore della Unical, che in sede di Comitato regionale aveva avallato tale operazione. Vista questa ingloriosa ritirata, si spera proprio che per l’anno prossimo non si torni all’attacco: si sa, nelle italiche cose, tutto è possibile e “a volte ritornano”. Ma in questo caso perseverare sarebbe veramente diabolico.

A volte pare che la ragione hegeliana governi effettivamente il mondo; ma non lasciamo prenderci dall’ottimismo: avviene solo per piccoli tratti, a volte in modo inatteso, per poi distrarsi su più consistenti e succulente questioni che riguardano la politica universitaria e della ricerca.