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Università, nuovi test di Ammissione la Fretta di un cambio in Corsa

Tutto cambiato. E in extremis. Si sta parlando delle prove d'ammissione per le facoltà universitarie a numero chiuso (medicina, odontoiatria, veterinaria e architettura).

28/04/2013
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Corriere della sera

di Paolo Di Stefano

Tutto cambiato. E in extremis. Si sta parlando delle prove d'ammissione per le facoltà universitarie a numero chiuso (medicina, odontoiatria, veterinaria e architettura). O meglio, per dirla con linguaggio più pertinente, cioè rispettoso del gergo burocratico-amministrativo del Miur: per i «corsi di laurea ad accesso programmato». Non più 80 ma 60 domande. La maturità inciderà sul punteggio, gettando la sua ombra lunga anche sul futuro universitario dello studente. I test verranno anticipati da settembre al 23, 24 e 25 luglio, imponendo l'obbligo di buttarsi in un altro esame pochi giorni dopo aver superato (si spera) lo stress della maturità.
Ma c'è altro. Già l'invasione dei quiz a risposta multipla (tipo Rischiatutto) ha dato un colpo tremendo alla dignità culturale di certi esami e alle possibilità di una seria verifica delle capacità di ragionamento e di argomentazione dei candidati. Adesso, con la riduzione a foglia di fico del peso della cultura generale (solo 5 domande), viene sancito per decreto governativo (coerentemente con molte altre misure precedenti) che un futuro chirurgo o un futuro architetto possono essere perfetti ignoranti in ambiti che non siano strettamente tecnici. A questo punto, piuttosto che abbattere le domande di carattere culturale a un dodicesimo del totale, gli esperti del Ministero avrebbero potuto mostrare più coraggio eliminandole del tutto: ai compilatori dei questionari sarebbe stato risparmiato il grave imbarazzo di trovare argomenti più interessanti della «grattachecca», su cui l'anno scorso si aprirono tante (giuste) polemiche.
Ci sono poi altre trovate «rivoluzionarie». Migliorative o peggiorative che siano, o forse piuttosto insignificanti, è certo comunque che le novità riusciranno nella difficile impresa di confondere ulteriormente le idee agli studenti e di conseguenza anche ai loro genitori, che si vedono cambiare le regole del gioco (si fa per dire) tre mesi prima della prova. Tutte misure di cui non si sentiva la necessità. Tra scuola e università, mentre tutto sembra cambiare e ammodernarsi, le antiche urgenze rimangono intatte.