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Unpatto a tre coi prof e le aziende

Posto fisso per oltre 100mila precari: in cambio niente progressioni automatiche L’apprendistato sarà rafforzato, incentivi per spingere gli investimenti dei privati

03/09/2014
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Paolo Baroni

Un patto coi prof, o se vogliamo  uno scambio, per far  decollare il nuovo «patto  educativo» che palazzo  Chigi presenta ufficialmente  oggi. Per battere il «morbo della supplentite  », come lo chiama Renzi, il governo  è sì pronto a stabilizzare 100mila  precari, ma in cambio chiede ai neoassunti  di rinunciare agli scatti di anzianità  per far posto a scatti di carriera legati  al merito. Cosa che già ora mette in allarme i  sindacati della scuola. Secondo i calcoli  del governo un intervento del genere,  oltre a premiare meglio le professionalità,  avrebbe infatti il vantaggio di rendere meno onerosa la ricostruzione delle  carriere, che in base alle leggi attuali oggi  rappresenta una delle voci di maggior  spesa visto che ogni immesso in ruolo ha  sempre anni di servizio alle spalle.  La carica dei 100mila  Il governo punta a coprire sia le  40mila supplenze annuali che i 20mila  posti del turn-over, i posti degli insegnanti  di sostegno utilizzati di fatto come  normale organico (altre 20mila  unità) e tutti gli «spezzoni» di cattedre  intere (docenti in servizio sino al termine  delle attività didattiche), che assommano  ad altre 12-13 mila unità. In  più le reti di scuole verranno dotate di  un contingente di professori, il cosiddetto  «organico funzionale», da utilizzare  per tutte le altre esigenze della didattica,  comprese le aperture prolungate.  Un’operazione importante, che  potrebbe portare all’assunzione anche  di più dei 100mila precari di cui si parla  da giorni per un costo di almeno un  miliardo di euro all’anno.  Il nodo delle risorse  Il governo parla di primi stanziamenti  inseriti già nella prossima legge diStabilità,  cui poi dovrebbero aggiungersi i risparmi  legati agli interventi sugli scatti  di anzianità, la rimodulazione del piano  triennale di assunzioni già previsto dal  decreto Carrozza e, qualora ve ne fosse  bisogno, una parte dei risparmi frutto  della revisione della spesa.  Altri fondi per l’edilizia  Oltre al miliardo di euro già stanziato  nelle scorse settimane, per il 2015 si potrà  disporre di un altro miliardo e mezzo  dei fondi europei da destinare a nuove  costruzioni e ristrutturazioni. Inoltre  verrà sbloccato il patto di stabilità a  quei comuni che nei mesi passati hanno  presentato progetti seri e soprattutto  cantierabili, come è già accaduto con la  lettera che Renzi ha inviato a tutti i sindaci  a inizio mandato.  Programmi e apprendistato  La consultazione aperta servirà anche a  costruire assieme alle famiglie e agli studenti  nuovi modelli didattici. Il governo,  tra l’altro, punta a rafforzare inglese e informatica  già dalla scuola primaria e ad  aumentare le ore di storia dell’arte nei licei  e quelle dedicate all’insegnamento  della musica. Ma soprattutto per avvicinare  scuola e mondo del lavoro, con un  legame molto stretto col decreto lavoro  ed il Jobs act che verrà definito a breve,  si punta a raddoppiare le ore di formazione  in azienda, potenziando l’apprendistato  che verrà esteso ai ragazzi delle  superiori in maniera da formarli ancor  prima di entrare sul mercato del lavoro.  Quindi si prevedono incentivi fiscali per i  privati che investono nei laboratori didattici  e più in generale nelle scuole.  Presidi-manager  Tutta questa costruzione non può prescindere  da un rafforzamento del ruolo  dei dirigenti scolastici, che saranno  sempre più manager, o se vogliamo presidi-  sindaco, dovendo gestire non solo il  lavoro della scuola e dei plessi che dirigono,  organizzando con maggiore flessibilità  sia l’impiego degli insegnanti che  la gestione dei programmi, ma anche i  rapporti col territorio, con le imprese e  con il volontariato che a sua volta potrà  utilizzare spazi nelle scuole. Di conseguenza  si prevede pure di ridisegnare le  funzioni degli organi collegiali per distinguere  tra potere di gestione (in mano  ai dirigenti) e potere di indirizzo.  A gennaio i primi decreti  A partire da oggi le linee guida saranno  pubblicate sul sito dei «Millegiorni»  (www.passodopopasso.italia.it), seguiranno  Due mesi di raccolta pareri, quindi  A metà novembre il governo tirerà le fila.  Primi provvedimenti attuativi a gennaio. 

Twitter@paoloxbaroni