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vari kataweb:Fiducia alla manovra, no dai Comuni. Le Regioni critiche ma non restituiscono le deleghe. La Cgil: manomessa la previdenza

Non viene ripristinato - spiega Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil - il diritto del personale alla maturazione degli scatti di anzianità. Tagli alle tutele sociali, innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni per le donne e passaggio obbligato dell’indennità di buonuscita al tfr chiudono il cerchio di un disegno politico»

16/07/2010
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Kataweb

ROMA. Il Senato ha concesso la fiducia al maxiemendamento alla manovra correttiva con 170 sì e 136 no. Il testo passa all’esame della Camera per la seconda lettura. Si tratta di un intervento pensato per ridurre il deficit dal 5% del 2010 al 2,7% del 2012. Si basa in gran parte sui tagli alle Regioni e agli enti locali, sul blocco degli stipendi e contratti nella pubblica amministrazione e sull’aumento dell’età pensionabile per le donne del pubblico impiego.
Soddisfatto il ministro Tremonti: «Andiamo avanti così: le pensioni, la Fiat a Pomigliano, stabilità e naturalmente fiducia. Perchè la fiducia porta fiducia». Il titolare dell’Economia rafforza l’asse con Bossi, uscito vincente dal braccio di ferro con le Regioni e sulla vicenda delle quote latte. Le Regioni hanno dovuto accantonare la forma di protesta clamorosa, vale a dire la restituzione delle deleghe, approvando un documento unitario nel quale si ribadisce «l’insostenibilità della manovra». Ma, spiega Errani presidente della Conferenza, «non alziano bandiera bianca e continueremo a lavorare per cercare di cambiarla». Anche i Comuni la giudicano «negativa e insostenibile» e i sindaci chiedono «l’immediato avvio dei lavori preparatori per la definizione del decreto che dovrà attribuire ai Comuni una forte autonomia fiscale sui beni immobili». Giudizio sostanzialmente positivo dalla Confindustria ma la presidente Marcegaglia chiede per l’autunno misure per la crescita. Nel dibattito sulla fiducia l’opposizione (Pd-Idv-Udc) ha insistito sulla mancanza di equità. Anna Finocchiaro presidente dei senatori del Pd ha risposto a Tremonti: «Non ci può essere austerità per chi guadagna 1200 euro al mese e ci fa campare la famiglia e zero centesimi di contributo al Paese per chi ha straodinari patrimoni». I conti per i lavoratori del pubblico impiego li fa la Cgil che ieri ha organizzato un presidio di un migliaio di lavoratori davanti a Palazzo Madama e partecipato alla manifestazione dei precari della scuola in piazza Montecitorio: «Non viene ripristinato - spiega Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil - il diritto del personale alla maturazione degli scatti di anzianità. Tagli alle tutele sociali, innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni per le donne e passaggio obbligato dell’indennità di buonuscita al tfr chiudono il cerchio di un disegno politico». La Cgil insiste sulla «manomissione del sistema pensionistico» utilizzata, denuncia il segretario generale Guglielmo Epifani, «solo per fare cassa» spostando per la prima volta «risorse consistenti dalla previdenza per destinarle ad altri settori, togliendo così le condizioni per l’equilibrio e la solidarietà del sistema». Inoltre «con 41 anni di contributi per la pensione - denuncia ancora la segretaria Cgil Vera Lamonica - con l’allungamento a 67 anni per le lavoratrici del pubblico impiego, la manomissione e non riforma genera un sistema socialmente insostenibile». Sulle pensioni interviene anche Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione lavoro della Camera, secondo il quale «si passa dal sistema pensionistico delle vecchie generazioni che dava certezze di data per andare in pensione e di risultato per quanto concerne l’assegno, a una nuova situazione nella quale i futuri pensionati non sapranno più né quando andranno né quanto percepiranno».
Secondo la Federconsumatori i tagli ai trasferimenti, gli aumenti delle tasse locali e il blocco dei salari costeranno 889 euro a famiglia