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Vari Kataweb: Fioroni vuol correre ai ripari

Verifica su qualità e quantità dei corsi di recupero

12/03/2008
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Kataweb

Dopo l’indagine che denuncia le carenze degli studenti al primo quadrimestre

ROMA. Fatta la diagnosi, va accertata l’efficacia della cura. Assodato che gli studenti italiani dopo il primo quadrimestre zoppicano in parecchie materie con due milioni di studenti che hanno riportato 8 milioni di insufficienze, il ministero della Pubblica Istruzione ha già avviato una indagine per verificare se la «cura» individuata, e cioè i corsi di recupero, sono stati approntati, e come, dalle scuole. L’ufficio studi e programmazione di viale Trastevere ha dato il via a una rilevazione su un campione rappresentativo di scuole distribuite su tutto il territorio nazionale.
Lo scopo di questa rilevazione era quello di verificare quali azioni di recupero i singoli istituti scolastici hanno messo in piedi per consentire agli studenti di colmare le lacune emerse in questo primo scorcio di anno scolastico, verificando se sono stati aperti i previsti «sportelli» di consulenza per le famiglie, se i corsi di recupero sono stati affidati a docenti interni o esterni, se sono svolti la mattina o il pomeriggio. Insomma, una fotografia dettagliata della situazione. I risultati dovrebbero arrivare sul tavolo del ministro tra una settimana o al massimo una decina di giorni.
Quel che è certo è che i debiti formativi devono essere sanati prima degli scrutini di giugno o, nei peggiori dei casi, entro il 31 agosto, prima cioè che parta il nuovo anno scolastico. Le scuole hanno l’obbligo di attivare questi corsi che non potranno avere una durata inferiore alle 15 ore ciascuno con la possibilità di utilizzare anche la quota del 20% del monte ore riservato al’autonomia scolastica.
Gli studenti sono tenuti alla frequenza a meno che le famiglie decidano di provvedere per conto loro ricorrendo alle classiche «ripetizioni», ma in questo caso dovranno comunicarlo formalmente e per iscritto alla scuola. I soldi per avviare questa «operazione di salvataggio» ci sono: sono stati stanziati, in questa prima fase, 210 milioni di euro e i docenti percepiranno un compenso di 50 euro lordi l’ora. I ragazzi dovranno sgobbare, e parecchio a giudicare dai risultati: il 70,3% di quelli che frequentano le superiori ha riportato una o più insufficienze al termine del primo quadrimestre. Dati che non fanno che confermare il desolante quadro già disegnato dall’indagine Ocse-Pisa: studenti italiani somari in matematica, ma pure in italiano. E perciò - come ha sottolineato oggi il ministro Fioroni - «è meglio che i giovani, prima di imparare a navigare in internet, a parlare inglese e ad apprendere le tecniche imprenditoriali, imparino l’italiano, la matematica, la storia, la geografia, le scienze». Quanto alla decisione di aver insistito tanto per il ripristino dei corsi di recupero, nessun pentimento da parte del ministro.
Anzi. «E’ stato giusto cambiare la normativa sui debiti formativi. Non è più consentito a nessuno fare lo struzzo, far finta che tutto vada bene e mandare avanti i nostri ragazzi asini».
Ma sull’argomento anche i genitori hanno detto la loro: «La difficoltà a organizzare i corsi di recupero non deve diventare un alibi alla rassegnazione impotente». L’esortazione arriva dal Coordinamento dei genitori democratici (Cgd) secondo il quale il successo formativo dei nostri ragazzi deve diventare realmente «l’obiettivo primario di una politica che punti al futuro di questo Paese».