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vari kataweb: No ai tagli, ricercatori e precari in piazza

Epifani (Cgil) appoggia e benedice «il primo sciopero contro questo governo»

18/11/2006
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Kataweb

A Roma tre cortei Anche Mussi si è lamentato per i pochi fondi dedicati alla ricerca
ANTONELLA FANTÒ


ROMA. «Questo è stato il primo sciopero contro questo governo, non è stato facile, ma è stato giusto per il futuro del Paese». Così il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha difeso la protesta di ieri degli studenti universitari e dei lavoratori dell’università e della ricerca. Ieri erano in 20.000 a Roma in corteo contro la Finanziaria che taglia i fondi alla ricerca. E poi c’erano proteste degli studenti, circa 250.000 in tutta Italia, mentre circa 300.000 sono stati i lavoratori, per lo più dipendenti pubblici, che hanno aderito ai cortei sparsi in varie piazze d’Italia su iniziativa di Cobas e Cub sempre per contestare i tagli della finanziaria.
A Roma si sono tenuti tre cortei, uno indetto dall’Unione degli studenti, uno indetto dai confederali e un altro dai Cobas. «Bisognava salvaguardare gli investimenti su università e ricerca e fare sacrifici in tutti gli altri settori» ha detto nell’intervento conclusivo a Piazza Navona Epifani. Anche il ministro della Ricerca Fabio Mussi si è lamentato dei pochi fondi per la ricerca. «Abbiamo alla fine trovato 230 milioni, molti di più di quanti preventivati nella manovra, ma se abbiamo fatto il possibile non abbiamo fatto quanto necessario: con questi fondi si torna in pareggio rispetto all’anno precedente». «Dopo i disastri del precedente governo tutto ci saremmo aspettati» ha detto Epifani «tranne che il governo non assumesse con la forza e la coerenza necessari la centralità di questi settori e di questa sfida».
Altrettanto chiare le richieste dell’Unione studenti: «Una maggiore partecipazione degli studenti alla vita scolastica e un maggiore investimento per la scuola. A partire proprio dal diritto allo studio. Gridiamo il nostro no a chi dà i soldi alle scuole private anche perchè non è giusto che ci sia una scuola classista, ma una scuola di tutti per tutti».
Secondo i dati diffusi dalla Cub, la Confederazione unitaria di base, lo sciopero ha coinvolto un milione e mezzo di impiegati soprattutto della scuola, delle strutture sanitarie, dei tribunali, delle agenzie fiscali, dei centri commerciali, in particolare nel nord del Paese. Le manifestazioni si sono concluse senza incidenti ad esclusione di un tentativo di irruzione nella sede del consiglio regionale della Toscana a Firenze, mentre a Bologna la polizia ha protetto la casa del presidente del Consiglio, impedendo ai manifestanti l’accesso alla via. «Ogni manifestazione sindacale e di protesta è espressione di democrazia e libertà. Ma il terreno di confronto deve essere quello della dialettica civile, mai delle azioni di forza o degli atteggiamenti violenti», ha detto il presidente della Regione Claudio Martini. «Si tratta di un gesto grave - ha affermato - compiuto contro una sede istituzionale che rappresenta tutti i cittadini e che ha coinvolto persone che stavano semplicemente svolgendo il proprio dovere. Non è così che si rafforza la propria protesta, ma si entra in un territorio esterno alle regole del confronto basate sulla tolleranza e sul rispetto reciproco». Ci sono state 30 manifestazione dei comitati di base, ma l’affluenza maggiore si è verificata a Roma e a Milano con alcune migliaia di manifestanti. «Siamo molto soddisfatti - ha commentato il coordinatore nazionale Cub Pierpaolo Leonardi - dal mondo del lavoro è arrivato un no a questa finanziaria». Leonardi ha anticipato che a partire dal possimo gennaio ci saranno nuove proteste in concomitanza con l’apertura dei negoziati sulle pensioni, contro l’aumento dell’età pensionabile, per l’abolizione della legge Biagi e contro lo «scippo del Tfr».
Piero Bernocchi, noto leader dei Cobas, ha polemizzato anche contro la Cgil definita «nono partito dell’Unione», perchè ha un atteggiamento diverso nei confronti dei soprusi dei governi. «Abbiamo di fronte un berlusconismo senza Berlusconi, è una finanziaria che aumenta solo i soldi per la Confindustria e per la spesa militare», ha commentato Bernocchi.


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