Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Vertenza nazionale della Cgil-scuola per la carriera dei precari

Vertenza nazionale della Cgil-scuola per la carriera dei precari

Dopo alcune sentenze a favore del riconoscimento dello sviluppo di carriera dei docenti precari, in attuazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE

19/12/2010
Decrease text size Increase text size
Tuttoscuola

Dopo alcune sentenze a favore del riconoscimento dello sviluppo di carriera dei docenti precari, in attuazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE (ultimo caso a Siena dove il giudice ha riconosciuto l’anzianità di servizio di un docente precario riconfermato da più anni sullo sesso posto), la Cgil-scuola ha deciso di avviare una vertenza nazionale per ottenere in via giudiziaria l’applicazione generalizzata della direttiva europea.

“Si tratta di una vertenza molto complessa – si legge in una nota del sindacato (www.flcgil.it) - i cui esiti non sono certi perché allo stato attuale i pronunciamenti positivi emessi dal giudice di primo grado sono pochi. Abbiamo comunque deciso di promuovere la vertenza anche alla luce di quanto dispone la recente Legge 183/10 (cosiddetto "Collegato lavoro”), sulla quale abbiamo espresso subito un giudizio negativo: questa norma sottrae diritti e tutele a tutti i lavoratori”.

Proprio partendo da quella legge che prevede l'eventuale impugnazione dei contratti a tempo determinato già scaduti, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge stessa, il sindacato ha deciso di agire di conseguenza.

“Quindi entro il 23 gennaio 2011 vi potrà essere l'eventuale impugnazione dei contratti in corso entro 60 giorni dalla loro scadenza. Non intendiamo strumentalizzare (come altri stanno facendo) questa vicenda – ha precisato la Cgil-scuola - e sopratutto non intendiamo speculare (anche economicamente) sulle legittime aspettative dei lavoratori precari”.

Conseguentemente gli uffici sindacali verificheranno caso per caso il possesso dei seguenti requisiti:

  • aver maturato tre anni di servizio nel comparto di riferimento;
  • possedere i requisiti necessari richiesti dalla legge o dal Ccnl per ottenere l'incarico o l'assunzione a tempo indeterminato nel comparto di appartenenza.

“Vogliamo evitare – conclude il sindacato - di esporre i lavoratori a successivi giudizi negativi e pertanto il possesso dei requisiti è indispensabile per dimostrare davanti al giudice che non c'è nessuna lesione del principio di selettività previsto dall'art. 97 della Costituzione”.