Via al concorsone per 90mila nuovi prof “Lezioni simulate anche nello scritto”
Bando entro un mese: non ci sarà preselezione Niente nozionismo nelle due prove d’esame
02/10/2015
la Repubblica
Nei primi due incontri il gruppo di lavoro del ministero dell’Istruzione — doveva chiudere il dossier concorso mercoledì scorso, ma si è preso il terzo tempo per stendere la proposta ultima — ha definito come sarà il prossimo bando per l’assunzione dei nuovi docenti tra la scuola dell’infanzia e le superiori. Saranno novantamila gli insegnanti cui affidare una cattedra nelle prossime tre stagioni e andranno ad aggiungersi agli 87mila (secondo le ultime proiezioni) stabilizzati con le prime quattro fasi della Buona scuola. Sì, il Miur ha deciso di far salire ulteriormente il quorum dei docenti previsti per il concorso: dai sessantamila immaginati con la Buona scuola in Gazzetta ufficiale (15 luglio) si è passati agli 80 mila di inizio settembre e, ora, inizio ottobre, alla previsione di 85-90 mila posti da bandire.
Il prossimo sarà, questo è risaputo, il primo concorso nazionale solo per abilitati: si potrà diventare maestri e prof solo se in possesso di un’abilitazione professionale, possibile per ora con i vecchi percorsi: Tfa, Pas, ex Ssis e poi la laurea in scienze della formazione primaria e il diploma magistrale (riconosciuto nelle scorse settimane dal Consiglio di Stato). Chi, tra queste categorie, ha già speso tempo in classe come supplente, parteciperà al concorso con punteggi in partenza superiori. I novantamila vincitori dovranno essere assunti tra il 2016 e il 2018 tenendo conto del turnover annuale e delle indicazioni delle scuole sulle materie da potenziare. Ogni tornata di stabilizzazioni, ovviamente, dovrà ispirarsi al testo unico: le assunzioni devono essere realizzate per metà da concorso e per metà dalle Graduatorie a esaurimento. Poiché, tuttavia, in molte discipline le cosiddette Gae sono esaurite, è ipotizzabile che in media ogni estate il 65 per cento degli assunti entrerà attraverso la prova selettiva e il 35 per cento attraverso quel che resta delle graduatorie di prima fascia (che oggi ospitano 60 mila persone).
Il lavoro di costruzione del concorso 2016 sarà presentato al ministro Stefania Giannini entro il 10 ottobre e per la seconda metà del mese si può ipotizzare un decreto che fissi modalità e date: il bando dovrà, comunque, essere pronto entro il primo dicembre. La Giannini ha chiesto che la prossima prova abbia poca carta, che sia semplice nella sua formulazione e a prova di ricorso, che sia severa sull’inglese. Il “2016”, recependo queste indicazioni, porterà con sé diverse novità. L’aspetto più rilevante è che, secondo la proposta preparata dai tecnici, non ci sarà più il test iniziale, la prima prova a crocette pensata per realizzare una scrematura dei troppi candidati. Grazie al fatto che il prossimo bando sarà solo per gli abilitati, i numeri dei partecipanti saranno più contenuti rispetto al 2012 e già da ora ipotizzabili con buona precisione: 180 mila. Questa massa di candidati è gestibile senza bisogno di filtri e, tra l’altro, l’abolizione del test setaccio era stata una richiesta esplicita del Parlamento. Il Miur è certo che potrà cancellare la prova iniziale per gli aspiranti docenti di medie e superiori, ma lavora per evitarla anche ai candidati per l’infanzia e le elementari.
I 180 mila concorsisti partiranno subito — in primavera — con la prova scritta che, per la prima volta, sarà “computer based”. E poi, nel merito, lo scritto non sarà un elaborato nozionistico (ora di italiano, ora di matematica, ora di scienze). I candidati non sono studenti, ma aspiranti professori e quindi sarà richiesto loro di costruire anche nello scritto una “lezione possibile” sul Cantico dei cantici, su un’equazione di primo grado, sul Big bang. Questa novità 2016 è stata mutuata dalla terza prova del precedente concorso Profumo: la lezione in classe al posto dell‘orale. Questa fase, la lezione in classe come secondo e ultimo esame, resterà e sarà affinata. Tutto dovrà concludersi entro il prossimo giugno per consentire ai presidi di chiamare i vincitori nelle loro scuole entro il primo settembre.