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«Voglio geografia economica E poi stage di formazione»

Carrozza: basta laureati di 25 anni senza esperienze di lavoro

09/09/2013
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Corriere della sera

MILANO — Prima. Scuola e lavoro. Poi. Lavoro e formazione continua. Il futuro sarà così e allora anche questa è una sfida per il governo. Garantire l'alternanza già dalle scuole superiori, e poi avanti così anche all'università. Con tirocini e stage. Lo ha ripetuto il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ieri a Cernobbio. «A scuola non ci si starà più per un periodo fisso della nostra vita». Tutto cambia.
«Mai più un laureato che arriva a 25 anni senza aver mai avuto un'esperienza come cameriere o assistente in libreria»: così ha ripreso il tema al Forum Ambrosetti. Non è la storia dei «bamboccioni». Al contrario. Qui si parla di un «deficit della nostra formazione universitaria», ha spiegato Carrozza alla vigilia dell'atteso Consiglio dei ministri sul «pacchetto scuola». «Aziende molto importanti, presenti anche qui a Cernobbio, quando selezionano le risorse si aspettano che il candidato abbia avuto esperienze di lavoro prima della laurea».
Scuola e lavoro allora, da subito e soprattutto per gli studenti degli istituti tecnici e professionali. E in quelle scuole vanno rilanciate materie come la geografia economica. «Va reintrodotta. Era stata tagliata per motivi di bilancio. Invece sono studi importanti. Aiutano a capire l'economia», sostiene il ministro dell'Istruzione.
Sarà uno dei temi in esame oggi, quello di stage e tirocini per gli studenti già alle superiori. Oltre allo stop al bonus maturità per i test d'ingresso all'università. Oltre al piano di assunzioni, per stabilizzare i precari e per i vincitori del concorso (si parla di 44 mila posti, con 27 mila insegnanti di sostegno). Oltre al welfare scolastico, con un pacchetto trasporti, agevolazioni su bus e treni per gli studenti. E poi la «dematerializzazione»: registri e libri digitali. E l'emergenza presidi, con un «buco» di oltre mille dirigenti. E l'edilizia scolastica.
Al forum sul lago di Como, dove il suo intervento è stato lungamente applaudito, Maria Chiara Carrozza ha parlato di una scuola nuova. «Bisogna cambiare scenario e mettere l'istruzione al servizio degli studenti». E anche di una scuola che ha mancato nella creazione della classe dirigente, oggi troppo omologata («stessa età, stessi vestiti, stesso linguaggio, tutti che hanno studiato nelle stesse scuole»). Con «poche donne e pochi stranieri», ha detto a una platea tradizionalmente maschile, tutti in giacca e cravatta.
«E con l'omologazione non verremo fuori da questa crisi. Penso alla scuola come modo per superarla». Nel suo intervento il ministro ha parlato dell'istruzione (anche) come motore della mobilità sociale e geografica. L'impegno preso: «Sposteremo risorse sulla mobilità, perché è un valore. Il viaggio è elemento essenziale della formazione».
Poi il messaggio. «Come ministro dell'Istruzione mi rifiuto di dare per persa l'Italia e di dare per perse grandi parti del territorio italiano». Il riferimento al viaggio che sta facendo nel sistema scuola: «Ci sono delle zone depresse alle quali nessuno pensa più. Ci sono delle eccellenze, come ad esempio l'esperienza di Reggio Children che ho appena visitato, e poi dei luoghi abbandonati». Occorre alzare l'asticella per tutti. «L'Italia non si salva puntando soltanto sulle eccellenze». Per questa ragione il ministro ha scelto di inaugurare l'anno scolastico a Casal di Principe: «Il segnale è che non dobbiamo lasciare nessuno indietro».
Oggi l'appuntamento del governo sulla scuola.
 Federica Cavadini