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www.dsonline.it-Università-"La Moratti cancella il ruolo dei professori"

9 Giugno 2005 W.Tocci "La Moratti cancella il ruolo dei professori" Nell'ultima riunione della commissione Cultura della Camera il Ministro ha inviato il suo vice, Giovanni Ricevuto, a sost...

11/06/2005
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9 Giugno 2005
W.Tocci "La Moratti cancella il ruolo dei professori"

Nell'ultima riunione della commissione Cultura della Camera il Ministro ha inviato il suo vice, Giovanni Ricevuto, a sostenere una tesi singolare: secondo il ministero non esiste più il ruolo dei professori nella legislazione vigente: se così fosse non si capisce perché in questo momento il Parlamento stia discutendo dello stato giuridico della docenza universitaria. E' evidente l'infondatezza giuridica dell'argomento ministeriale. Più che una cattiva interpretazione sembra quindi un'intenzione per il futuro. Forse lo smantellamento delle regole arriverà fino a far scomparire la base giuridica della docenza universitaria? Lo chiariremo nei prossimi giorni nel dibattito parlamentare. Nel frattempo pubblichiamo il discorso del Vice Ministro Ricevuto.

Walter Tocci

Resoconto dell'intervento del viceministro Ricevuto in Commissione VII della Camera dei Deputati

VII Commissione
SOMMARIO
Mercoledì 1° giugno 2005

Il viceministro Giovanni RICEVUTO intende far chiarezza in merito alla delicata questione dell'istituzione della terza fascia del ruolo della docenza universitaria, su cui la Commissione ha prevalentemente incentrato il suo dibattito negli scorsi giorni, rilevando preliminarmente che, in base agli sviluppi della normativa in materia, il ruolo dei professori e ricercatori è stato soppresso, tanto è vero che non si fa più luogo all'assegnazione di posti da parte del Ministero, le retribuzioni vengono corrisposte dalle università, e, in caso di trasferimento, le risorse destinate al docente trasferito restano all'università di provenienza, mentre quella di destinazione deve provvedere con le proprie risorse alla retribuzione del docente.
Osserva che tale sviluppo gestionale è stato realizzato in piena attuazione dell'autonomia delle università e in coerenza con le richieste delle medesime, che hanno rivendicato autonomia nella definizione del proprio fabbisogno del personale, in luogo della precedente rigidità e centralizzazione. Un ritorno al ruolo dei professori universitari costituirebbe quindi una sostanziale lesione dell'autonomia delle università, determinano una sostanziale ri-centralizzazione presso il Ministero di tutte le procedure di assunzione e delle politiche del personale.
Rileva quindi come il nuovo sistema abbia dimostrato di essere idoneo ad assicurare ampia flessibilità, necessaria per adeguare il personale alle disponibilità di risorse e alle esigenze della formazione, che possono variare anche in misura significativa negli anni sulla base della domanda. Richiama, a titolo di esempio, il grande sviluppo delle lauree sanitarie a fronte della contrazione di quelle in medicina, nonché dei corsi di ingegneria a fronte della contrazione di quelli di scienze.
Nel rilevare che, in base alla recente evoluzione normativa, le università definiscono il fabbisogno triennale di personale, tenuto conto delle risorse a tal fine stanziate nei propri bilanci, ribadisce che il ruolo nazionale è stato soppresso e che al suo posto non sono stati istituiti ruoli presso le singole università, introducendosi invece il nuovo sistema del "fabbisogno di personale", definito dalle stesse università e soggetto solo ai vincoli di compatibilità finanziaria. Rilevato quindi che la previsione che il "ruolo" della docenza universitaria sia articolato in tre fasce risulta incompatibile con l'assetto attuale esistente in materia, e che la disposizione in discussione, ove non venisse soppressa, rimarrebbe comunque del tutto inattuabile, ritiene che una parte significativa del dibattito svoltosi in Commissione sul punto si sia fondata su tale equivoco di fondo.

Il viceministro Giovanni RICEVUTO precisa di non aver in alcun modo inteso sembrare poco rispettoso del lavoro svolto dalla Commissione, ma di aver voluto solo evidenziare come una parte significativa della discussione si sia incentrata su un equivoco circa la reale natura degli interventi possibili nell'attuale contesto normativo. Nel ribadire che i ruoli dei professori e dei ricercatori sono stati soppressi, e che quindi si demanda all'autonomia delle università e alle loro scelte discrezionali la definizione del proprio fabbisogno di personale, ritiene che si debba riconoscere che, in questa situazione, non avrebbe alcun senso istituire il "ruolo" della terza fascia della docenza universitaria, come prevista dal comma 01 dell'articolo 3, che l'emendamento 3.200 propone di sopprimere.

Il viceministro Giovanni RICEVUTO, obiettando ai rilievi formulati dal deputato Grignaffini, ritiene che il previsto vincolo di destinazione del 30 per cento delle risorse disponibili nei bilanci delle università non collida in alcun modo con l'irrinunciabile principio dell'autonomia universitaria, ma al contrario lo rispetti pienamente, atteso che si demanda alle istituzioni universitarie la chiamata degli idonei, evitandosi una gestione centralizzata di tale questione.
Ribadisce altresì che la piena tutela dell'autonomia universitaria imponga di prendere atto che il ruolo dei professori universitari è stato abolito, per cui quelli di professore ordinario e professore associato costituiscono dei semplici titoli, come quello di professore aggregato previsto dal testo sostenuto dal relatore e dal Governo.