Dichiarato unitariamente lo stato di agitazione all'Università di Chieti-Pescara
Contro la sospensione dell'erogazione del salario accessorio
In un incontro del 29 luglio con un atteggiamento sprezzante e padronale il Direttore generale dell'Università Chieti-Pescara ha comunicato alla Delegazione sindacale (Organizzazioni sindacali e RSU di Ateneo) che, “in mancanza della prescritta certificazione del Fondo da parte del Collegio dei revisori dei conti”, a decorrere dal 1° agosto avrebbe sospeso l'erogazione dell'Indennità Mensile Accessoria (IMA) ai TA e l'Indennità accessoria annua ai CEL.
Nella stessa giornata con un lungo comunicato ed una ricostruzione parziale e imprecisa dei fatti ha gettato nel panico tutto il personale TA e CEL, scaricando sulla precedente amministrazione e sul sindacato presunti errori e strane responsabilità. Ha perfino dichiarato che il contratto integrativo del 6 febbraio 2014 è da considerarsi come non sottoscritto!
In un clima confuso e da allarme sociale, i Sindacati di Ateneo hanno concordato con le Segreterie Nazionali di chiedere al Rettore di sospendere la disposizione del Direttore e di aprire un tavolo specifico di confronto.
Gli avvocati hanno inoltrato una diffida formale al Direttore generale di non interrompere l'erogazione delle Indennità.
Oggi abbiamo dichiarato, unitamente a CISL e UIL e alle RSU, lo stato di agitazione.
Il Rettore è assente da mesi sui problemi del personale. Sembra abbia dato al Direttore generale una delega completa su tutto. Il Direttore, infatti, appare ormai da tempo come il capo unico e indiscusso dell'Ateneo.
Stiamo vivendo una situazione gravissima e mai vista prima.
Come FLC CGIL, sia provinciali che regionale, siamo determinati a combattere questa deriva che danneggia i lavoratori e l'Università.
Lo faremo al tavolo, se sarà aperto. Lo faremo con la lotta. Lo faremo ricorrendo alle vie legali.