Università degli Studi dell'Aquila, prosegue lo stato di agitazione proclamato dai sindacati
Il sindacato di Ateneo è pronto ad andare avanti nell'azione di denuncia e di contrasto a difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori.
Pubblichiamo di seguito il comunicato unitario con il quale i sindacati di ateneo, di fronte all'indifferenza dell'Amministrazione dell'Università dell'Aquila, ribadiscono le ragioni della protesta e sostengono le azioni a difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori.
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Organizzazioni Sindacali Università dell'Aquila
FLC CGIL CISL-UNIV. UIL-RUA SNALS UGL-CSA
STATO DI AGITAZIONE
Il Sindacato, nel periodo successivo al terremoto,
ha atteso con paziente fiducia che l'Amministrazione universitaria fosse in grado di confrontarsi sui temi della ripresa delle attività istituzionali, sulle nuove problematiche dell'organizzazione del lavoro, sulle difficili condizioni di lavoro, sui vari disagi del personale, sulle nuove modalità necessarie per applicare gli istituti contrattuali e i compensi.
In alcuni momenti di maggiore tensione tra parte pubblica e delegazione sindacale, la collaborazione è stata ricomposta anche grazie alla nostra storia recente di un avanzato livello di relazioni sindacali.
Ma è evidente che l'attività negoziale dei mesi post terremoto, tranne rare eccezioni, è stata negativa dal punto di vista dei risultati.
Il consistente numero di riunioni, da giugno 2009 a giugno 2010, alcune anche di lunga durata, hanno complessivamente condotto ad esiti deludenti.
Le rigidità del Direttore amministrativo accompagnate da una attenzione solo formale dei Delegati alle Relazioni sindacali verso le questioni del personale, hanno determinato la negatività dei risultati della Contrattazione e progressivamente aggravato i problemi relativi alla gestione del personale.
I problemi dell’Aquila e dell’Università, della sopravvivenza e della ricostruzione, dell’attuale degrado e del sogno di una rinascita, sono enormi, più grandi delle capacità di singoli dirigenti.
Il Sindacato è consapevole che molto è stato fatto (forse anche qualche miracolo!), che l’Università ha superato i 20.000 studenti, che tanti soggetti esterni continuano ad esprimere un sostegno concreto e fattivo, che bisogna con infaticabile energia affrontare ogni giorno mille problemi, che bisogna resistere per andare verso il futuro.
Ma tutto ciò non può in alcun modo giustificare la mancanza di attenzione verso i problemi quotidiani e concreti del lavoro e verso i diritti dei dipendenti. La fatica della ricostruzione non può determinare un ridimensionamento del ruolo della contrattazione, né può generare un arretramento, con carenze ed errori, sulle questioni gestionali.
Tra il personale tecnico-amministrativo, che con sacrificio, impegno e professionalità garantisce la massima qualità di tutte le attività e i servizi, nonostante i mille problemi, si è diffuso un forte malessere verso i vertici dell’Amministrazione.
Le Organizzazioni Sindacali di Ateneo hanno dichiarato lo stato di agitazione.
Questi sono, per punti, i motivi della protesta.
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Nessuna informazione/confronto sulle riorganizzazioni e i trasferimenti interni.
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Circolari sulle ferie 2009 e 2010 autoritarie, immotivate e vessatorie.
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Mancato pagamento di compensi contrattuali e lavoro straordinario 2008-2009-2010.
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Confusione e incertezze sulla quantificazione del fondo integrativo 2010.
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Mancato pagamento della quota comune delle entrate attività conto terzi 2008-2009. Nessuna previsione sulle entrate 2010.
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Dopo il fallito tentativo di togliere l’indennità accessoria mensile da gennaio 2010 (sono intervenute con una lettera le Segreterie Nazionali), si vuole far cessare l’indennità da luglio 2010.
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Nessuna possibilità di raggiungere un accordo sulle progressioni orizzontali 2009-2010. Nessuna destinazione di risorse alla mobilità verticale.
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L'Università dell'Aquila tace anche sui precari. Su questa drammatica questione è sceso uno strano silenzio. Vi è stato il 22 giugno un incontro tra l'Amministrazione e le Segreterie nazionali con documenti firmati e posizioni chiare. Ma non è affatto chiara la posizione dell'Ateneo. L’Università ha un enorme carico di lavoro e non può perdere nessuna professionalità acquisita, anche in vista dei prossimi pensionamenti. Stiamo lottando per il nostro futuro e ce la possiamo fare. Perché i più deboli dovrebbero uscire?
Lo stato di agitazione è stato dichiarato il 2 luglio.
L'Amministrazione lo sta ignorando.
Il Sindacato di Ateneo è pronto ad andare avanti nell'azione di denuncia e di contrasto a difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori.
L'Aquila, 19.7.2010