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DDL scuola: flash mob a Pordenone

Breve resoconto dell’iniziativa animata anche dalla presenza di molti studenti.

20/05/2015
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A cura della FLC CGIL Pordenone

Bandiere rosse della FLC CGIL, palloncini colorati e flash mob, il 18 maggio in piazza XX Settembre a Pordenone, nei 30 minuti di protesta contro la “buona scuola” di Renzi. Precari, insegnanti, personale ATA, studenti hanno proseguito nella manifestazione. Nel mirino dei manifestanti «il preside sceriffo» e la precarietà.

«Il premier Renzi si confronti con la base reale della scuola - ha dichiarato Giuliana Pigozzo, segretaria provinciale della Cgil. Bisogna tutelare il dialogo, prima di tutto: anche con i sindacati, perché se il governo Monti li avesse ascoltati non avrebbe lasciato l’eredità pesante dell’“affare” pensioni». «I punti critici della “buona scuola” - ha puntato il dito Paolo Michelutti con i colleghi dell’Istituto comprensivo di Cordenons - sono questo tipo di riforma della governance e troppo potere nelle mani del preside, gli sgravi fiscali per le paritarie e l’esiguo finanziamento per le scuole pubbliche. Avremo dirigenti sceriffi e valutazione dei docenti, affidata a chi, poi, e con quali criteri?». «Non accettiamo i tentativi del governo di “dividi et impera”. Il governo coinvolga le rappresentanze sociali degli insegnanti e degli studenti, se vuole avere una scuola buona per davvero».

Il flash mob in piazza ha coinvolto numerosi precari. «Diciamo no alla chiamata diretta e alla possibilità di licenziamento da parte dei dirigenti sceriffo - ha detto Mara Donat, precaria dal 1999 con in tasca lauree, dottorati e master all’estero. 

Gli Studenti medi della Rete di Pordenone erano in prima linea, nella protesta di ieri sera in piazza XX Settembre. Fra loro sono scesi in piazza anche Francesca Basso, alla quale mancano solo 30 giorni dal sospirato diploma al liceo Leopardi-Majorana di Pordenone e Kevi Gjoka, dell’Isis Zanussi, sempre della città del Noncello. «È un decreto legislativo delegato da rottamare - affermano gli studenti rivolgendosi idealmente al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. A scuola non vogliamo dirigenti-sceriffo: perché la nostra è una comunità educante che ti fa sentire bene lasciando fuori la competizione. Si sente già nelle nostre scuole quell’aria viziata di antagonismo, competizione artificiale che la “Buona scuola” porta con sé. Frena, premier Renzi!». I ragazzi si scrollano di dosso la pesantezza di una riforma imposta dall’alto. «Il diritto allo studio va rispettato: il DDL “La Buona Scuola” non lo nomina nemmeno - rivendicano gli studenti. L’esecutivo della Rete è andato a Roma al tavolo del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: la titolare del dicastero ha fatto finta di ascoltarci. Possibile che l’ascolto sia diventato impossibile nei palazzi della politica? Noi siamo il futuro». E gli studenti, il “loro” futuro vogliono difenderlo. A partire dalla loro istruzione, primo passo per orientarsi nel mondo.