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Nel Lazio il diritto alle 150 ore per molti lavoratori è una chimera

La FLC CGIL non ha sottoscritto il contratto regionale sul diritto allo studio: la nota dell'incontro con l'Usr.

07/02/2013
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La FLC CGIL non ha sottoscritto il contratto regionale sul diritto allo studio, perchè l’Usr del Lazio, ha di fatto escluso dal diritto ai permessi studio una parte rilevante dei lavoratori docenti ed ATA sulla base di una interpretazione soggettiva della gerarchia delle fonti normative.

La FLC CGIL ha ribadito che tale posizione è totalmente immotivata e preclusiva dei diritti dei lavoratori e si impegnerà nella tutela legale di quanti vorranno ricorrere contro tali assurde esclusioni.

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A cura della FLC CGIL Roma e Lazio

Su richiesta delle OO.SS. regionali si è tenuto il 4 febbraio 2013 un incontro con la Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale sulle questioni relative ai permessi per il diritto allo studio.

I rappresentanti delle OO.SS. hanno riproposto il tema della composizione degli elenchi degli aventi diritto ai permessi per il diritto allo studio e delle motivazione delle esclusioni. In particolare si è posta l’attenzione sui docenti che hanno presentato la domanda perché iscritti nei Tfa, e, in forza della circolare emanata dall’Usr in sostituzione del contratto regionale, sono stati esclusi. Tutte le Organizzazioni sindacali, tranne lo Snals, hanno stigmatizzato il comportamento dell’Amministrazione che, con un atto unilaterale, ha emanato una disposizione che cancella i diritti di molti lavoratori docenti ed ata che vogliono migliorare la propria condizione lavorativa, arricchendola di competenze con un percorso di studio che possa consentire l’acquisizione di titoli di studio e di cultura.

L’amministrazione, con la circolare in questione, è addirittura tornata indietro rispetto a quanto era contenuto nella bozza alla quale si era addivenuti in sede contrattuale, e che inseriva tra i beneficiari dei permessi anche chi poteva frequentare i corsi di Tirocinio Formativo Attivo. Così come d’altra parte sono stati esclusi anche i docenti di primaria che frequentano i corsi per acquisizione del titolo di specializzati sulla lingua straniera e tutti gli ata che hanno chiesto di essere inseriti in quanto iscritti a percorsi di studio finalizzati a titoli non di livello universitario, ovvero al conseguimento di diplomi di qualifica, di maturità, ecc.

Quello che abbiamo denunciato, perciò, è il fatto che si conferma un intervento arrogante, scorretto e totalmente infondato rispetto alle vigenti norme contrattuali da parte dell’Usr del Lazio, che ha di fatto escluso dal diritto ai permessi studio una parte rilevante dei lavoratori docenti ed ata sulla base di una interpretazione soggettiva e  senza alcun fondamento rispetto alla gerarchia delle fonti normative: la circolare di Funzione pubblica, dell’ex ministro Brunetta, è, per il Direttore generale dell’Usr, dott.ssa Novelli, invalicabile e di fatto ha definito le modalità di attribuzione dei permessi aldilà di quanto prevedano contratti ed altre leggi. Solo nel Lazio, rispetto a tutte le regioni italiani, si è in assenza di contratto decentrato sui permessi studio, a causa della ostinata e pervicace posizione dell’Amministrazione.

La Flc Cgil ha ribadito che tale posizione è totalmente immotivata e preclusiva dei diritti dei lavoratori e si impegnerà nella tutela legale di quanti vorranno ricorrere contro tali assurde esclusioni. L’amministrazione, rispondendo alle nostre sollecitazioni, ha precisato che la esclusione potrà essere desunta dal non inserimento nella graduatoria degli aventi diritto e si è rifiutata di fornire le motivazioni dei dinieghi agli esclusi ( “così si è sempre fatto”). Per questo, chi ha intenzione di procedere legalmente contro l’esclusione potrà farlo dall’uscita degli elenchi definitivi. Il nostro ufficio legale è a disposizione per chi volesse proporre i relativi ricorsi.

Sulle questioni relative all’Ambito Territoriale di Roma, il dott. Minichiello ha preannunciato una successiva riunione.

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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