Progetto di legge regionale: in Lombardia siamo al mercatino dei diritti
L’obbligo di istruzione diventa merce. Il Consiglio regionale si appresta a votare un progetto di legge, con il consenso anche di una parte della opposizione, con il quale si regionalizza il sistema nazionale di istruzione.
E’ una vicenda molto negativa quella che sta andando in scena in Lombardia intorno alla possibilità, prevista a chiare lettere nel Progetto di legge regionale sul “Sistema educativo di istruzione e formazione della regione Lombardia”, di regionalizzare il sistema nazionale di istruzione.
Sin dal suo inizio , abbiamo rilevato la pericolosità di un progetto tendente a introdurre una concezione fortemente separatista del sistema di istruzione del nostro Paese, che, oltre alla non trascurabile anticostituzionalità delle norme, si poneva e si pone in netta contrapposizione con le scelte che il Parlamento ha compiuto, ad esempio, in materia di istruzione tecnica e professionale, ricondotta con le ultime disposizioni legislative, in particolare con l’ art. 13 della legge 40/07 , all’esclusiva competenza dello Stato.
E’ di ieri la notizia che rappresentanti autorevoli della minoranza consiliare di quella regione hanno chiesto formalmente al Ministro Fioroni una correzione del regolamento ministeriale sull’
obbligo di istruzione
, per trasformare la sperimentazione a termine dei percorsi sperimentali triennali in un dato strutturale.
E tutto questo per poter votare quel progetto di legge, che verrebbe corretto nel senso di una maggiore coerenza alle norme nazionali, che a quel punto però sarebbero già state significativamente modificate in peggio!
L’Italia continua a rimanere il fanalino di coda per quanto attiene all’età di assolvimento dell’obbligo di istruzione, rispetto alla quasi totalità dei paesi europei.
Nel programma elettorale dell’Unione, con non pochi sforzi, si era giunti ad una formula che garantiva un elevamento dell’obbligo di istruzione a 16 anni.
Il comma 622 della Legge Finanziaria lo ha fatto, e nel comma successivo è stata stabilita la transitorietà, fino alla messa a regime dell’obbligo, dei percorsi sperimentali triennali, ribadita nel regolamento specifico esaminato nei giorni scorsi dal CNPI.
Elevare il livello di istruzione dei giovani in una società complessa è obbligo di uno Stato che abbia davvero a cuore la democrazia, la garanzia reale per i propri cittadini di poter esercitare la cittadinanza attraverso la partecipazione consapevole. E’ una questione di civiltà.
Ma pare che tutto questo non interessi, considerato che in questo caso si tenta di scambiare un diritto di civiltà, che implica un reale cambiamento, con un compromesso, che lascia le cose come stanno anzi le peggiora.
Mentre confermiamo tutto il nostro giudizio negativo sul Progetto di legge regionale respingiamo con decisione ogni tentativo di indebolire le norme nazionali per giustificare scambi su base locale.
La discussione sul Progetto di legge regionale sta procedendo rapidamente nel tentativo di farlo approvare nel mese di luglio a scuole sostanzialmente chiuse.
Proponiamo ai tanti che condividono il nostro giudizio di andare nelle piazze, nei convegni e in tutte le sedi in cui la democrazia si esercita per sostenere che questo Paese, a partire dalle ragazze e dai ragazzi che vivono in Lombardia, si merita ben altro.
Roma, 6 luglio 2007