Dimensionamento scolastico: la Regione Molise emana le linee guida
Si conferma il taglio di otto istituzioni scolastiche in tre anni
La giunta regionale del Molise, con delibera n.359 del 17 novembre 2023 ha emanato le “linee di indirizzo per il dimensionamento della rete scolastica” per il triennio 2024/27. Si tratta di un documento che, in attuazione delle disposizioni contenute dalla legge di bilancio 2023 e dal DI 127 del 30/06/2023, detta alle Province le linee guida per disporre il nuovo dimensionamento della rete scolastica per il prossimo triennio.
Il problema è che le nuove norme prevedono una riduzione del numero di autonomie scolastiche, che viene correlato alla popolazione scolastica e all’andamento delle iscrizioni.
La normativa, che si applicherà dall’a.s 2024/25, porterà in 3 anni al taglio di otto istituzioni scolastiche sulle 52 attuali (il 15,38%, una delle percentuali di taglio più alte d’Italia). Questa la ripartizione dei tagli nel prossimo triennio:
MOLISE |
A.S. 2022/23 |
A.S 2024/25 |
A.S 2025/26 |
A.S 2026/2027 |
Scuole |
52 |
49 |
45 |
44 |
Si tratta però solo dell’inizio: se il criterio verrà confermato, in un decennio, potrebbero scomparire il 30% delle istituzioni scolastiche molisane.
Più volte abbiamo sollecitato i rappresentanti politici regionali e nazionali ad intervenire per tutelare le specificità del nostro territorio: la particolare conformazione territoriale del Molise, la presenza di aree interne, la mancanza di efficienti reti di trasporto renderebbe necessaria una deroga ai criteri generali. Niente di tutto questo però è avvenuto: mentre alcune regioni, anche di centro destra, hanno manifestato in tutti i modi la loro contrarietà al provvedimento, il Molise si è limitato ad obbedire accettando criteri penalizzanti.
Ora si passa alla fase attuativa: con estremo ritardo, dovuto anche al ripetersi continuo di momenti elettorali, per decidere su tagli e accorpamenti saranno coinvolti gli Enti Locali, in primis le Conferenze provinciali, che coinvolgeranno i comuni. La Regione, infine, dovrebbe approvare il piano di dimensionamento entro il 30 novembre. Si tratta di una scadenza che difficilmente sarà rispettata, per cui sicuramente sarà richiesta al Ministero una proroga, che comunque non potrà andare oltre il mese di dicembre, vista la necessità di procedere con le iscrizioni e gli organici per l’a.s 2024/25.
Cosa accadrà ora? Quali saranno gli accorpamenti che verranno disposti? In quale ordine e grado? Come saranno distribuiti i tagli tra le due Province?
Sono tante le domande che ci pongono in questi giorni i lavoratori della scuola, ma al momento la sensazione che si avverte è che si brancoli nel buio. Non a caso, ricordiamo che in questa regione manca un Assessore all’Istruzione (la delega è ancora in capo al Presidente) e risulta scoperta da luglio la Dirigenza dell’Ufficio Scolastico Regionale. Un quadro davvero desolante.
Le stesse Linee guida regionali, inoltre, non aiutano: come abbiamo avuto modo di far rilevare con le nostre Osservazioni inviate alla Regione, queste dovrebbero esplicitare le idee di fondo su cui si vuole disegnare complessivamente il sistema scolastico e l’offerta formativa, dettando altresì i criteri generali per l’ottimizzazione dell’assetto organizzativo della rete scolastica. Il documento in esame, in tale prospettiva, ci sembra carente sotto tutti gli aspetti. Le direttive date, infatti, risultano molto vaghe, tali comunque da non dare indicazioni alle Province ed ai Comuni su quali siano le criticità che si vogliono affrontare e su come farlo.
Lo abbiamo ribadito più volte: la FLC CGIL è contraria ad ogni ipotesi di dimensionamento che parta dalla necessità di prevedere dei tagli, che si concretizzerebbero in accorpamenti di scuole. Se davvero si vuole investire sul futuro di questa regione, non servono riorganizzazioni meramente numeriche ma risorse ulteriori, più tempo scuola e una programmazione che tenga in considerazione lo stato dell’edilizia scolastica, la rete dei trasporti e la qualità dell’offerta formativa. Contestualmente al piano di dimensionamento, invero, dovrebbe aprirsi una discussione regionale su tutto il sistema d’istruzione regionale, sul raccordo con l’Università e con l’ITS, sul diritto allo studio e sul riordino della formazione professionale.
Noi non ci rassegniamo ai semplici tagli: dopo aver impugnato il DI 127 e aver gridato il nostro NO nelle piazze nello sciopero generale del 17 novembre continueremo con ulteriori azioni di mobilitazione.