Settimo: la Lega sferra un attacco inaccettabile al corpo docente
La scuola, per sua natura luogo di pluralità, alterità e differenza, non può accettare il richiamo all’ordine
A cura della FLC CGIL Torino
Colpevoli di faziosità politica perché si sono opposti alla legge sull’autonomia differenziata. Questo il torto del collegio docenti dell’IS di Settimo Torinese, secondo il consigliere comunale della Lega Moreno Maugeri.
I docenti hanno approvato in gran numero, sottoscrivendola con nome e cognome in un atto di trasparente impegno civile, una mozione contro la legge recentemente approvata in Parlamento.
Il consigliere, durante una seduta del consiglio Comunale, li ha giudicati colpevoli di faziosità politica, traditori della loro missione educativa, mistificatori del loro ruolo di insegnanti.
Un episodio che fa seguito al provvedimento di sospensione a Christian Raimo, docente punito per avere criticato in modo aspro il ministro Valditara.
Atto che ha manifestato con chiarezza quanto la destra punti non alla punizione di un individuo, ma all'intimidazione di una categoria.
A Settimo, la storia si ripete con un attacco inaccettabile al corpo docente, sferrato da un rappresentante delle Istituzioni che interpreta erroneamente i principi costituzionali, il senso della legge, la responsabilità di chi svolge una pubblica funzione.
Il cittadino ha il compito di partecipare, prendere posizione, contribuire con le sue scelte e le sue opinioni a creare un Paese democratico. Di questa libertà di scelta, fa parte a pieno titolo il diritto di critica. Tanto più quando, come in questo caso, è animata dalla coscienza dei disastri creati dalla regionalizzazione nel campo della sanità e dell’istruzione professionale. Non lo spirito di fazione ha guidato il collegio di Settimo, ma al contrario il senso di condivisione e vicinanza con la comunità. E prima di tutto la comunità educante della scuola, cui chi insegna ha il preciso dovere di trasmettere l’idea che le decisioni importanti, in politica e nella società, possono e devono essere discusse da tutte e da tutti, non accettate supinamente. In questa prospettiva, la mozione approvata è un fulgido esempio di libertà e responsabilità. Esercitato, peraltro, non in una classe ma in organo collegiale in cui ci si confronta e si vota fra pari.
La scuola, per sua natura luogo di pluralità, alterità e differenza, non può accettare il richiamo all’ordine. Nemmeno quando si traveste con la maschera della difesa dei giovani – chissà perché, incapaci di un pensiero proprio – o di una lettura forzata e malintesa dei doveri di chi insegna.
Ai docenti di Settimo, quindi, tutta la nostra stima e il nostro appoggio.