Assemblea interateneo in Puglia. Una mozione boccia gli interventi del Governo sull'università
Viene confermato lo stato di mobilitazione e chiesta la sospensione dell'iter parlamentare del DDL Gelmini.
Venerdì 12 novembre a Bari ha avuto luogo un'Assemblea sindacale a cui hanno partecipato i Rettori delle quattro università pugliesi e delegati delle università della Basilicata e del Molise (le sei università si sono da poco federate).
L'Assemblea ha approvato un documento che conferma lo stato di mobilitazione, chiede la sospensione dell'iter parlamentare del ddl Gelmini, impegna i Rettori a trasmettere la mozione al Ministro, al Presidente della Repubblica, ai gruppi parlamentari e a tutte le Università italiane.
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MOZIONE FINALE ASSEMBLEA INTERATENEO
12 novembre 2010
Bari – Politecnico Bari – Foggia – Salento – Basilicata – Molise
(presenti i 4 Rettori della Puglia e i delegati dei Rettori delle università
della Basilicata e del Molise)
L'assemblea conferma lo stato di mobilitazione degli Atenei statali a causa di una politica di tagli indiscriminati e di penalizzazione dell'Università, di dimensioni tali da minarne il regolare funzionamento e l'assolvimento delle sue funzioni costituzionali. A fronte di tagli lineari per circa 1,3 miliardi di euro, il Ministro del Tesoro ha presentato in Commissione Bilancio una proposta di rifinanziamento per circa 700 milioni di euro, che se confermati non garantirebbero la chiusura dei bilanci nella gran parte degli Atenei statali.
Anche il fondo per il diritto allo studio viene decurtato di circa 85 milioni di euro. L'assemblea ritiene che in assenza di un adeguato rifinanziamento delle Università statali qualsiasi disegno di rinnovamento e riforma diventi non solo inattuabile ma persino lesivo delle autonomie e della libertà di ricerca. In assenza di un serio impegno del Governo per collegare meriti con risorse e per elaborare criteri equi che tengano conto dei differenti punti di partenza delle varie Università e di meccanismi di premialità per i loro progressi eventuali, ogni processo di valutazione risulterebbe infatti inapplicabile. Si preannuncia il commissariamento dell'intero sistema delle autonomie universitarie.
Nelle attuali condizioni, l'assemblea impegna i Rettori delle Università presenti e di tutte le Università che volessero sottoscrivere questo documento, alla richiesta di sospensione dell'iter parlamentare dell' AC 3687.
L'Assemblea dà pertanto mandato al tavolo della Presidenza, in collaborazione coi Rettori, per la redazione in tempi brevissimi di una lettera congiunta dei Rettori pugliesi e di quelli della Basilicata e del Molise che trasmetta la presente mozione al Ministro, al Presidente della Repubblica, ai gruppi parlamentari e a tutte le Università italiane. In caso di perdurante assenza di attenzione da parte del Ministro dell'Università alle istanze espresse dal mondo della ricerca e dell'Università in tutte le sue componenti, sui nodi dell'autonomia universitaria, della governance, della separazione funzionale e della libera riorganizzazione del rapporto didattica-ricerca, sul ruolo unico della docenza, al cui interno dare una soluzione allo status giuridico dei ricercatori e riformulare i percorsi di carriera, sulla piena valorizzazione del ruolo didattico dei CEL/Lettori di madre lingua, sulla istituzione di un unico contratto pre-ruolo e la progressiva prevenzione del precariato, sulla programmazione pluriennale delle risorse e del reclutamento, sullo sblocco del turn-over, e su una seria valutazione ex-post delle strutture di ricerca e didattica, l'Assemblea invita tutti le componenti degli Atenei a chiedere il ritiro del ddl.
Qualora il ddl sulla riorganizzazione dell' Università venisse approvato senza ulteriori sostanziali cambiamenti in Aula alla Camera, per sensibilizzare la pubblica opinione e aprire un serio processo di confronto, l'Assemblea chiede a tutti i membri degli Atenei di mobilitarsi nelle forme più idonee. Già nel 2011 non sarebbe possibile proseguire in modo adeguato il lavoro di programmazione, gestione e amministrazione degli atenei. Gli Atenei meridionali appaiono particolarmente penalizzati, in questa prospettiva, per le conseguenze prevedibili sul loro territorio. In tale scenario, che speriamo si possa scongiurare, si richiederebbero misure straordinarie per salvaguardare almeno in parte, la libertà di ricerca e il diritto allo studio.
L'Assemblea, nel ribadire la difesa dell'Università statale e le sue riserve sul disegno di legge del governo, sottolinea che una riforma dell'Università è necessaria per adeguarla ad un sistema della conoscenza complesso e reticolare, in cui le gerarchie e le partizioni dei saperi vengono sempre più messe in discussione, e le esigenze di istruzione e formazione si estendono su un arco di vita sempre più esteso. Non si tratta soltanto di porre rimedio a conflitti di interesse o a sistemi di reclutamento inadeguati, ma di ripensare a fondo la funzione dell'Università nella società odierna. Pertanto si invitano gli organi accademici e tutti i docenti, il personale e gli studenti delle Università statali e in particolare quelle legate dal protocollo d'intesa per un Federazione di Puglia, Basilicata e Molise, a creare apposite Commissioni di Ateneo aperte a tutte le componenti, inclusi gli studenti, per la redazione di proposte per rilanciare la funzione pubblica dell'Università, razionalizzare le risorse, migliorare i servizi, la didattica e la ricerca, dimostrando attivamente l'impegno del mondo universitario a svolgere una funzione positiva per la crescita civile, culturale ed economica del paese.
Alcune componenti dell’Assemblea hanno per altro richiesto che in sede CRUI i rettori delle Università della Federazione si facciano portavoce della richiesta di dimissioni del Ministro Gelmini.