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La Regione Puglia contro i provvedimenti del Governo sulla scuola

Approvato il 4 novembre 2008 un ordine del giorno che esprime netta contrarietà ai provvedimenti adottati dal Governo in materia scolastica.

06/11/2008
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Il Consiglio regionale della Puglia, nella seduta monotematica del 4 novembre 2008, ha approvato un ordine del giorno che esprime netta contrarietà ai provvedimenti adottati dal Governo in materia scolastica.

Il governo regionale, che ha già prodotto ricorso alla Corte Costituzionale sulla razionalizzazione della rete scolastica prevista dal decreto 154, dopo aver espresso il proprio sostegno alle importanti iniziative di mobilitazione contro i provvedimenti Gelmini-Tremonti su scuola ed università, ha anche annunciato che intende promuovere una iniziativa legislativa che, nell'ambito dei poteri assegnati alle regioni dall'articolo
116 della Costituzione, deroghi alla norma sul maestro unico. Per allargare il fronte della protesta istituzionale, in occasione della Conferenza delle regioni prevista per lunedì prossimo, la Puglia intende proporre alle altre regioni, a partire da quelle governate dal centrosinistra, di condividere tale iniziativa, anche al fine di garantire l'unitarietà del sistema nazionale dell'istruzione.

Roma, 6 novembre 2008
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ORDINE DEL GIORNO N°115

  • presentato dai consiglieri: Maniglio, De Santis, Lonigro, Sannicandro, Lo melo, Venticelli, De Leonardis, Povia, Pellegrino, Borraccino; Mita

  • approvato a maggioranza nella seduta di Consiglio del 4.11.2008

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA

Visto che il Governo centrale intende sottrarre otto miliardi di euro al bilancio della scuola pubblica, mediante:
- la riduzione degli organici di 100.000 insegnanti e 40.000 fra ausiliari, tecnici e amministrativi, con tagli che colpiscono frontalmente le scuole delle regioni del Mezzogiorno e, in particolare, della Puglia dove si prevede che per l'a.s. 2009/10 1186 docenti di ruolo, 3188 non di ruolo e 1181 unità di personale ATA saranno in soprannumero;
il ripristino del maestro unico nella scuola elementare, indebolendo un settore che viene valutato fra i migliori del mondo per qualità e cancellando in tal modo una riforma figlia di una grande operazione culturale, scientifica e pedagogica che ha trovato concorde il meglio della cultura laica e cattolica;
la riduzione generalizzata delle ore di lezione nella scuola media e nella scuola secondaria di secondo grado.

Considerato che ciò avviene nei confronti di una scuola già in grande difficoltà, con gli insegnanti più precarizzati e meno pagati d'Europa;

Visto che, anziché affrontare lucidamente e ín profondità questi temi, il Ministero della Pubblica istruzione ha preferito lanciare la campagna d'estate sul tema del 5 in condotta e del grembiulino, mediante un messaggio in apparenza rassicurante, che parla però alla superficie del Paese attraverso il richiamo a una generica nostalgia del passato;

Ritenuto che in tal modo il Governo tratta la Scuola alla stregua di una semplice fonte di spesa, da decurtare come le altre, invece che viverla come uno dei terreni fondamentali per il presente e il, futuro del Paese;

Ritenuto, inoltre, che l'impoverimento culturale che ne deriva prefigura una società sempre più precaria, fatta di persone "telecomandate" in uno Stato fondato sulla disuguaglianza;

Considerato, altresì, che í provvedimenti di cui trattasi sono stati adottati in assenza dei fondamentali passaggi in sede di Conferenza Stato Regioni, in un contesto in cui per un verso si. parla quotidianamente della necessità del federalismo, ma nel contempo si compiono atti ispirati a una evidente impostazione centralistica;

ESPRIME

un giudizio negativo nel merito e nel metodo sui provvedimenti adottati e in via di adozione, nonchè solidarietà a quanti (genitori, studenti, docenti e personale ATA) stanno manifestando in ogni parte d'Italia il loro dissenso rispetto alla linea adottata dal Ministero;

AUSPICA

che in vista dell'approvazione della legge finanziaria si apra un confronto concreto e serrato nel Parlamento, in Conferenza Stato - Regioni, con le OO.SS., allo scopo di correggere in profondità provvedimenti, come questi, di grande rilievo culturale e sociale.