Puglia: Corte Costituzionale rigetta i ricorsi contro le norme del dimensionamento scolastico
La FLC CGIL continuerà il suo impegno per contrastare gli accorpamenti delle scuole.
A cura della FLC CGIL Puglia
Con uno stringato comunicato stampa la Corte Costituzionale ha fatto sapere ieri sera di aver respinto il ricorso della Regione Puglia (e delle altre) teso a far dichiarare incostituzionali le norme contenute nella legge di stabilità dello scorso anno (la L. 197/22) che hanno avviato le procedure per il dimensionamento scolastico, particolarmente gravoso per il territorio pugliese.
Dalle poche righe del comunicato si evince una valutazione anche “politica” operata dalla Consulta che ha fatto prevalere alcune competenze - come quelle sugli ordinamenti e sull’organizzazione amministrativa dello stato, sulle norme generali dell’istruzione e sul coordinamento della finanza pubblica, materie che domani sarebbero travolte dalla regionalizzazione spinta contenuta nel DDL Calderoli su autonomia differenziata - pur riconoscendo un’interferenza nelle competenze delle regioni in materia di istruzione. Il ricorso viene accolto solo per un profilo secondario rispetto ai criteri di impiego del risparmio di spesa ottenuto col dimensionamento.
Vogliamo esprimere il nostro apprezzamento per il tentativo di “resistenza legale” messo in atto dalla Regione Puglia. Non ci aspettavamo certo che una questione così dirimente potesse essere decisa in punto di diritto, ci aspettavamo che prevalessero anche altre valutazioni in seno alla Corte Costituzionale che almeno nel suo comunicato fa curiosamente emergere gli argomenti impiegati dal ministro Valditara nelle settimane scorse “la normativa statale non richiede alle regioni la chiusura di plessi scolastici quale conseguenza della determinazione del contingente organico dei dirigenti scolastici”. Lo abbiamo spiegato fin troppe volte che il tema non è la chiusura dei plessi (i quali, va da sé, se ci sono iscrizioni permarranno) ma il loro accorpamento oltre dimensioni sostenibili e ragionevoli, la perdita degli organici di personale dirigente, docente e ATA e la creazione di classi più numerose soprattutto nella scuola secondaria.
Per effetto di questo provvedimento la nostra Regione Puglia dovrà provvedere a un dimensionamento consistente che si tradurrà nel taglio di 58 autonomie scolastiche per il prossimo anno scolastico (2024/25) e di altre 12 per i successivi due anni scolastici, passando rapidamente dalle attuali 627 autonomie scolastiche a 569 il prossimo anno, per arrivare a 557 nel 2026/27. Un taglio feroce al servizio pubblico statale di istruzione e al suo corretto funzionamento.
Chiediamo fin d’ora alla Regione Puglia, a maggior ragione oggi, di ascoltare le rappresentanze sindacali del mondo della scuola, prima di assumere la propria delibera al fine di verificare l’esito dell’iter consultivo avviato nei mesi scorsi con scuole, enti locali, amministrazione scolastica.
Allo stesso tempo, come Organizzazione Sindacale continueremo a contestare la scelta del Governo e del Ministero dell’Istruzione di fare cassa sull’aumento del numero di alunni per istituto. Non si può contemporaneamente ridurre il numero di scuole, innalzare il numero degli alunni per istituto e sbandierare la lotta all’abbandono, alla dispersione scolastica e la promozione del successo formativo. La dimensione ottimale delle scuole è uno dei fattori che contribuisce, insieme ad altri, a creare il contesto perché il sistema nazionale d’istruzione raggiunga i propri obiettivi.
Il contrasto al dimensionamento scolastico era una delle ragioni principali dello sciopero nazionale dello scorso 17 novembre e rimarrà al centro delle nostre rivendicazioni e delle nostre iniziative sindacali dei prossimi mesi.