Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Notizie dalle Regioni » Sardegna » Cagliari » Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università

Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università

I documenti delle Università di Roma 3, Catania, Pisa, Cagliari

05/10/2005
Decrease text size Increase  text size

Mozione della facoltà di lettere e filosofia dell'università di Roma 3

Il Consiglio di Facoltà si è riunito in seduta straordinaria il giorno 3 Ottobre 2005, per esprimere la propria posizione in merito al testo approvato dal Senato della Repubblica 'Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari.

Il Consiglio di Facoltà

- si associa alle prese di posizione della CRUI (mozione del 28 settembre 2005), della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria (mozione del 28 settembre 2005), del Rettore Guido Fabiani (lettera al Presidente del Senato Marcello Pera del 22 settembre 2005), di numerosi organi accademici delle Università italiane;

- esprime sconcerto ed indignazione per le modalità con cui il Governo, ponendo la questione di fiducia, ha imposto il testo in oggetto, sottraendolo alla discussione in Commissione e soffocando in tal modo il normale dibattito democratico in Parlamento e nel paese;

- denuncia l'indifferenza del Governo nei confronti delle centinaia di documenti di protesta prodotti dai diversi organi accademici e delle tante proposte costruttive (espresse in occasione di conferenze, interventi sulla stampa, ecc...), indifferenza che mortifica il libero, approfondito, democratico confronto tra Governo, Parlamento e parti sociali e istituzionali direttamente interessate ai contenuti del provvedimento;

- ribadisce la sua totale contrarietà al disegno di legge e, in particolare:

- fa notare come nel testo il principio costituzionale di autonomia dell'Università, già abbondantemente eroso negli anni più recenti, viene addirittura subordinato agli 'indirizzi fissati con decreto del Ministro dell'istruzione (comma 1 dell'articolo unico);

- reputa il provvedimento dannoso per i giovani, soprattutto se meritevoli (in accordo con l'Associazione Nazionale dei Dottorandi, mozione del 29 settembre). Il meccanismo che prevede quote di 'riserva' ed un regime transitorio nei giudizi di idoneità (lettere b, c, d, e del comma 5), oltre a basarsi su ingiustificate differenze quantitative e qualitative tra i giudizi per la prima e quelli per la seconda fascia, ha tutte le caratteristiche dell'ope legis, in netto contrasto con l'esigenza di selezioni basate sul merito e sul valore scientifico dei candidati;

- giudica offensivo il trattamento riservato agli attuali ricercatori (e ridicolo il titolo di professore aggregato pro tempore), essendo stata ignorata l'ipotesi, da più parti sollecitata, di istituzione di una terza fascia di docenza;

- osserva con preoccupazione il sempre più marcato profilarsi di una vera e propria 'privatizzazione' dell'Università pubblica, tanto più imbarazzante se si considera che si potrà procedere alla copertura dei posti di professore ordinario e associato anche a carico totale o parziale di altri soggetti pubblici o privati (comma 8). Questa tendenza viene affiancata da una preoccupante deregulation sul piano delle retribuzioni dei docenti universitari, dove si va dalla possibilità di conferire incarichi gratuiti (comma 10), a incarichi a termine con trattamento giuridico ed economico dei professori ordinari con eventuali integrazioni economiche (comma 12), a programmi di ricerca affidati a professori universitari, con definizione del loro compenso aggiuntivo (comma 13), naturalmente sulla base di 'convenzioni con imprese o fondazioni, o con altri soggetti pubblici o privati (ibidem);

- rileva che per l'attuazione delle disposizioni della Legge non è previsto alcun onere per la finanza pubblica, e dunque le stesse norme non potranno che gravare interamente sui bilanci degli Atenei;

- constata che qualsiasi riferimento agli strumenti e alle procedure di valutazione del sistema universitario nazionale risulta disinvoltamente ignorato.

Tutto ciò premesso, il Consiglio di Facoltà chiede:

- agli Organi di Governo dell'Ateneo di farsi interpreti del grave disagio diffusamente avvertito dai docenti, con ogni opportuna e urgente iniziativa nei confronti degli interlocutori istituzionali, politici, sindacali, al fine di bloccare l'ulteriore iter parlamentare del provvedimento;

- alla CRUI di intraprendere immediatamente tutte le azioni che possano contrastare l'approvazione 'forzata' del provvedimento, dichiarandosi fin d'ora disponibile a supportare attivamente ogni suo intervento in questa direzione;

- a tutti gli organi accademici degli Atenei italiani di associarsi alla protesta in atto, nella forma che riterranno più opportuna, inclusa eventualmente anche quella delle dimissioni dei rettori, presidi, presidenti dei collegi didattici, direttori dei dipartimenti.

Pertanto, il Consiglio di Facoltà condivide le ragioni dello stato di agitazione dei docenti, promuove per mercoledì 5 Ottobre, alle ore 10, un'assemblea aperta a tutte le componenti (docenti, personale T.A.B.,
studenti) e auspica, inoltre, il successo delle iniziative in atto e di quelle programmate, volte ad ottenere la non approvazione del disegno di legge.

Mozione della facoltà di lingue dell'università di Catania

Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università di Catania

Contro la Legge Moratti, per un vero rinnovamento della nostra Università.

Dopo un lungo e tormentato iter parlamentare, giovedì 29 settembre è stata votata al Senato della Repubblica la Legge Delega per il riordino della docenza universitaria, tristemente nota come "Legge Moratti".

Lo sdegno del mondo universitario è ampio e forte; tanto per il merito di un provvedimento legislativo che contrabbanda per razionalizzazione meritocratica della vita degli Atenei un attacco frontale all'istituzione universitaria e al diritto allo studio e al benessere delle nuove generazioni; quanto per il metodo della Legge Delega, tragicomicamente aggravato - nell'ultimo passaggio parlamentare - dall'ulteriore ricorso alla Fiducia, con la conseguenza di un provvedimento blindato e sottratto all'analisi ed alla critica del Parlamento (della maggioranza forse più che dell'opposizione) e del paese.

Per queste ragioni la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Catania invita tutto il mondo universitario del nostro Ateneo, studenti, docenti, personale amministrativo ad una assemblea aperta che si svolgerà giovedì 6 ottobre nell'Aula A2 del Monastero dei Benedettini alle ore 11,00.

I punti in discussione saranno:

1) Legge Moratti: rilievi critici e organizzazione della protesta dentro e fuori l'Università. Introduce Attilio Scuderi

2) Rinnovo delle rappresentanze degli organismi collegiali dell'Ateneo e prospettive di rinnovamento. Introduce Antonio Pioletti

Mozione del Senato Accademico dell'Università di Pisa sul Ddl sullo stato giuridico dei docenti

Il Senato Accademico, nella seduta del 4 ottobre 2005, invita le Facoltà ad assumere nella settimana 10-15 ottobre iniziative incisive, che comportino anche la sospensione dell’attività didattica, attraverso le quali si possa manifestare il dissenso per la legge in discussione alla Camera sullo stato giuridico dei docenti.

Documento approvato dal consiglio di facoltà di medicina di Cagliari

Il seguente documento e' stato approvato a grande maggioranza dal consiglio di facoltà di medicina di Cagliari il 4 ottobre 2005

I ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari, preso atto che il 29 settembre 2005 il Senato ha approvato tramite ricorso al voto di fiducia un maxi-emendamento governativo sul disegno di legge delega relativo a Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al governo per il riordino del reclutamento dei professori universitaria, esprimono un giudizio fortemente critico sul testo approvato, in quanto questo

- non è adeguato alle necessità di rilancio dell’università italiana, che non può essere affrontato senza sostanziali investimenti;

- non facilita l’accesso dei giovani alla carriera universitaria, aggiungendo con i contratti 3+3 una ulteriore figura di precario alle tante già esistenti;

- pone ad esaurimento la figura del ricercatore, dilatandone i tempi con la data di scadenza del settembre 2013;

- non prospetta meccanismi di valutazione meritocratica, anzi reitera l’uso deprecabile di concorsi riservati;

- non tiene conto della ricerca come primario compito dell’università.

Pertanto, i ricercatori proclamano lo stato di agitazione, impegnandosi a portare avanti per il mese di ottobre esclusivamente i compiti didattici previsti dalla legge 382/80, e aderendo dal 10 al 15 ottobre al blocco di tutte le attività, come proposto dai sindacati della docenza universitaria. Chiedono inoltre al consiglio di facoltà di appoggiare le iniziative unendosi alle manifestazioni di protesta.