Scuola del Popolo: il sardo, una lingua… per non perdersi
Un successo l’iniziativa dell’Auser e della Scuola del Popolo.
Un incontro a parlare di sardo e di cultura sarda: circa 60 cittadini hanno risposto all’invito della Scuola del Popolo e dell’Auser di Uras trovandosi nella sede in via Eleonora lo scorso 16 giugno. È stata proposta una discussione, all’interno del corso “Contus e chistionis”, che intendeva valorizzare la cultura sarda e la sua lingua perché “se un popolo perde la sua lingua perde la sua identità. Custodirla equivale a non perdere le proprie radici”. Riscoprire la lingua e valorizzarne l’uso, anche nella poesia, è una risposta all’omologazione, frutto della globalizzazione culturale; funzionale, spesso, alla semplice visione dell’uomo come consumatore o poco più. In questa analisi ci si è affidati a Giovanni Casciu, esperto conoscitore della materia nonché autore del vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo. La sua relazione, introdotta dalla Prof.ssa Nora Piras curatrice del corso, si è soffermata sulle varianti del sardo campidanese ed in particolare nella “parlata urese”, ulteriore variante originale e inaspettata (anche per i presenti che la usano inconsapevolmente). Vitalia Piras, l'altra animatrice del corso, ha invece introdotto il poeta e scrittore Vincenzo Pisanu, vincitore di svariati premi letterari. Nel suo intervento esso ha illustrato come, nelle sue poesie, sia inserita la descrizione di un nostro mondo contadino, intriso di valori, conoscenze e competenze da valorizzare e conservare. E’ poi seguita una rassegna delle sue opere più interessanti, molte delle quali già conosciute anche agli ascoltatori presenti, ma non per questo meno apprezzate.