Università di Messina: assemblea di ateneo il 25 ottobre
Un'iniziativa che si svolge nell'ambito della settimana nazionale promossa dalle organizzazioni e dalle associazioni universitarie per salvare e rilanciare l'università.
A cura della FLC CGIL Messina
La FLC CGIL di Messina insieme a ANDU, CISL-Università, FLC CGIL, RETE29Aprile, UIL RUA promuovono per giovedì 25 ottobre 2012, ore 10, presso l'Aula "Cannizzaro" una assemblea di Ateneo nell'ambito della settimana nazionale di dibattito e mobilitazione.
I temi al centro dell'assemblea saranno, otre alla Legge 240/2010, che le organizzazioni e le associazioni universitarie hanno più volte contestato, il recente Decreto Legge sulla spending review e il progetto di realizzazione di una Fondazione dell'Università che comporta di fatto il controllo da parte di questa della didattica e della ricerca ed il trasferimento di beni e risorse pubbliche.
Le Organizzazioni e le Associazioni universitarie fanno appello a studenti, docenti e personale tecnico amministrativo e all'opinione pubblica affinché sostengano una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che altrimenti risulterà irreversibile.
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ANDU, CISL-Università, FLC CGIL, RETE29Aprile, UIL RUA
Le Organizzazioni e le Associazioni universitarie ANDU, CISL-Università, FLC-CGIL, RETE29Aprile, UIL RUA promuovono giovedì 25 ottobre 2012, ore 10, presso l'Aula Cannizzaro una Assemblea di Ateneo nell'ambito della SETTIMANA NAZIONALE DI DIBATTITO E MOBILITAZIONE.
Le Organizzazioni e le Associazioni universitarie hanno più volte denunciato la condizione
drammatica in cui versa l'Università italiana, aggravata dal recente Decreto Legge sulla spending review.
La Legge 240/2010 si è rivelata in buona parte inapplicabile e funzionale ad una gestione
rigidamente burocratica, centralizzata e verticista degli atenei. Una gestione che si è affiancata alla progressiva riduzione di finanziamenti, di organici, di strutture e percorsi formativi. L'attuale governo invece di intervenire sui limiti e le contraddizioni di quella legge, e di segnare un cambio di passo rispetto al precedente governo, ha ulteriormente ridotto i già limitati spazi di democrazia negli Atenei per mezzo di ricorsi ai TAR su Statuti giudicati "troppo democratici", ha prorogato il mandato dei rettori in scadenza ed ha lasciato accrescere i poteri e le prerogative dell'ANVUR ben al di là del mandato di legge. Se il referendum sull'abolizione del valore legale del titolo di studio voluto dal governo si è dissolto grazie all'opposizione venuta dal mondo dell'istruzione e della ricerca, si porta a compimento lo svuotamento del diritto allo studio con il progressivo aumento della tassazione studentesca e del numero dei corsi a numero chiuso o programmato. Infine, il perdurare del blocco sostanziale delle assunzioni e delle opportunità di carriera rischia di essere aggravato dalla messa in opera di procedure arbitrarie, illogiche e farraginose di abilitazione scientifica nazionale.
Ancora una volta, consapevoli che il Paese e chi opera e studia negli Atenei non possono più tollerare che venga cancellata l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti, torniamo a denunciare il comportamento del ministro Profumo che prosegue nell'opera di smantellamento, e rifiuta il confronto con l'insieme delle rappresentanze del mondo universitario.
È sempre più urgente modificare le norme sull'Università per andare in una direzione opposta e contraria a quella finora seguita e che si vorrebbe continuare a perseguire. Ribadiamo che per questo occorre:
- Investire con la massima urgenza e in quantità rilevante sulla ricerca (a partire dalla valorizzazione del dottorato) e l'alta formazione per raggiungere almeno il livello della media europea, nella direzione proposta da "Strategia di Lisbona" e da "Agenda europea 2020". Prevedere il finanziamento del FFO sulla base di dati certi e oggettivi (es. costo standard per studente).
- Difendere il valore legale dei titoli di studio, individuando con il mondo universitario politiche capaci di innalzare effettivamente la qualità dell'offerta formativa in tutti gli Atenei. In questa direzione è necessario valorizzare il titolo di dottore di ricerca all'interno e all'esterno dell'Università.
- Favorire l'accesso in ruolo dei precari prevedendo un reale turn over. Assicurare reali prospettive di carriera al personale già di ruolo. Procedere nell'immediato all'assunzione dei vincitori di concorso.
- Realizzare un vero diritto allo studio, assicurando a tutti gli studenti idonei la borsa di studio, aumentando e migliorando i servizi (biblioteche, aule, laboratori, ecc.) e le condizioni di vita degli studenti (residenze, mense, ecc.). In direzione opposta vanno invece l'aumento delle tasse, l'introduzione dei prestiti d'onore e di altri strumenti di indebitamento, il progressivo ricorso al numero programmato degli accessi. Riteniamo che si debbano urgentemente ritirare i provvedimenti che prevedono l'aumento della tassazione studentesca e che rischiano di determinare un drammatico calo nelle immatricolazioni proprio nelle fasce sociali più debole ed esposte.
- Ribadire l'importanza di un organo nazionale di piena rappresentanza e di coordinamento del Sistema nazionale delle Università.
- Rivedere l'attuale governance universitaria: in alternativa ai poteri immensi e antidemocratici del rettore e del CdA, è necessario rafforzare il Senato Accademico, direttamente eletto da tutte le componenti, con responsabilità della programmazione, del coordinamento e del controllo. Va inoltre assicurata la piena autonomia finanziaria e gestionale ai dipartimenti.
- Introdurre trasparenti meccanismi di reclutamento in ruolo. Garantire l'avanzamento di carriera sulla base di valutazioni individuali nell'ottica di un ruolo unico della docenza, senza distinzioni di diritti e doveri, nel quale comprendere gli attuali ordinari, associati e ricercatori.
- Prevedere un'unica figura pre-ruolo a tempo determinato, di breve durata e adeguata retribuzione, con reale autonomia di ricerca e il riconoscimento pieno dei diritti.
- Valorizzare le professionalità del personale tecnico-amministrativo, superare il blocco della contrattazione nazionale e del turn over, investire in aggiornamento e formazione.
- Respingere a livello locale la realizzazione di una Fondazione dell'Università che comporta di fatto il controllo da parte di questa della didattica e della ricerca ed il trasferimento di beni e risorse pubbliche;
- Prevedere la retribuzione da parte dell'Università di Messina della didattica fatta dai ricercatori.
Per ottenere tutto questo facciamo APPELLO a studenti, docenti e personale T.A e all'opinione pubblica affinché sostenga una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che altrimenti risulterà irreversibile.
Messina 20 ottobre 2012