Il Senato Accademico dell'Università Ca' Foscari di Venezia sul DL 112/08
Proseguono le iniziative di protesta negli atenei italiani contro i contenuti del provvedimento.
Le iniziative di mobilitazione negli atenei
Dopo l'ordine del giorno approvato durante l'assemblea dei lavoratori dello scorso 9 luglio, anche il Senato Accademico dell'Università Ca' Foscari di Venezia ha espresso in una mozione un giudizio negativo nei confronti dei provvedimenti riguardanti l'Università contenuti nel DL 112/08.
Roma, 23 luglio 2008
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Mozione del Senato Accademico sul DL n. 112/2008
Il Senato Accademico dell'Università Ca' Foscari di Venezia, visto il Decreto Legge 25 giugno 2008 n.112, rileva che i provvedimenti riguardanti l'Università utilizzano uno strumento normativo - il decreto legge – improprio rispetto ai temi trattati.
La materia disciplinata richiederebbe un ampio confronto, una visione complessiva delle esigenze del sistema universitario pubblico e decisioni ponderate e concertate per gli effetti che si produrranno sugli Atenei, poiché gli interventi previsti dalla manovra finanziaria modificano profondamente il sistema nonché le capacità operative delle Università.
Il Senato Accademico, concordando con quanto espresso dalla CRUI nella mozione del 3 luglio scorso, richiama con forza le finalità dell'università pubblica, la cui autonomia è rivolta a garantire formazione, ricerca e sviluppo scientifico e tecnologico; conferma inoltre i principi fondamentali dichiarati nello Statuto dell'Università Ca' Foscari - articoli 2 e 3, "Nel perseguimento dell'eccellenza nei diversi campi di studio, l'Ateneo garantisce la libera attività di ricerca dei docenti, che promuove fornendo i necessari strumenti materiali;...garantisce la libertà di insegnamento, il diritto degli studenti a un sapere critico e a una formazione adeguata al loro inserimento sociale e professionale e il diritto della società ad acquisire competenze professionali rispondenti alle esigenze del suo sviluppo. Promuove l'accesso ai più alti gradi dello studio e il loro completamento ai capaci e meritevoli anche se privi di mezzi, contribuendo a rimuovere ogni ostacolo a una effettiva uguaglianza di opportunità".
Queste funzioni e finalità istituzionali sembrano essere ampiamente disattese dal Decreto che non riconosce la valenza strategica della didattica e della ricerca svolte nelle università pubbliche per lo sviluppo economico e la competitività del Paese.
Il Senato Accademico esprime forte preoccupazione per l'entità delle ripercussioni negative che, in assenza di adeguati correttivi, le misure per l'Università avranno sulla vita dell'Ateneo, mettendo in grave difficoltà il suo funzionamento. La riduzione progressiva del finanziamento ordinario, collegata ai vincoli posti al turnover del personale, compromette la realizzazione del piano triennale recentemente approvato per lo sviluppo dell'Ateneo, oltre che il mantenimento del livello qualitativo dell'offerta formativa, della ricerca e dei servizi. Inoltre la ridotta disponibilità economica potrebbe tradursi in un aumento delle tasse universitarie. Gli interventi disposti dal Governo non tengono conto della nuova riforma didattica con l'attuazione del DM270/2004, per il quale l'Ateneo si è impegnato, nello spirito della riforma e senza poter contare sulla disponibilità di risorse aggiuntive, a razionalizzare la propria offerta formativa secondo le indicazioni ministeriali. I limiti posti al ricambio del personale, impedendo il mantenimento dei requisiti minimi di docenza previsti dal DM 270 per l'attivazione dei corsi di studio, rischiano di vanificare gli impegni presi dall'Ateneo nei confronti degli studenti, della società, del territorio e del mondo produttivo.
Il Senato Accademico condivide la mozione approvata dall'assemblea del personale svoltasi il 9 luglio scorso e le preoccupazioni espresse per le misure riguardanti l'Università, in particolare per le limitazioni previste per il personale (turnover e retribuzioni) che impediranno, fra le altre, l'assunzione di giovani meritevoli e accentueranno il fenomeno della "fuga dei cervelli".
Il Senato Accademico rileva che la trasformazione delle Università in fondazioni di diritto privato,indicata come via alternativa per risolvere i problemi di natura finanziaria degli Atenei, delineata per altro con poca chiarezza e priva delle necessarie garanzie, comporta un sostanziale disimpegno dello Stato nei confronti del ruolo e delle funzioni del sistema universitario pubblico, che si trova già in una grave situazione di sotto finanziamento.
In tale contesto il Senato evidenzia la contraddittorietà dei provvedimenti governativi con gli indirizzi di politica europea e con la missione pubblica delle Università affermata dalla Dichiarazione di Berlino nonché con le conclusioni formulate lo scorso anno dalla Commissione per la finanza pubblica operante presso il MEF e trasferite nel "Patto per le Università". Esso prevedeva - a partire dal pieno compimento di un sistema di valutazione per delineare gli obiettivi ai quali collegare investimenti e risorse – la possibilità per gli Atenei di programmare, in modo responsabile, le proprie politiche di sviluppo.
Il Senato Accademico, esprimendo la più ferma protesta, dà mandato al Rettore di rappresentare ad ogni livello politico e istituzionale, all'interno e all'esterno dell'Ateneo, la necessità che, al momento della discussione parlamentare per la conversione in legge del DL 112, venga stralciata la parte relativa all'università e sia contestualmente avviato un approfondito dibattito e confronto sulle finalità dell'Università in Italia.
18 luglio 2008