Ambiente e APAT: il governo continua ad operare anche se è dimissionario
All’APAT il Ministro prosegue nell’azione di occupazione dei posti e di controllo politico e invece di assumere personale precario bandisce concorsi per dirigenti, non solo inutili per l’organizzazione dell’ente, ma addirittura dannosi per l’autonomia della ricerca
“Malgrado sia cambiato il Parlamento e malgrado il Governo di cui fa parte sia dimissionario l’ex ministro all’ambiente Matteoli nelle ultime ore ha firmato ben 9 decreti attuativi della Delega Ambientale”.
Lo afferma Paola Agnello Modica, segretaria confederale CGIL, che aggiunge:
“Da tempo si era capita l’inutilità di fare appello alla sua sensibilità istituzionale ed a quella del suo capo di gabinetto. Rimaneva solo da fare affidamento al vincolo, da essi stessi inserito nel testo del Decreto legislativo di riordino della normativa ambientale, di consultare le parti sociali in merito ai singoli decreti attuativi, nell’ambito del Consiglio Economico e Sociale per le Politiche Ambientali. Contravvenendo in modo plateale persino a questo vincolo normativo l’ex Ministro conferma fino all’ultimo la sua inaffidabilità”.
Se questo è quanto succede sulla delega ambientale, nell’APAT che, per missione, si occupa della protezione dell'ambiente, della tutela delle risorse idriche e della difesa del suolo, la situazione non è molto diversa.
Infatti, nonostante le gravi difficoltà in cui versa da anni l'Agenzia, la Direzione ha trasmesso in questi giorni alle OOSS il Regolamento per l'Assunzione di Dirigenti e sta procedendo ad emanare il relativo bando di concorso.
La CGIL tutta, dalla Confederazione fino alla FLC, conferma la forte contrarietà all'operazione in quanto accrescerebbe in misura inaccettabile la distanza tra l’APAT e gli enti di Ricerca del comparto EPR e avrebbe, inoltre, l'effetto di congelare per anni i ruoli direttivi dell'Agenzia e di rendere estremamente difficile qualsiasi ipotesi di revisione dello Statuto APAT che prevede una struttura dirigenziale sovraordinata al ruolo dei ricercatori/tecnologi e non rispetta in alcun modo l’autonomia dei ricercatori.
Le priorità dell’APAT sono ben altre, prima tra tutte la soluzione del precariato, e la FLC si aspetta che il nuovo governo dia risposte sollecite e in linea con le reali esigenze della ricerca anche in questo ente.
Roma, 5 maggio 2006