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C'era una volta la ricerca all'ISPRA!

Prosegue l'iter di definizione del decreto. Sostanzialmente non recepite le osservazioni sindacali. Intanto, nell'ente diviene arduo assicurare il normale svolgimento delle attività, a partire da quelle di ricerca: si rischia la paralisi.

17/09/2009
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Solo da alcuni giorni, e su nostra specifica richiesta, siamo venuti a conoscenza di una nuova versione – in firma al Ministero dell'Economia – dello schema di decreto recante norme concernenti la fusione dell'Apat, dell'Infs e dell'Icram in un unico Istituto denominato ISPRA, presentato alle OOSS il 29 luglio u.s. .

Da una prima analisi, lo schema di decreto è rimasto pressoché invariato; solo in minima parte, infatti, sono state recepite le osservazioni presentate unitariamente dalle OOSS mentre rimangono irrisolti i nodi politici fondamentali per ISPRA sulle sue finalità e sul suo funzionamento.

Nel prendere atto che nel testo del decreto la parola " organo" è stata sostituita da " istituto", ribadiamo la nostra preoccupazione di fronte alle scelte del Governo e del Ministero che, con la soppressione dei tre enti e l'istituzione di ISPRA, stanno oggi impedendo al Paese di avere a disposizione professionalità e competenze di alto livello nel settore della ricerca ambientale.

Ciò sta oltretutto avvenendo, come abbiamo già denunciato, in mancanza di confronto tra il Ministero dell'Ambiente e le OOSS che da tempo chiedono di capire quale progetto si muova intorno alla scelta di istituire l'ISPRA, sulla quale esprimemmo riserve e contrarietà.

Abbiamo sempre sostenuto la necessità di dotare ISPRA, in tempi rapidi, di uno Statuto e di un regolamento, nonché l'urgenza di definire gli Organi di governo dell'Istituto per una gestione ordinaria che consenta il proseguimento delle attività ed uscire dalla fase emergenziale del Commissariamento che limita, se non addirittura paralizza, la necessaria programmazione delle attività dell'ISPRA e dei suoi progetti di ricerca, nonché l'applicazione degli istituti contrattuali. L'ISPRA ad oggi non è in grado di dare risposte alle tante questioni aperte che vanno dalle applicazioni dei contratti integrativi ex Ente risalenti al 2007, al precariato e alla difesa delle attività di ricerca che in ISPRA rischiano di essere definitivamente annullate.

Le nostre preoccupazioni, purtroppo, non erano infondate; con il protrarsi del periodo di incertezza e la perdita di centinaia di posti di lavoro dovuta ai provvedimenti del Governo, le attuali attività istituzionali e di ricerca, di provenienza dei tre ex Enti, rischiano il collasso e con esse nei prossimi mesi sono a rischio centinaia di posti di lavoro. Entro il mese di novembre scadranno circa 60-70 contratti a tempo determinato e fino ad oggi nessuna certezza è stata data; mentre rimangono ancora a casa licenziati i 170 contratti di collaborazione scaduti a giugno scorso.

Da tempo denunciamo l'incapacità del Ministero e della struttura commissariale di salvaguardare la ricerca in ISPRA. Molti progetti di ricerca faticano a essere rinnovati o stipulati ex novo, con la conseguenza di essere firmati da altri enti, con gravi danni per l'ISPRA, sia in termini finanziari che in quanto a perdita di preziose competenze professionali. Tra le cause principali c'è la farraginosità delle procedure, a partire da quelle inerenti all'attivazione di assegni di ricerca, e collaborazioni e contratti a termine.

La FLC Cgil rimane disponibile per un confronto sulle finalità e sull'organizzazione dell'ISPRA, sulle attività per il rilancio della ricerca e si adopererà per la tutela dei lavoratori che vi operano; continuando ad impegnare tutte le strutture nazionali e confederali per la difesa del sistema ricerca in Italia.

Roma, 17 settembre 2009

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