CNR: bilancio 2019, le strumentalizzazioni non sono utili a nessuno
La FLC CGIL continua a portare avanti la battaglia per la ricerca pubblica e per la salvaguardia degli EPR.
La Delibera 210/18, assunta all’unanimità dal CdA del 16 novembre 2018, ha aumentato le preoccupazioni della Rete scientifica sulle criticità del bilancio del CNR, alimentando un clima di grande confusione.
Da anni, la FLC CGIL denuncia con forza la grave crisi della Ricerca Pubblica in Italia indotta dal continuo e significativo definanziamento che si perpetua da tempo, in particolare dal 2011 quando il FOE è stato tagliato del 15% in ottemperanza del DLgs 213/09.
Numerose sono state le prese di posizione, le mobilitazioni, i presidi davanti ai palazzi del Potere, spesso con CISL e UIL, per "evidenziare" al Governo l’importanza strategica della Ricerca e la necessità di finanziamenti pubblici significativi e costanti.
Ricordiamo solo le ultime iniziative: l’incontro con il Viceministro Lorenzo Fioramonti del 11 ottobre 2018 in cui si è sottolineata la necessità di un incremento del finanziamento ordinario per tutti gli EPR e in particolare per il CNR, in cui nonostante il FOE sia il più alto in valore assoluto, resta di almeno un ordine di grandezza inferiore a quello concesso agli altri EPR se rapportato al numero di dipendenti; la lettera aperta consegnata al Presidente Mattarella il 21 novembre 2018, nella quale è stata ribadita l’importanza della Ricerca e chiesta maggiore attenzione a questo settore strategico per il Paese; in ultimo, la richiesta unitaria d’incontro, inviata in data odierna al Ministro Bussetti, specifico sulle problematiche della Ricerca Pubblica non universitaria.
Ricordiamo, inoltre, che già da marzo 2017 la FLC CGIL aveva evidenziato le criticità economiche che sarebbero emerse con la stabilizzazione dei precari, ma è assolutamente immorale dare la responsabilità delle attuali difficoltà all’assunzione delle lavoratrici e dei lavoratori precari e al rinnovo del CCNL, peraltro fermo da 9 anni.
Di queste criticità si è discusso più volte con l’Amministrazione e con il Presidente, il quale, come riportato nel comunicato del 27 ottobre, ha espresso più volte, pubblicamente e non solo con le organizzazioni sindacali, l’impegno dell’Ente a non procedere con i prelievi nel caso il FOE fosse stato incrementato o in presenza di ulteriori finanziamenti, impegno confermato al punto 7 della Delibera 210/18.
La FLC CGIL è pienamente consapevole della drammaticità della situazione e della necessità di una forte mobilitazione per ottenere maggiori risorse, a patto però, che siano chiari gli obiettivi e gli interlocutori.
Non è infatti bloccando l’approvazione del Bilancio di previsione e protestando all’interno dell’Ente che si possa sperare di ottenere risposte esaustive.
Bloccare il CdA e rinviare l’approvazione del Bilancio porterebbe solo a fermare il processo di stabilizzazione in atto, perdendo anche i relativi finanziamenti dedicati. Se è questo che alcuni tra i promotori dell’iniziativa del 30 vogliono, lo dicano chiaramente, senza cercare alibi.
È necessario, tutti insieme, con convinzione, organizzare una grande manifestazione sotto i palazzi del Governo per chiedere un aumento significativo del FOE già nella prossima manovra finanziaria, magari con azioni di forte impatto mediatico, come hanno fatto, sostenuti dalle organizzazioni sindacali, i precari appendendosi ad un filo, a dicembre 2017.
La FLC CGIL continuerà a portare avanti la battaglia per la ricerca pubblica, per salvaguardare e valorizzare gli stessi EPR e le peculiarità del personale tutto. Dopo anni di lotte per conquistare un contratto di lavoro stabile per il personale precario non sarà permesso a nessuno di boicottare la stabilizzazione.