CNR: riorganizzazione amministrazione centrale, la distanza dalla rete scientifica sta diventando incolmabile
L’Amministrazione ha dato mostra di come interpreta “liberamente” le normative vigenti e le corrette relazioni sindacali, ritendo di inviare solo l’informativa e non la convocazione per il dovuto confronto.
Il Direttore Generale ha inviato, lo scorso 12 aprile, una informativa recante la “Proposta di modifica dell’assetto organizzativo dell’Amministrazione Centrale del CNR di cui al provvedimento del Direttore Generale n. 144 del 30 dicembre 2013 e s.m.i.”, posto in deliberazione nella seduta del CdA del 18 aprile.
Ancora una volta l’Amministrazione ha dato mostra di come interpreta “liberamente” le normative vigenti e le corrette relazioni sindacali, ritendo di inviare solo l’informativa e non la convocazione per il dovuto confronto. Confronto chiesto dalle organizzazioni sindacali diffidando l’Ente da assumere decisioni in merito prima dell’incontro.
È alquanto “bizzarro” che sia proposta la modifica dell’assetto organizzativo dell’Amministrazione Centrale pochi mesi prima del termine del mandato del Presidente, a fronte delle molte questioni aperte relative al personale e alla Rete scientifica, che aspettano interventi e soluzioni: il completamento del processo di stabilizzazione, la valorizzazione professionale di R&T e T&A, la valorizzazione dell’Ente.
La modifica dell’assetto organizzativo è ben lontana dal disegno di un modello lungimirante che possa contribuire e supportare la Rete Scientifica nel confronto con la comunità scientifica nazionale ed internazionale.
La proposta, pur individuando come scopo l’avvio di un “processo di cambiamento necessario al perseguimento degli obiettivi strategici dell’Ente”, di fatto, si incentra sulla pre-costituzione delle “migliori condizioni per l’armonizzazione della attività amministrativa”. Una armonizzazione che, scorrendo il documento, sembra più legata al riequilibrio delle posizioni interne a Piazzale Aldo Moro, che non indirizzata, al un miglioramento effettivo della capacità dell’Amministrazione Centrale di erogare servizi di supporto alla Rete Scientifica. Questa “armonizzazione”, ha come obiettivo, che sembra essere primario “il ripensamento di tutti i processi sulla base della performance…”, cioè: la sicurezza del conseguimento degli obiettivi dirigenziali.
Forse è sfuggito che il CNR, il più grande EPR, non è un Ministero!
Ciò in un contesto internazionale che, soprattutto in Europa, è sempre più premiante verso la valorizzazione dei rapporti esterni e non verso una accentuazione dei processi burocratici. La struttura presentata dalla direzione generale, ad esempio, aumenta la distanza tra il mondo della impresa e la ricerca pubblica, definendo 3 strati di governo tra l’impresa interessata alle tecnologie sviluppate dall’Ente e l’Ufficio competente, lasciando contestualmente solo alle Relazioni Internazionali il compito di governare e stimolare la internazionalizzazione.
Il risultato è un’Amministrazione Centrale autoreferenziale che, con il presupposto di correggere i danni degli anni passati, non apre a nuove visioni organizzative, ma si chiude a riccio in un “burocratese” sempre più “anacronistico”. Le osservazioni e i commenti seguiranno, punto per punto, la proposta presentata:
Criticità ed Esigenze
Il ruolo fondamentale e forse unico dell’Amministrazione Centrale dovrebbe essere di dare Supporto alla Rete Scientifica. Invece cosa fa? Si preoccupa degli stakeholder e intende mostrarsi come una struttura che faciliti l’immediata individuazione delle competenze. A questo modello sfuggono le strutture “Relazioni Internazionali “e “Comunicazione” che, secondo “l’esperienza” maturata negli ultimi 5 anni (maturata da chi?), necessitano di maggiore indipendenza.
Prima mancanza e primo elemento di non allineamento con lo Statuto
La funzione “Valorizzazione della Ricerca”, nello Statuto, è normativamente collocata come la funzione “Relazioni Internazionali”. L’esperienza di 5 anni dovrebbe suggerire che l’unità di Valorizzazione della Ricerca fosse in diretta connessione con la Ricerca e, quindi, con il Presidente del CNR.
Illustrazione delle modifiche
Si sta procedendo alla riorganizzazione dell’Amministrazione Centrale in modo unilaterale, verticistico e poco trasparente e senza tener conto dell’opportuna separazione di competenze gestionali, di programmazione e di controllo. Le scarse informazioni fornite lasciano intuire che sono state trascurate le peculiarità di alcuni Uffici, il lavoro e le best practice poste in essere negli ultimi anni, anche in termini di “migliore utilizzo di risorse – risparmi economici”. Si registra un elemento di “novità” importante: la distinzione tra attività tecniche ed attività amministrative.
Tale distinzione presenta due ordini di problema: il primo è che si individuano 2 direzioni centrali, che sarebbero dovute essere invece abolite, come in più occasioni sollecitato dalla FLC CGIL e previsto nello Statuto dell’Ente. Il secondo è che la direzione “tecnica” (termine infelice, tutt’al più Tecnica Scientifica) assomma funzioni di natura diversa, di fatto affossando la funzione fondamentale di “Supporto alla Ricerca”, che dovrebbe essere svolta da tutti gli uffici, in una direzione di “infrastrutture ed appalti”.
Inoltre, possono la carenza di risorse finanziarie e la necessità di una gestione oculata delle finanze giustificare la necessità di prevedere due Uffici Dirigenziali e 4 Unità? (ex SPR) per assolvere le funzioni oggi svolte dall’Ufficio Programmazione Finanziaria e Controllo? La FLC CGIL condivide la necessità di separare le funzioni di programmazione finanziaria e controllo, prevista per legge, che colpevolmente la precedente riorganizzazione aveva ignorato. Tuttavia, la previsione di un numero importante di Uffici/Unità, qui sembra, rispondere ad altra logica, con la fin troppo evidente equazione: Unità=Indennità.
Risulta purtroppo palese la cancellazione delle Strutture Biblioteca Centrale e Gestione Documentale. Di fatto, si disconosce la centralità, stabilita per legge, della Biblioteca Centrale del CNR, unica nel suo genere, vera e propria Biblioteca Nazionale. Con l’assegnazione di queste competenze all’Ufficio Dirigenziale “Supporto all’attività di Ricerca” risulta evidente la mancanza totale di conoscenza della Storia e della funzione del CNR nella Società. La Biblioteca, più correttamente denominata “Biblioteca Centrale G. Marconi del CNR”, svolge il ruolo di Biblioteca Nazionale ed è stata istituita per Legge nel 1927 conseguentemente all'attribuzione al CNR del diritto di deposito legale delle pubblicazioni tecnico-scientifiche prodotte in Italia (R.D.L. n. 638/1927). È una struttura con una natura e una funzione precisa: conservare, promuovere e valorizzare la cultura scientifica nazionale e internazionale attraverso la realizzazione e la gestione di servizi bibliotecari, documentali e informativi. Togliere ogni riferimento a tale struttura vuol dire rinunciare, per sempre, al primo “front end” di trasmissione della conoscenza dell’Ente. La Biblioteca Centrale G. Marconi del CNR dovrebbe avere, con le sue 35 unità di personale, una collocazione a se stante affinché la storia, la competenza, la peculiarità, siano più ampiamente valorizzate.
La cancellazione della funzione Gestione Documentale potenzialmente potrebbe provocare dei rischi notevoli legati alla gestione dei flussi documentali dell’Ente e alla tutela delle informazioni. Con particolare riferimento al GDPR, potrebbero determinarsi notevoli difficoltà di natura giudiziaria, ma anche l’impossibilità di mantenere una mappatura costante ed aggiornata di tutte le attività del CNR. Un’altra evidenza legata ancora alla soppressione del GeDoc è lo smembramento di un ufficio con oltre 20 unità, che coordina le attività di tutta la Rete Scientifica in termini di processi documentali, per conservare, invece, uffici con poche unità di personale.
Un’altra questione non irrilevante impegna di nuovo la definizione di “tecnica”. Cosa c’è di più tecnico della funzione “ITC” (forse ICT?) e cosa c’è di meno tecnico, in questo senso, di un dirigente amministrativo? La funzione “ITC” (Reti e Sistemi Informativi) è stata in grado di svolgere un ruolo di servizio e di attrattore di risorse, a volte consistente, garantendo la sostenibilità economica, la realizzazione di progetti importanti che hanno dato lustro al CNR, e che è difficile pensare siano di nuovo realizzabili da un ufficio che perde la sua natura tecnica e tecnologica, trasformandosi in un ufficio amministrativo quale diventerebbe ITC nel quale confluiscono le competenze della SPR Reti e Sistemi Informativi.
Perché?
Perché si costituisce una Unità Formazione e Welfare dove si mescolano “mele e pere” che da una parte svolge un’attività più ‘tecnica’ e rivolta anche verso terzi, dall’altra gestisce il “welfare”, di natura più “amministrativa e diretto unicamente ai dipendenti dell’Ente.
La risposta è chiara: Unità=Indennità
Il CNR è un Ente pubblico che ha l’obbligo di seguire le regole della PA, ma prima di tutto è un Ente di Ricerca. Manca nella proposta, la separazione gestionale vera degli uffici operativi da quelli amministrativi. Questa sarebbe possibile immaginando un assetto organizzativo diverso, distinguendo tra uffici, il cui mandato principale è acquisire fondi e strutture il cui mandato principale è la programmazione, la verifica, il controllo “in fieri” delle attività del personale e delle strutture scientifiche e tecniche. Questo implicherebbe un ripensamento del ruolo del Direttore Generale che dovrebbe farsi carico della responsabilità di porre in essere azioni mirate ad attrarre fondi, almeno fino al raggiungimento della quota sufficiente a garantire la stabilità dell’asset principale dell’Ente: il personale e l’attivazione di progetti di ricerca di iniziativa interna. La questione più importante: la gestione e l’attrazione dei fondi. Attività che devono essere potenziate e per le quali non basta prendere in mobilità un dirigente amministrativo.
Con una impalcatura cosi burocratizzata il CNR rischia di chiudere.
La FLC CGIL non ci sta! Auspica un profondo ripensamento e, nel rispetto delle corrette relazioni sindacali, diffida il CdA a deliberare il 18 aprile questa proposta di modifica dell’assetto organizzativo, rimandando l’approvazione solo dopo un confronto costruttivo con i lavoratori nell’interesse del CNR e, più in generale, del Paese.