Comunicato stampa della Segreteria CGIL Confederale e SNUR CGIL Liguria sull’ I.I.T. di Genova
Fra realtà e fantasia c’è di mezzo l’I.I.T.
LA RICERCA VIRTUALE DEL GOVERNO BERLUSCONI
Fra realtà e fantasia c’è di mezzo l’I.I.T.
Ci avevano raccontato che Genova sarebbe stata la sede dell’Istituto Italiano di Tecnologia, l’equivalente locale del M.I.T., prestigioso ente di ricerca e di alta formazione degli Stati Uniti.
Era, questa, la proposta del governo per rilanciare la ricerca nel nostro paese, che, come noto, è tra gli ultimi in Europa per li investimenti in questo fondamentale settore (0,8% del PIL).
Ma oggi, a decreto pubblicato, scopriamo invece che si trattava dell’ennesima bufala.
Intanto Genova è sparita come sede dell’I.I.T.
Ma, al di là della collocazione geografica (pare comunque che la sede prescelta sarà – casualmente - Milano), è sul merito della proposta che noi non siamo d’accordo.
Infatti, come si può chiaramente dedurre dalla lettura dall’articolo 4, comma 6 del decreto istitutivo, non ci troviamo di fronte ad un Istituto di ricerca, ma, molto più banalmente, ad una Agenzia con un massimo di dieci unità di personale amministrativo e diretta da un Commissario unico (e non da un Direttore generale), anche al fine, si suppone, di mantenere uno stretto controllo governativo sulle attività del neonato Istituto.
Di sfuggita, ricordiamo che presso il Massachusetts Institute of Technology operano 39 gruppi di ricerca, che includono anche soggetti quali Lingue straniere, Musica, Filosofia e Storia e che impiegano più di 6000 ricercatori a tempo pieno, oltre, naturalmente, al personale amministrativo.
Quali i compiti di questo topolino che, dopo grandi sforzi, la montagna ha partorito?
Eccoli, enunciati al comma 1: "A tal fine la fondazione instaura rapporti con organismi omologhi in Italia e assicura l’apporto di ricercatori italiani e stranieri operanti presso istituti esteri di eccellenza."
Facciamo sommessamente notare che tali compiti sono analoghi a quelli svolti dall’INFM, che, inoltre, conduceva anche qualificate attività di ricerca in settori fondamentali quali quello dei nuovi materiali e dei superconduttori, realizzando altresì processi di spin off e di creazione di impresa nei settori dell’alta tecnologia.
Si dà il caso, purtroppo, che l’INFM sia stato sciolto proprio da questo Governo e che le sue competenze siano state trasferite al CNR, nonostante le proteste non solo dei ricercatori ma dell’intera comunità genovese.
La CGIL ritiene che la ricerca debba essere una priorità alla quale vadano destinate risorse adeguate ed adeguatamente indirizzate: per altro il protocollo d’intesa siglato con Confindustria pone in modo esplicito il tema delle politiche di ricerca e di innovazione come strategiche per uno sviluppo che ponga al centro la qualità e non il costo del lavoro come fattore di competizione.
La strada scelta dal governo, però, non è quella giusta.
Se il progetto che il Governo ha in mente è l’avvio di questo oggetto virtuale, una delle tante operazioni di immagine prive di contenuto alle quali ormai siamo abituati, noi chiediamo che i fondi stanziati vengano utilizzati invece per aprire una grande campagna di reclutamento di giovani ricercatori da parte delle Università, che in questo modo potrebbero disporre di energie fresche e che potrebbero partecipare con propri finanziamenti al progetto, assumendosene quindi una responsabilità diretta.
Si tratterebbe di una scelta di qualità, che potrebbe supportare processi reali di cambiamento e che aggiungerebbe valore alle attività di ricerca che si svolgono presso le università e che spesso sono strangolate dalla mancanza di risorse umane ed economiche.
Anche Genova potrebbe beneficiare, in questa ipotesi, di nuove energie e risorse che difficilmente le deriverebbero, invece, dall’essere sede di questa versione riveduta e scorretta di altri e ben più seri Istituti di ricerca per l’innovazione.
Le Segreterie CGIL Confederale e SNUR CGIL Liguria
Genova, 14 ottobre 2003