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CREA: l’ente orfano di politica ma ricco di patrimonio immobiliare. Verso il presidio unitario del 26 febbraio

La crisi istituzionale dell’unico ente pubblico nazionale di ricerca in agricoltura è irrisolta da un anno. È necessario che l’ente provveda alle assunzioni previste dal piano di reclutamento, inclusi gli operai agricoli, anche per impiegare le risorse finanziarie rese disponibili dallo specifico stanziamento previsto dalla legge di bilancio 2020. Massima vigilanza a tutela del patrimonio immobiliare.

21/02/2020
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Ad un anno dalla grave crisi istituzionale che ha colpito il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), determinata dall’azzeramento dei vertici istituzionale e di gestione, prosegue il commissariamento dell’unico Ente pubblico nazionale di ricerca in materia agricola e agroalimentare.

Nonostante le ricorrenti (e forse solo rituali) rassicurazioni formali, la ministra Bellanova non ha assunto pubblicamente e in contradditorio con le organizzazioni sindacali, alcuna responsabilità circa l’indirizzo politico che intende assicurare all’Ente vigilato dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF).

Per conseguenza, rimangono in sospeso questioni di fondamentale importanza per la sopravvivenza stessa del CREA, confermando l’inanità delle molteplici sollecitazioni provenienti dagli interlocutori parlamentari, dalle Associazioni dei produttori agricoli e dalle Organizzazioni sindacali.
In primo luogo, l’assetto istituzionale, congelato da un commissariamento la cui durata massima annuale è ormai prossima alla scadenza, senza che si abbia alcuna notizia della nomina o almeno dell’avvio del procedimento di nomina degli organi ordinari (presidente e consiglio di amministrazione).
In secondo luogo, il direttore generale, per il quale è stata avviata una selezione proprio nelle settimane conclusive del commissariamento. Una procedura eccentrica, promossa dalla gestione commissariale, da cui deriverà l’incarico quadriennale per il direttore generale che gli Organi ordinari troveranno all’atto del proprio insediamento. Situazione di indubbia divergenza rispetto a quanto prescritto dallo Statuto (art. 8, comma 1), ove si prevede che il direttore generale sia «nominato dal presidente su conforme parere del consiglio di amministrazione».
Inoltre, il superamento del precariato, inclusi gli operai agricoli, e la valorizzazione professionale del personale strutturato.

Tutto fermo, nonostante l’interesse che i cittadini italiani hanno testimoniato per la petizione in favore dell'assunzione dei precari mediante la Stabilizzazione CREA (art. 20, comma 1 non-prioritari, DLgs 75/2017; art. 20, comma 2, DLgs 75/2017). Petizione indirizzata alla ministra Bellanova, che ha raggiunto ormai le 1.700 firme e continua a crescere.

Infine, in questi mesi di inspiegabile impaludamento, ha invece ripreso forza il “progetto” di riorganizzazione del patrimonio immobiliare, che sembrerebbe consistere (molto semplicemente) nella cessione di immobili di valore, come la Sede di proprietà in pieno centro di Milano (zona Politecnico) per acquistarne altre in contesti logistici ampiamente criticati (Parco Tecnologico Padano).

Insomma, una condizione di crisi istituzionale, perdurante e irrisolta, che le organizzazioni sindacali ritengono ormai inaccettabile e che sarà pubblicamente denunciata con un presidio davanti al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF), mercoledì 26 febbraio 2020 (ore 10.00 - 13.00).
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FLC CGIL - FIR CISL - Fed. UIL Scuola RUA

Presidio presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF), mercoledì 26 febbraio 2020 dalle ore 10.00 alle ore 13.00

L’insostenibile leggerezza del CREA

Chi non fa non falla diceva un antico adagio, abbiamo atteso un anno affinché l’Ente potesse riorganizzarsi e riprendere una ordinaria attività. Dobbiamo invece registrare che ai problemi endemici se ne sono aggiunti altri: l’assenza di un indirizzo preciso di attività con l’aggravante di non avere alcuna notizia di condivisione dello sviluppo dell’Ente con le OOSS e con la Comunità Scientifica.

Un anno che l’ente è commissariato e continua ad essere gestito da un Direttore generale facente funzione, condizione che non sta consentendo al CREA di promuovere un programma strategico di medio - lungo periodo, visto il mandato che gli attuali Vertici hanno ricevuto: verificare la condizione amministrativa e finanziaria dell’ente e gestire la normale amministrazione.

L’intera struttura scientifica e tecnica soffre ogni giorno di più di una sistematica mancanza di attenzione che si esprime nei modi più diversi:

  • il Consiglio scientifico si è riunito solo recentemente dopo 6 mesi di interruzione
  • l’assenza totale di comunicazione alle strutture scientifiche di qualsivoglia scelta strategica o gestionale (ad esempio ad oggi non si sa se la struttura di ricerca del CREA parteciperà al ciclo di valutazione dell’ANVUR che è stato da poco bandito)
  • tagli e ridimensionamenti cospicui di spese e servizi necessari alla ricerca (come da ultimo gli abbonamenti e gli accessi on line alle riviste scientifiche e ai data base che pesano e valutano l’attività di ricerca)
  • l’assenza di qualsiasi forma di avanzamento di carriera e riconoscimento delle attività scientifiche e tecniche per il personale di ricerca che sempre più numeroso sceglie altri percorsi fuori dall’Ente.

Nell’ultima riunione, peraltro di natura solo informativa, era stato garantito un incontro con il Ministro per dare le dovute informazioni sul piano assunzionale dell’Ente e la relativa sostenibilità finanziaria. Non è seguito, invece, nemmeno un documento indirizzato alle OOSS da parte dell’ente per dare chiarimenti su quanto comunicato ai Direttori dei centri, notizie che, di volta in volta siamo costretti a smentire o a recepire.

Voci a volte nuove, più spesso contradditorie o incoerenti rispetto alle informazioni in nostro possesso.

Le stabilizzazioni: Ai Direttori è stato detto a Luglio 2020 l’assunzione della prima tranche, le altre a settembre sembrerebbe per tutti coloro che sono in elenco.

E l’altro 50% che deve essere assicurato per il Comma 2? Ci sono le graduatorie attive, quelle per il 3° livello, ma anche quelle per il 2° e 1° che potrebbero rappresentare una diminuzione di costi. Solo ipotesi, sussurrate nei corridoi, mai verificate né ufficialmente assunte.

La questione delle Sedi sta di nuovo emergendo:

  • si stabilisce di “trasferire tutte le sedi lombarde del CREA in un'unica struttura”, tramite l’acquisto di un immobile nell’area lodigiana idoneo ad ospitare tutte le strutture di ricerca presenti nel territorio lombardo.
  • il trasferimento dell’Amministrazione Centrale presso la sede di via della Navicella del CREA-AA e quest’ultimo presso la struttura del Centro AN.
  • Le sedi palermitane ancora senza nessuna prospettiva di soluzione.

Riorganizzazione Amministrazione Centrale: nonostante l’assoluta contrarietà manifestata dalle scriventi, vista l’imminente nomina di un nuovo Direttore generale, risulta che si stia comunque procedendo in totale assenza di confronto sulla graduazione delle posizioni dirigenziali.

A tutto questo c’è da aggiungere l’assenza di una Ministra che evidentemente non ha interesse per la Ricerca, per il Personale, per l’Ente, troppo distratta dalla situazione politica del Paese. Ed intanto l’Ente va alla deriva. È un Ente orfano.

Per tutte queste ragioni abbiamo indetto un Presidio presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF), mercoledì 26 febbraio 2020 dalle ore 10.00 alle ore 13.00.

Si auspica la massima partecipazione dei colleghi di tutte le sedi romane che potranno partecipare con il previsto permesso di assemblea.

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Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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