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CREA, incontro con il commissario straordinario. Un parziale avanzamento per la stabilizzazione dei precari ma molti dubbi per la situazione istituzionale. Prosegue la mobilitazione

L’annuncio della graduale stabilizzazione di una parte del personale precario non risolve le preoccupazioni legate al ruolo che l’Ente assumerà nel settore della ricerca agricola e agroalimentare. Nessun atto di indirizzo da parte della ministra Bellanova

27/02/2020
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La riunione tra le organizzazioni sindacali e il commissario straordinario CREA si è conclusa con l’annuncio dell’avvio della procedura di assunzione di una parte del personale precario, in seguito alla certificazione del Bilancio di previsione 2020 dell’Ente e secondo un calendario programmato su base annuale.

Gli operai agricoli, figure professionali essenziali per la conduzione delle aziende agricole, dei terreni sperimentali, della zootecnia, dei laboratori e delle cantine sperimentali, non sono previsti in alcun atto relativo alle assunzioni, nemmeno di natura programmatoria o previsionale. Neppure in prospettiva pluriennale.

Si tratta di una scelta che rende incompleta e irricevibile la proposta formulata dall’Amministrazione, peraltro fondata sulla previsione di un lungo processo di attuazione (da luglio a dicembre 2020) che lascia comunque molte incertezze sulla sua concreta esecuzione.

Anche la definizione delle scelte relative alla gestione del patrimonio immobiliare appare in una fase di pura enumerazione delle alternative possibili, sia per la Sede dell’Amministrazione centrale che per quella del Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia (CREA-PB), che sviluppa analisi conoscitive e interpretative delle dinamiche economiche e sociali relative al settore agroalimentare, forestale e della pesca. Nessun avanzamento nemmeno per le due Sedi palermitane ed in particolare per la sede di Bagheria.

In questo quadro, emerge invece nuovamente il piano di “razionalizzazione” delle Sedi milanese e lodigiana, con la cessione di immobili di proprietà dell’Ente nel centro delle due città al fine di acquistare un immobile e annesso terreno agricolo presso il Parco Tecnologico Padano (PTP) di Lodi. Su questa ipotesi, FLC CGIL ha espresso apertamente una ferma contrarietà.

Infine, si conferma l’assenza di un indirizzo di governo politico per quanto riguarda il ruolo strategico che il CREA potrebbe e dovrebbe assumere quale Ente pubblico nazionale di ricerca in materia agricola e agroalimentare. Un ruolo che appare fortemente indebolito dalla mancata ricostituzione degli Organi ordinari (presidente e consiglio di amministrazione) e dalla ormai annuale crisi organizzativa e gestionale.

La ministra Teresa Bellanova non ha inteso riunire le delegazioni FLC CGIL, FSUR CISL e UIL Scuola RUA, nonostante una richiesta di incontro avanzata il 13 settembre 2019.

Insomma, a parte le usuali e ricorrenti rassicurazioni, prosegue il congelamento istituzionale e delle molte questioni tuttora in sospeso: assetto istituzionale e nomina Organi ordinari, reclutamento operai agricoli, sviluppo professionale e scorrimento graduatorie concorsuali (inclusi livelli II-I), tutela del patrimonio immobiliare, esclusione dell’Ente da importanti sedi istituzionali, come l’Agenzia Nazionale per la Ricerca e la Cabina di Regia "Benessere Italia" presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Abbastanza (e forse anche troppo) per giustificare e rafforzare lo stato di mobilitazione del Personale e lo svolgimento di un Presidio davanti all’unica Sede politica da cui può essere tratta una soluzione per la condizione di crisi dell’Ente: il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

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