Elezioni CSPI, si vota il 7 maggio 2024

Home » Ricerca » Decreto Cura Italia: i provvedimenti di emergenza per l’ISS non bastano

Decreto Cura Italia: i provvedimenti di emergenza per l’ISS non bastano

E’ necessario un intervento in tempi rapidi sulla norma per evitare un utilizzo sbagliato delle risorse stanziate.

19/03/2020
Decrease text size Increase  text size

Nel decreto legge “Cura Italia”, all’art.11 vengono previste disposizioni straordinarie per l’Istituto Superiore di Sanità per affrontare l’emergenza coronavirus, con lo stanziamento di 4 milioni di euro per ciascuno dei prossimi tre anni (2020, 2021, 2022), in risposta all’enorme sforzo, in termini di risorse economiche e umane, che l’ente sta sostenendo in queste settimane e che probabilmente dovrà sostenere per i prossimi mesi.

Tuttavia la politica di provvedimenti per l’ISS calibrati sull’emergenza e non la scelta, che poteva essere fatta, di consolidare il Fondo Ordinario dell’ISS, non corrisponde alla sentita esigenza di potenziare stabilmente la capacità di risposta dell’ISS sia nelle emergenze che nella produzione scientifica, ai fini dell’elaborazione di piani di prevenzione e di promozione della salute pubblica. Noi continueremo a batterci affinché l’aumento del Fondo Ordinario venga incrementato in modo stabile e l’Ente sia messo effettivamente in grado di corrispondere adeguatamente ai suoi importanti compiti istituzionali.

L’articolo 11 del DL concede inoltre all’ISS la facoltà di assumere personale a tempo determinato rinnovabile per 3 anni. Su questo aspetto si precisa che:

  • l’entrata di nuovo personale a TD rischia fortemente di creare nuovo precariato mentre sarebbe stato opportuno prevedere la possibilità di assunzioni stabili, ampliando la dotazione organica attuale e prevedendo la stabilizzazione e valorizzazione del personale presente;
  • la disposizione di assumere personale con qualifica di dirigente medico non è una prerogativa dell’ISS dove, in quanto Ente Pubblico di Ricerca, si applica il contratto istruzione e ricerca e non il contratto della sanità. Si prospetterebbe quindi la possibilità di introdurre in maniera subdola un regime contrattuale diverso, con evidenti ricadute negative in termini di complessità della gestione del personale.

Si ritiene quindi necessario che il Ministro Speranza e la discussione parlamentare intervenga in tempi rapidi sulla norma per evitare un utilizzo sbagliato delle risorse stanziate, modificando il DL nella fase di conversione in legge. Allo stato attuale è bene che venga chiarito che l’assunzione di specifiche figure non rappresenta un obbligo, ma una facoltà, che deve essere vagliata al fine di operare una scelta coerente con l’attuale configurazione dell’ente e delle sue esigenze funzionali.

Si sottolinea inoltre che l’articolo 11 agisce in deroga al piano triennale di attività e al piano di fabbisogno. Perciò, pur comprendendo i tempi di straordinaria gestione, si ritiene che la sua applicazione debba essere affrontata nel confronto sindacale tenendo conto anche della necessità di affrontare il tema dell’assorbimento del precariato, del rinnovo di tutti i TD in scadenza e della valorizzazione professionale del personale.