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ENEA: la situazione è critica. Il 27 novembre presidio davanti il Ministero dello sviluppo Economico

Prevista la consegna della petizione sottoscritta dalla maggioranza dei ricercatori e tecnici dell’Ente.

26/11/2019
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Non si fermano le iniziative nei centri di ricerca per la gestione dell'ENEA ormai involutiva e penalizzante: manca qualsiasi attenzione alla valorizzazione del personale e dei centri di ricerca. Questi dovrebbero essere i luoghi per ottimizzare le attività della ricerca ed avere servizi minimali di funzionalità. Ma a questo vertice, che già non tiene conto dei rilievi della Corte dei Conti, degli Ispettori della Finanza, dei Ministeri vigilanti, interessa fare solo fare cassa sui servizi essenziali, ridurre sotto al minimo le assunzioni, ricreare precariato usa e getta, impedire anche una minimale valorizzazione di tutti gli istituti contrattuali possibili, ridurre al minimo gli impegni di ricerca nell’ambito della declamata New Green Deal, amplificare incarichi di responsabilità retribuiti e incarichetti per incrementare in modo non trasparente curriculum per le carriere.

Ora si tratta di cominciare a far capire all’esterno che la narrazione autogratificante dell’ente fatta sulla stampa è  in contrasto con una realtà operativa dei centri di ricerca e dei dipendenti, così piena di difficoltà, mortificazioni, cavilli burocratici. Per il 27 novembre è prevista una assemblea esterna di approfondimento sulla situazione dell’ente e del contratto, ma ci sarà anche una delegazione di massa per la consegna di una petizione presso il  Ministero Vigilante. La politica apertamente repressiva tende ormai ad ostacolare circolazione di idee e di partecipazione. Nell’ossessione che trapeli qualcosa all’esterno delle criticità della loro governance, che possa stonare con quanto si racconta a stampa e politici, il vertice impedisce qualsiasi autorizzazione a manifestazione, per motivi “di sicurezza”, sia al Ministero dello Sviluppo o anche a Montecitorio (stabile efficientato dall’ENEA!).

Avviseremo i vertici di questi stabili istituzionali che l’ENEA giudica insicuri i loro cornicioni e pavimentazione. In sostanza si attivano tutti i pretesti per ostacolare un legittimo dialogo tra lavoratori e istituzioni.   Tuttavia queste intimidazioni non fermeranno le iniziative. Molti lavoratori sono pronti per le necessarie iniziative democratiche  anche a metterci del proprio. D’altra parte le attività di ricerca dei dipendenti dell’ENEA concorrono a quasi metà del bilancio, che tuttavia incrementa stipendi e opportunità solo ad una parte del personale. Di seguito l’appello unitario di FLC CGIL, FIR CISL, UIL RUA e FGU Anpri per la delegazione di massa al MISE.

1372 sono le firme di lavoratrici e lavoratori dell’ENEA che consegneremo il prossimo 27 novembre al Ministro Patuanelli con una delegazione di massa proveniente da tutti i Centri di Ricerca d’Italia e che sarà presente fisicamente davanti al Ministero dello Sviluppo Economico in via Molise 2, a Roma, per denunciare la situazione di grave disagio in cui si trova l’Ente.

I sottoscrittori della petizione chiedono una attenzione speciale alle sorti dell’Enea, il secondo Ente di ricerca in Italia, perché un Governo che ha battezzato Green New Deal il proprio impegno in campo energetico e ambientale per un cambio paradigmatico e culturale dell’idea di sviluppo del Paese, non può essere disinteressato a quello che succede in un Ente strategico come l’Enea. Il suo futuro è troppo importante per essere lasciato alla deriva o alla responsabilità di pochi. E siccome è altrettanto vero che per ottenere cambiamenti strutturali il ruolo della ricerca e dell’innovazione tecnologica è decisivo per il conseguimento degli obiettivi ambiziosi di un Green New Deal, e che questi obiettivi non possono essere lasciati al volontarismo dei ricercatori e tecnici dell’ente, l’ENEA deve essere posto nelle migliori condizioni per operare. Condizioni che non ci sono in questo momento per i tanti problemi accumulati nel tempo e che continuano a non trovare risposte, nonostante l’ultima riforma del 2015: scarsi finanziamenti ordinari, perdurare di un incomprensibile accentramento di funzioni nella governance dell’Ente e assenza di qualsivoglia coinvolgimento della comunità scientifica (come vorrebbe un vero Ente di Ricerca), autoreferenzialità dell’attuale vertice e scarsa attenzione alle relazioni sindacali, nonché alla valorizzazione del personale, continua riduzione dei servizi di supporto alle attività, poca attenzione alle problematiche connesse alla sicurezza nei e dei laboratori, una insopportabile debolezza intrinseca dell’ente sotto il profilo politico e di relazione con il resto della Pubblica Amministrazione. Vogliamo che questo Ministero vigilante riceva i rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali per ascoltare le ragioni della protesta e saremo in tanti per rappresentare le lavoratrici e i lavoratori dell’ENEA.

Appuntamento in via Molise 2, davanti al Ministero dello Sviluppo, alle ore 10.00 del 27 novembre 2019.

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