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Enti di ricerca: incontro con la Ministra Bernini

Sulle risorse aggiuntive necessario un intervento della politica per il loro pieno utilizzo nel contratto e per reperirle anche per il personale degli Enti di ricerca non vigilati dal MUR.

27/04/2023
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Il 26 aprile 2023 si è svolto presso il MUR un incontro con il Ministro dell’Università e della Ricerca, Sen. Anna Maria Bernini, a cui era presente anche il Presidente dell’ARAN, Dott. Antonio Naddeo.

Molti i temi affrontati durante la riunione, che non era specifica per il settore ricerca ma che ha visto la presenza di diverse organizzazioni sindacali di altri settori e comparti di contrattazione. Su questo aspetto abbiamo rimarcato da subito e con decisione la necessità di incontri specifici, indispensabili per approfondire le tematiche serie e complesse che riguardano i singoli settori.

La riunione ha affrontato prioritariamente il tema dell’utilizzo delle risorse aggiuntive per la valorizzazione professionale previste dalla legge di bilancio 2022 sia per il personale dell’università che per quello degli Enti Pubblici di ricerca. Questo tema è diventato prioritario dal momento che l’ARAN, negli incontri avuti ad aprile per il settore dell’università, ha formalizzato una proposta, giustificata a fronte di valutazioni e pareri di carattere normativo, che vede l’utilizzo delle risorse aggiuntive per la valorizzazione professionale esclusivamente all’interno del salario accessorio, con la specifica di destinare almeno il 50% alla performance ed escludendo, per la parte rimanente, la possibilità di utilizzo per incrementare le indennità fisse e ricorrenti e per i passaggi economici. Una proposta non accettabile, che non prevede nemmeno un euro alla generalità dei dipendenti e che l’8 maggio, giorno della convocazione all’ARAN del settore ricerca, verrà ribadita anche per le risorse aggiuntive per il personale tecnico e amministrativo degli EPR. Abbiamo ribadito quanto già sostenuto in sede ARAN circa la possibilità della contrattazione nazionale di poter disporre liberamente delle risorse in questione e ciò in base al testo unico del pubblico impiego (art. 2 comma 2 del d.lgs. 165/2001), prendendo a riferimento quanto già fatto e certificato dalla Corte dei Conti rispetto al vigente CCNL.  Su questo tema abbiamo preso atto favorevolmente della disponibilità della Ministra di intervenire per superare le rigidità rispetto alla destinazione delle risorse aggiuntive ricorrendo, se necessario, anche alla emanazione di un atto di indirizzo integrativo, così come recentemente fatto per il settore scuola.

Rimane altresì evidente che precondizione per poter utilizzare con il CCNL le risorse aggiuntive per istituti demandati alla generalità dei dipendenti o alle modifiche dell’ordinamento professionale, è che queste debbano essere a disposizione di tutto il personale del settore e ciò, ad esempio, è il caso dell’università, ma purtroppo non ancora per gli EPR. Abbiamo quindi di nuovo posto il tema relativo al fatto che il finanziamento aggiuntivo nel settore ricerca è previsto soltanto per il personale degli EPR vigilati dal MUR, ma su ciò, al di là di un impegno della Ministra a continuare a sensibilizzare gli altri ministri interessati, non si è ottenuto e, francamente, dal MUR altro non ci si poteva attendere. Infatti siamo perfettamente consapevoli che questa partita, considerando i numerosi ministeri coinvolti, si sta giocando altrove ed evidente emerge la responsabilità del Governo, che deve intervenire dando seguito all’accordo sottoscritto con le OO.SS. del comparto Istruzione e ricerca il 10 novembre 2022 dal Ministro dell’Istruzione sentito il Ministro della PA.

Rispetto ai finanziamenti aggiuntivi abbiamo inoltre chiesto la modifica di quella parte della norma che prevede che la ripartizione del finanziamento dei 40 milioni di euro destinati al passaggio dal terzo al secondo livello dei ricercatori e tecnologi avvenga in proporzione al finanziamento ordinario degli Enti (FOE): riteniamo che, analogamente a quanto fatto in analoghe disposizioni, il riparto del finanziamento di risorse destinate alla valorizzazione professionale debba avvenire soltanto in relazione alla numerosità del personale in ruolo, consentendo così di dare a tutti la stessa opportunità di valorizzazione a prescindere dall’Ente di appartenenza.

Altri temi affrontati sono stati i progetti del PNRR e le ricadute rispetto al personale di ruolo e a quello precario (l’aumento vertiginoso dei contratti rischia, se non accompagnato da interventi strutturali, di creare una enorme bolla di precariato), il tema del tetto dei fondi del salario accessorio (non giustificabile per università e ricerca, sistemi che, entrambi, pagano con i propri bilanci le spese del personale). 

Tutte le tematiche affrontate che richiedono soluzioni sia contrattuali che normative contiamo di poterle discutere quanto prima al MUR in maniera più approfondita sui tavoli tematici, fermo restando che rispetto al rinnovo del CCNL e al confronto che sta per riprendere in ARAN, non condividiamo la posizione di chi pensa che ormai sia meglio affrontare i problemi in un prossimo CCNL.

Da parte nostra riteniamo invece fondamentale dare seguito alla mobilitazione iniziata con il presidio del 7 marzo davanti il ministero della Pubblica Amministrazione al fine di provare a sensibilizzare ulteriormente il Governo e le forze politiche che potrebbero ancora intervenire con un emendamento al Decreto Legge sulla PA (n.44 del 22 aprile 2023 che dovrà essere trasformato in legge dal parlamento entro 60 giorni dalla sua emanazione) sia rispetto al finanziamento degli EPR non vigilati dal MUR e sia per quanto riguarda le altre problematiche legislative con ricadute contrattuali, in particolare quelle relative ai fondi del salario accessorio e al PNRR.

Continueremo a tenervi informati.

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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