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Enti pubblici di Ricerca, la mobilitazione continua! Il 16 dicembre presidio a Montecitorio

Dal Ministro Manfredi risposte insufficienti. Poste le basi per il completamento delle stabilizzazione ma rimangono senza adeguata risposta le altre criticità.

14/12/2020
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Roma, 14 dicembre 2020 - La mobilitazione del Personale degli Enti e Settori di Ricerca indetta da FLC CGIL, FSUR Settore Ricerca, UIL Scuola RUA, FGU Dipartimento Ricerca e SNALS-Confsal ha indotto il Ministro del MUR, Gaetano Manfredi, a convocare le organizzazioni sindacali il 9 dicembre scorso.

L’incontro si è svolto anche alla presenza del Sottosegretario di stato, Giuseppe De Cristofaro, e del Capo di Gabinetto, Giuseppe Recinto.

Il Ministro e la delegazione governativa hanno espresso la volontà di instaurare stabili e corrette relazioni sindacali e nel merito del Disegno di Legge di Bilancio in discussione in Parlamento hanno evidenziato la previsione dell’aumento del Fondo Ordinario d’Ente (FOE) di 65 milioni di euro per gli enti vigilati dallo stesso ministero. Tuttavia, a giudizio cei sindacati il ritardo con cui il MUR ha avviato il confronto, nonostante le ripetute sollecitazioni sindacali, mette a rischio la soluzione dei gravi problemi del settore e induce forti preoccupazioni rispetto all’iter della Legge di Bilancio, che attualmente non prevede misure risolutive di problemi legati al prossimo rinnovo del CCNL rischiando di penalizzare ulteriormente il personale per i prossimi anni.

Per questo i sindacati hanno deciso di proseguire la mobilitazione convocando un presidio presso Montecitorio per il prossimo 16 dicembre, dalle 15 alle 18, nel corso della discussione della Legge di Bilancio e scrivendo una lettera aperta ai gruppi parlamentari.

Nel dettaglio, le motivazioni di questa scelta rispondono a una valutazione puntuale degli impegni presi dal Ministro e delle mancate risposte. Per quanto riguarda l’incremento del FOE, i sindacati reputano che si tratti di un segnale in controtendenza, considerando che i continui tagli di questo decennio hanno reso il valore del FOE del 2020 inferiore a quello del 2010. Tuttavia, è un aumento assolutamente insufficiente per poter rappresentare una reale inversione di tendenza e per poter iniziare a ipotizzare la soluzione dei problemi rappresentati, a cominciare da quelli del personale, da anni senza alcuna prospettiva di adeguato riconoscimento e di valorizzazione professionale. I 65 milioni di euro del FOE non coprono neanche i costi base del vigente CCNL e del prossimo che avrà decorrenza dal 2019. Inoltre le organizzazioni sindacali hanno evidenziato come l’intervento proposto riguarda i soli Enti e Settori di ricerca vigilati dal MUR, riproponendo così l’urgenza di arrivare quanto prima ad una governance unitaria dell’intero sistema.

Sul fronte del precariato i sindacati hanno valutato positivamente l’emendamento presentato in modo trasversale dai parlamentari della maggioranza, e sostenuto dal Ministro stesso, che prevede 50 milioni da destinare alle stabilizzazioni. Tuttavia, tale intervento dovrà essere riferito a tutto il personale avente i requisiti della stabilizzazione a normativa vigente e non solo ai ricercatori. Al tempo stesso, i sindacati hanno chiesto di superare la norma che esclude il personale degli Enti pubblici di ricerca dall’ampliamento dei termini per l’applicazione del comma 1 dell’art. 20 del D.Lgs. 75/2017.

Allo stato attuale rimangono quindi completamente inevase diverse richieste alla base della mobilitazione ed in particolare:

  • nessuna previsione di ulteriori risorse agli Enti pubblici di ricerca, anche al fine di consentire la revisione dell’ordinamento professionale e per rimuovere i blocchi che stanno penalizzando le carriere di ricercatori, tecnologi, tecnici ed amministrativi;
  • nessuna assicurazione rispetto alla revisione delle norme che limitano il salario accessorio e pongono continui vincoli al suo utilizzo, così come da impegno previsto nell’Intesa con i sindacati del Comparto Istruzione e Ricerca sottoscritta il 24 aprile del 2019 dal Presidente del Consiglio Conte e rinnovata il 1° ottobre dello stesso anno;
  • nessun progetto per l’avvio di una governance unitaria e per salvaguardare e valorizzare gli Enti e Settori di Ricerca, anche in previsione dell’utilizzo delle risorse del Next Generation EU;
  • nessun impegno a verificare le situazioni, che pure sono state segnalate, di quegli enti che non stanno favorendo il processo di stabilizzazione;
  • nessun impegno a rivedere la norma, introdotta con la legge di conversione del D.L. istitutivo del MUR, che esclude il solo personale degli Enti pubblici di ricerca dall’ampliamento dei termini per l’applicazione del comma 1 dell’art. 20 del D.Lgs 75/2017, prevista per il resto dei settori pubblici;
  • nessun impegno a rivedere le modalità di presentazione di progetti a valere sui PRIN, che a differenza del passato, discriminano e penalizzano il personale tecnologo;
  • una piena applicazione del D.Lgs. 218/2016, fondamentale strumento legislativo per tutto il sistema ricerca pubblico, in tutte le sue parti.

A fronte di queste significative omissioni, è assolutamente necessario continuare la mobilitazione per chiedere un effettivo rilancio degli Enti pubblici di ricerca e per dare risposte al personale che vi opera, perché non sono più rinviabili azioni coerenti alle tante dichiarazioni fatte in questi anni dalla politica e dal Governo a sostegno della ricerca pubblica, fattore decisivo per il rilancio del Paese.

Per queste ragioni e con la consapevolezza che si tratta di un percorso che nell’immediato riguarda la Legge di Bilancio ma non termina certamente con questa, invitiamo tutti a partecipare al presidio di mercoledì 16 dicembre, dalle 15 alle 18, in piazza di Monte Citorio e contemporanea assemblea in videoconferenza.

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