Enti Pubblici di Ricerca: proclamato lo stato di agitazione
Comunicato unitario FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams.
Il MUR si sottrae a qualsiasi confronto mentre il prossimo mese sarà determinante per gli interventi sulla Ricerca, per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, per la valorizzazione del personale e per la stabilizzazione dei lavoratori precari.
La situazione di grave ritardo negli investimenti in ricerca del nostro Paese è evidente, come è testimoniato dai molti raffronti internazionali e fotografato anche dalle linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza trasmesso alle Camere a settembre, documento propedeutico per l’utilizzo delle risorse europee del Next Generation EU.
Alla luce delle risorse che verranno ad essere disponibili per R&S molti sono i temi irrisolti da affrontare: a cominciare dalla governance del sistema (deve essere definitivamente archiviata la distinzione tra Enti vigilati dal MUR ed Enti vigilati da altri ministeri e coerentemente istituire un unico fondo ordinario per tutti gli enti di ricerca), quello delle infrastrutture della ricerca pubblica, un finanziamento ordinario degli EPR assolutamente inadeguato ed infine l’insufficiente numero di ricercatori nel nostro Paese, che sono un terzo di quelli della Germania e metà di Francia e Regno Unito. Pertanto sono urgenti anche investimenti sul personale, a partire dal superamento del precariato ed alla valorizzazione del personale di ruolo, penalizzato sia in termini economici rispetto ai raffronti internazionali, sia perché la mobilità professionale è di fatto da molti anni quasi completamente bloccata, stante la carenza di risorse degli Enti. Inoltre dalla legge “Brunetta” in poi, in conseguenza dei vincoli normativi introdotti ed accompagnati non di rado da pareri o circolari spesso peggiorativi della norma, viene impedito anche l’utilizzo del salario accessorio in coerenza con le norme contrattuali.
In questo contesto il MUR si sta sottraendo in ogni modo al confronto sindacale: dopo mesi di richieste, solo a metà settembre ha convocato le Organizzazioni Sindacali per organizzare l’avvio di tavoli di confronto sul rinnovo del CCNL e sul sistema ricerca, avvio che ha poi posticipato di altri due mesi e così facendo ha probabilmente compromesso la possibilità di trovare soluzioni concrete ai problemi del personale, considerata l’imminenza dell’avvio dell’iter parlamentare della legge di bilancio, l’ultima utile prima dei rinnovi dei CCNL 2019/2021. Non bastano più le generiche affermazioni rilasciate dal Ministro soltanto a mezzo stampa: gli interventi da mettere in atto sul piano economico e normativo sono assolutamente urgenti. Addirittura, a tutt’oggi, ancora non trovano riscontro neanche gli impegni assunti dal Presidente del Consiglio con l’intesa sottoscritta il 24 aprile sul completamento del processo di stabilizzazione dei lavoratori precari degli EPR, sulla valorizzazione del personale e sulla flessibilità dei fondi accessori di università e ricerca.
Gli stessi interventi normativi recentemente proposti dal Governo dimostrano disattenzione all'investimento sul personale che opera negli enti pubblici di ricerca, lasciando inevase le risposte alle giuste aspettative che attendono da tempo ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi e che costituiscono ormai il presupposto non rinviabile per il rilancio di un settore trainante per il sistema Paese.
Nella prossima Legge di bilancio servono interventi, immediati e concreti, per:
- un adeguato aumento della quota base del finanziamento ordinario degli EPR
- il rinnovo del CCNL
- la stabilizzazione dei lavoratori precari con la piena applicazione della legge “Madia” e la definitiva eliminazione di questa forma di sfruttamento dei lavoratori
- la valorizzazione professionale del personale
- una maggiore flessibilità nella costituzione e nell’utilizzo dei fondi del salario accessorio.
In ragione di mancanza di riscontri alle nostre rivendicazioni, considerata l’assenza di rispetto delle relazioni sindacali da parte del MUR, le Organizzazioni Sindacali proclamano lo stato di agitazione del personale degli Enti di Ricerca.