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Il MEF blocca il contratto integrativo 2015 all’INFN chiedendo chiarimenti

Il governo dimostra ancora una volta di non volere l’autonomia degli Enti di ricerca. Formula osservazioni sul CCI 2015 dell’INFN alcune sbagliate, le altre col chiaro intento di ritardare le procedure per la stipula. Tutto questo nell’ente in cui i lavoratori hanno il salario accessorio più basso del comparto.

26/07/2016
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Il Ministero dell’Economia e Finanza ha chiesto ulteriori chiarimenti per il Contratto integrativo 2015 dell’INFN, di fatto bloccando la procedura per la stipula definitiva. Con questo atto il Governo dimostra che, nonostante nelle conferenze stampa proclami a gran voce un maggiore impegno per la ricerca pubblica, nei fatti vuole solo affossare questo settore.

L’INFN è un ente di ricerca tra i migliori nel mondo, ma i lavoratori di questo Ente sono i meno pagati tra gli Enti Pubblici di ricerca italiani. Per questo motivo per la trattativa per il rinnovo del CCI 2015 per i tecnici e amministrativi è stato necessario un grande impegno delle parti per reperire risorse e prevedere che si aumentasse l’Indennità di Ente mensile. I conti dell’INFN sono in ordine: la spesa per la ricerca (attrezzature, infrastrutture, collaborazione con altri enti ecc) supera di gran lunga il 50% del proprio fondo ordinario; partecipa a progetti esterni raddoppiando il proprio FOE; ha un rapporto bassissimo dirigenti/dipendenti; oltre il 70% del personale si occupa direttamente di ricerca con tecnici, tecnologi e ricercatori (oltre il 50% del personale sono ricercatori e tecnologi), ha il personale amministrativo di alto livello che ha permesso all’INFN di essere tra gli enti più virtuosi (fonte lo stesso MEF). Tutto questo al MEF (e quindi al Governo) non basta. Per NON riconoscere la professionalità ai dipendenti INFN, produce osservazioni sulle relazioni che accompagnano i contratti integrativi, alcune palesemente sbagliate, e altre con unico scopo ritardare la firma definitiva del CCI 2015.

Questo atteggiamento del Governo è l’ennesima dimostrazione di quanto poco gli importi della ricerca pubblica, in piena continuità con la delega Madia (su cui il Governo ha un imbarazzante e assordante silenzio) che potrebbe migliorare l’efficienza degli Enti di ricerca, dando loro una vera autonomia di gestione sia dal punto di vista finanziario ma soprattutto riguardo al reclutamento, preferendo invece inserire distorsioni varie, con il chiaro scopo di creare caos e far naufragare tutto.

Dall’accordo per il CCI 2015 non si può tornare indietro: è già il punto massimo di mediazione per il personale. Così come non possono esserci ulteriori trattative se il Governo non mette a disposizione del personale risorse aggiuntive con un rinnovo serio del contratto di lavoro.

Chiediamo che l’INFN risponda puntualmente ai rilievi sollevati dal MEF e attivi sin da subito un’interlocuzione con il ministero per chiarire i dubbi e giungere alla firma definitiva del CCI 2015. Il personale non merita ulteriori ritardi ma ha la necessità che le prossime trattative guardino al futuro dell’Ente e non al passato.

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