Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Ricerca » INAPP: ennesimo strappo alle relazioni sindacali da parte dei vertici dell'Ente

INAPP: ennesimo strappo alle relazioni sindacali da parte dei vertici dell'Ente

La conclusione "allucinante" della lunga giornata di trattativa del 20 dicembre.

21/12/2018
Decrease text size Increase  text size
Incomprensibile atteggiamento dell’Amministrazione dell’INAPP, dopo oltre 5 ore di trattativa, a conclusione della riunione di ieri 20 dicembre, avvenuta abbondantemente oltre le ore 23,00, si era giunti ad una determinazione che prevedeva la convocazione delle Organizzazioni Sindacali per questa mattina (entro le 12.00) per la firma dell’ipotesi di accordo sul telelavoro.

Ma nessuna convocazione è arrivata, per “problemi” dell’Amministrazione insorti durante la notte che, evidentemente, non ha portato buoni consigli.

E’ veramente inconcepibile ed inaccettabile che conclusioni condivise possano essere unilateralmente stracciate, ennesimo segno dell’incapacità di tenere relazioni sindacali corrette e puntuali.

Non vogliamo pensare male e non vogliamo credere che sia stato il mancato accordo sull’orario di lavoro a portare a questa decisione.

Sarebbe un atteggiamento grave e una provocazione nei confronti di tutti i lavoratori dell’INAPP.

Ma veniamo alla cronaca di un fallimento lungamente annunciato.

Nella riunione di trattativa che si è tenuta ieri dalle ore 17,30 alle ore 23,30 circa, in discussione c'era la prosecuzione degli incontri precedenti relativi a telelavoro e orario di lavoro, nei quali fra gli altri si erano chiusi gli accordi (sempre in ipotesi) per il salario accessorio degli anni 2017 e 2018
In più, l'amministrazione aveva portato all'informativa il documento sul PTA e Piano di fabbisogno (fra cui le stabilizzazioni) 2019-2021, i cui documenti, è bene precisare, erano stati inviati appena la sera prema del 19/12, alle ore 18,00, con appena 24 ore di anticipo sulla convocazione del tavolo.
Nella prima parte della riunione, ieri ci si è di nuovo impantanati sulla questione del Telelavoro, ma alla fine si è trovata una soluzione per una ipotesi che avremmo firmato, la quale prevede l'incremento sulla percentuale del personale da adibire al telelavoro, dal vecchio 10% al 13% del totale del personale, con una proroga per gli attuali lavoratori in telelavoro della ex-sede di Benevento di un trimestre, entro il quale aprire un tavolo di confronto finalizzato all'individuazione di soluzioni alternative per il personale di quella sede, ingiustamente penalizzato per la chiusura della vecchia sede di lavoro, e la convocazione della prima riunione del tavolo per il 16 gennaio 2019. 
Sulla base di questi elementi abbiamo ritenuto che si potesse essere disposti alla firma, a condizione che questa sarebbe avvenuta oggi alle ore 12,00, per permettere alle altre organizzazioni sindacali di fare una ulteriore verifica della loro posizione (acquisito, tuttavia, al tavolo il parere contrario della UIL alla firma).
Solo successivamente si è passati (alle 21,00 circa) alla trattazione del secondo punto all'OdG, cioè il PTA e il PTF. 
Su questo la FLC CGIL ha chiesto il differimento della discussione, ritenendo l'informativa un diritto sindacale da assolvere in maniera non solo formale, vista l'impossibilità per la CGIL di entrare nel merito stante il breve lasso di tempo intercorso dal ricevimento della documentazione (circa 70 pagine) e l'effettiva impossibilità della sola lettura. Riservandosi in ogni caso di formulare proprie osservazioni di merito scritte. 
A tale richiesta si associavano la CISL e l'Anpri, tuttavia altri componenti al tavolo decidevano di entrare nel merito della discussione.
A quel punto anche la FLC CGIL rappresentava qualche considerazione, sulla base di una rapida sfogliata del documento, soprattutto del PTF, e di quanto ascoltato "seduta stante" nel merito della discussione:
  • ribadendo la necessità che le stabilizzazioni si completino tutte entro il 2019, utilizzando gli strumenti del D.lgs 218/2016 e concentrando le risorse assunzionali a partire dalla seconda metà del 2019, replicando percorsi virtuosi messi in atto da altri epr; 
  • l'impossibilità di capire la coerenza fra il PTF e il PTA;
  • le ragioni dell'urgenza di un piano di reclutamento per 2 posizioni di Dirigenti di Ricerca e 4 per Primi livelli, prima che si completino le operazioni di stabilizzazioni; 
  • suggerito di inserire elementi di valorizzazione professionale sia per i livelli I-III che IV-VIII, praticamente assenti da sempre all'INAPP, come confermato anche in questo PTF, chiedendo l'applicazione dell'art. 15, ripristinato dalla nota sentenza della corte di cassazione, e dell'art. 54.
Abbiamo infine chiesto di non considerare chiusa la fase di consultazione e di confronto sull'informativa sindacale su PTA e PTF, ma di aggiornare le valutazione a valle delle riflessioni che la FLC CGIL e le altre sigle sindacali forniranno in forma scritta e di non procedere ad alcuna ratifica in CdA dei documenti di PTA e PTF. Questa eventualità, senza aver prima esaurito la fase di consultazione con le Organizzazioni Sindacali, sarebbe foriera di spiacevoli episodi già accaduti in passato, che ci hanno visto contrapposti sul versante giurisdizionale. Su questa ultima richiesta il Presidente Sacchi si è mostrato sensibile.
Sull'orario di lavoro, molto brevemente ed in maniera determinata abbiamo chiesto di rinviare la trattazione della materia ad altra data, non ritenendo maturo il testo per una possibile intesa, stante le troppe le divergenze, in particolare quella sulla proposta della fascia pomeridiana di compresenza, a nostro avviso inconcepibile e fuori luogo per un Ente di Ricerca. 
Sullo stesso contenuto le posizioni espresse dagli altri soggetti sindacali. Ma a quel punto si è entrati in un "loop" in cui l'amministrazione tentava di spiegare quanto la posizione di parte sindacale fosse solo strumentale e funzionale a non raggiungere nessun accordo, con l'unico obiettivo di impedire l'avvio del nuovo orario di lavoro. Avvio che, da quanto si è capito, dovrebbe avere luogo dal 1 gennaio 2019.
Ovvio che, stante l'impossibilità di un accordo, questo avvio può avvenire solo attraverso un atto unilaterale da parte dell'amministrazione, che non avrebbe nessuna legittimità secondo la FLC CGIL, in quanto nessun "effettivo pregiudizio" all'attività dell'Ente deriverebbe dal mancato avvio del nuovo orario di lavoro, così come proposto dall'amministrazione dal primo gennaio. 
Insomma, non sussistono le ragioni di urgenza e di pregiudizio per l'Ente per giustificare la "violenza" di un atto unilaterale, che sarebbe del tutto incomprensibile e contrario alle regole contrattuali, come da art. 7 del CCNL Istruzione & Ricerca. Mentre è bene ricordare che qualsiasi accordo sulle fasce di flessibilità in uscita o in entrata, come prevede il testo dell'orario di lavoro, è materia di contrattazione integrativa senza indugio. Pertanto, in assenza di accordo, la scelta unilaterale sarebbe solo catastrofica sotto il profilo delle relazioni sindacali e dell'organizzazione del lavoro interna. 

Forse sono queste considerazioni finali e il quadro generale emerso dalla giornata di ieri che hanno portato la delegazione di parte pubblica, in maniera inaspettata, a non convocare per oggi alle ore 12,00 nessun tavolo per la firma dell'ipotesi d'accordo sul Telelavoro.

Altre notizie da: