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INDIRE: la Corte dei Conti cala la scure

Gravi rilievi su tutta la gestione dell'ente: dalle nomine ai compensi dei vertici.

12/01/2022
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Il 4 gennaio 2022 la Corte dei Conti ha pubblicato la “Determinazione e relazione, sul risultato del controllo eseguito sulla, gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, (INDIRE) 2019”, documento ultimato in data 15 dicembre 2021.

Dalla lettura del documento emergono numerose criticità preoccupanti nella gestione dell’ente tra le quali:

  1. La Corte dei Conti pone all’attenzione la discutibile auto-attribuzione dei compensi per il Presidente e i Consiglieri del CdA a partire dal 2013, con importi che differiscono in maniera consistente da quanto previsto dal decreto interministeriale di riferimento per la materia del 31 ottobre 2002 e nonostante i richiami del ministero vigilante.

  2. La Corte dei Conti evidenzia gravi anomalie nel capitolo dedicato al Direttore Generale:

    1. In merito alla gestione ad interim dell’ufficio dei servizi giuridici e amministrativi e degli affari generali, reggenza che dovrebbe essere affidata ad altro dirigente del medesimo livello dirigenziale, ai sensi dell’art. 27 del CCNL area VII – dirigenza delle Università e degli enti di ricerca e di sperimentazione.

    2. In tema di valutazione della performance e dell’aumento del compenso dovuto alla retribuzione di risultato riconosciuta per un importo pari al 50% dello stipendio tabellare.

    3. In relazione al procedimento di revoca dell’incarico in essere e al successivo conferimento – senza procedura comparativa – dell’incarico per il quinquennio 2020-2025, atti deliberati dal CdA nell’ottobre del 2020.

  3. La Corte dei Conti critica in più passaggi la crescente adozione di incarichi di consulenza, laddove “si sarebbe dovuto assistere ad una proporzionale razionalizzazione dei contratti di consulenza, quantomeno con riferimento alle funzioni ordinarie dell’Ente”.

  4. La Corte dei Conti critica inoltre, in coerenza alle indicazioni del MEF, la scelta strategica di optare per una riduzione del FOE, concordata con il Ministero dell’Istruzione, a sostegno dell’esonero dal versamento in entrata al bilancio dello Stato dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione della spesa.

NON È POSSIBILE che questa situazione si protragga ancora!

È necessaria una forte discontinuità nella gestione dell’INDIRE!

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